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Può forse un cieco guidare un altro cieco?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,39-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Parola del Signore.

L’ipocrisia è la “dote” di chi si crede furbo; è la malattia di chi finge, di chi parla o agisce mostrando buone azioni che non fa; di chi si mostra amico ma cova solo malvagità. Gesù li invita a vedere la trave che hanno nel proprio occhio piuttosto che fare notare la pagliuzza esistente nell’occhio degli altri. Un cieco non potrà mai guidare un altro cieco. Gesù richiama la nostra attenzione a cercare “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22).

Il vangelo di oggi è un altro piccolo prontuario per aiutarci nella conversione (continua) nella quale dobbiamo impegnarci.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Siate misericordiosi

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,27-38


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.
Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Parola del Signore.

Cosa significa “Siate misericordiosi!!!”. A spiegarlo è lo stesso Gesù con due verbi: «perdonare» (v. 37) e «donare» (v. 38).

Tutti abbiamo bisogno di perdono, tutti abbiamo bisogno del dono del perdono e di essere Amati. Questa è la via della perfezione, questa è la via della Chiesa. Senza misericordia non c’è vera Chiesa.

Ogni volta che giudichiamo, ogni volta che non siamo disposti a perdonare non ci stiamo comportando da cristiani. Con queste coordinate la vita ha una strada tracciata e una metà sicura.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Beati…

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,20-26
 
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.

Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Parola del Signore.

In questo viaggio terreno tutti cerchiamo la felicità. È un desiderio che condividiamo perché è di tutti. È Dio che ce lo ha donato. Dio, infatti, lo ha messo nel nostro cuore per attirarci a Lui e solo Lui può donarci la vera felicità.

Cercando il Signore noi cerchiamo la felicità e le beatitudini che abbiamo appena lette ci mostrano le vere ragioni ultime della nostra esistenza. Dio ci chiama ad essere felici e quindi a vivere nello spirito delle beatitudini. Seguendo la via delle beatitudini noi stiamo già vivendo una vera anticipazione del Regno di Dio e comprendiamo che è lo stile con il quale le viviamo a fare la differenza. Comprendiamo anche quali sono gli ostacoli che ci possono impedire di essere beati (o felici). Tra tutti la ricchezza, il successo e il potere sono barriere che ci impediranno di essere felici e vivere beati. Gesù, invece, con questi insegnamenti ci indica l’unica strada verso la felicità. Grazie Signore che nella tua infinita misericordia ci hai indicato la via. Ora, però, aiutaci e accompagnaci lungo i suoi sentieri perché siamo donne e uomini di Speranza che vogliono essere Felici.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Ne scelse dodici

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,12-19
 
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

Parola del Signore.

Gesù ci comunica che la notte è un tempo prezioso e fecondo per la preghiera. Ed è dalla preghiera ben fatta che poi nasceranno cose belle.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

È lecito fare del bene di sabato?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,6-11

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

Parola del Signore.

Gesù è il nostro liberatore. È Lui che ci insegna ad andare oltre le leggi con l’unico scopo di fare il bene. La scelta vera, la scelta che deve sempre interpellare la nostra coscienza è tra il bene e il male. Gesù non ha dubbi: sceglie il bene e rompe con le leggi umane che a volte sembrano voler impedire o ignorare la possibilità di fare il bene. Gesù supera la Legge bacchettona che vorrebbe ingabbiare il bene. La guarigione dell’uomo con la mano paralizzata, di sabato, nella sinagoga è un gesto potente che ci aiuta a vivere il bene e a fare il bene sempre e comunque. Ci invita e stimola a denunciare il male e a testimoniare con i gesti e le parole che il bene non può essere ingabbiato dai formalismi molto spesso sbandierati dagli uomini del potere proprio per esprimere e manifestare il loro dominio. Il bene non riconosce il potere dei potenti e con le parole e i gesti li ridicolizza nel loro ghetto di male. L’unico vero Potere è quello di fare il bene e praticare la giustizia sempre senza subire il ricatto. I cristiani sono “servi del bene”.

Ora, perciò, sappiamo bene come agire. Scribi e farisei dei nostri tempi non ci fanno paura e non ci condizionano perché la libertà di compiere il bene supera ogni blocco o vincolo. I servi sciocchi, invece, meritano compassione. Quindi, se facciamo il bene siamo nel giusto anche se la Legge, in certe occasioni, sembra impedirlo. Mai essere indifferenti. Il male è destinato a perire.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Fa udire i sordi e fa parlare e muti

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,31-37

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Parola del Signore.

Gesù ci accoglie e ci porta in disparte cioè ci trae fuori dalla folla e con parole e gesti sapienti richiama dentro di noi la vera essenza di esseri che sono Figli di Dio. Egli compie gesti e parole che richiamano l’alito vitale del Padre che, in origine, dalla polvere impastata ha creato l’uomo. Il soffio vitale delle origini apre i nostri orecchi affinché possiamo Ascoltare la sua Parola e ci libera da ogni impedimento nella comunicazione vera tra noi affinché anche noi, da suoi testimoni credibili, con la nostra vita possiamo raccontare le meraviglie di Dio.

In questo tempo dell’anno nel quale riprendiamo le nostre attività quotidiane c’è proprio bisogno di raccogliere lo Spirito vitale di Gesù dentro di noi. Questo ci aiuterà a ricominciare con la fiducia e la libertà che costruisce Verità in un mondo dove inganno, finzione e falsità sembrano essere sempre più padroni del quotidiano. Cerchiamo di offrire il nostro contributo autentico senza il timore di dover subire ritorsioni o emarginazione. Il Signore ci ama e mai permetterà al male che vuole accanirsi contro il bene di vincere. Il male, infatti, è nato perdente davanti a Dio. Libertà e Verità sono la misura della nostra Fede il resto è finzione, inganno e falsità. Buon cammino.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il Signore del sabato

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,1-5

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Parola del Signore.

Per entrare dentro il senso profondo delle parole di Gesù dobbiamo distinguere ogni cosa attraverso la pratica dell’Amore. Se facciamo le cose con Amore allora tutto è un dono. Anche quella che chiamiamo Legge non è un obbligo ma un dono amato. Un dono che ci è fatto con Amore per poter vivere meglio l’Amore. Non è importante osservare il sabato o la domenica perché è una legge o un precetto ma è decisivo per la nostra vita cristiana Amare la domenica come giorno del Signore; come tempo dedicato a Lui a noi e al riposo; come opportunità per vivere la nostra relazione profonda con il Signore. Il cristiano Ama e fa ciò che vuole (Sant’Agostino).

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Vino nuovo in otri nuovi

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5,33-39

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

Parola del Signore.

La Chiesa sta vivendo un momento molto difficile e complesso. Non è difficile osservare che c’è un “vino nuovo” frutto di una riflessione Teologica e Pastorale che viene dal Concilio e non è neanche difficile notare che mancano (per ora) gli otri nuovi in grado di accoglierne i fermenti che sono, appunto, nel vino nuovo. Cercando di essere più chiari esiste un rinnovamento che ancora sembra non trovare accoglienza dentro le strutture. Le strutture del passato non solo sembrano continuare a restare in piedi ma diciamolo sembrano anche incapaci di contenere il nuovo che da più parti cerca di rinnovare. Il rischio è evidente.

Il vangelo di oggi dovrebbe illuminarci e darci il coraggio di agire per pensare e costruire strutture nuove nelle quali alcuni vecchi schemi non più idonei a contenere il nuovo che fermenta. Abbiamo bisogno di un discernimento coraggioso nel quale i carismi e i ministeri siano tutti ma proprio tutti coinvolti in maniera nuova. Occorre accantonare certi vecchi schemi che invece sembrano riproporsi e che tentano come fanno al tempo di Gesù scribi e farisei di ingabbiare il nuovo.

Nel mentre tutto questo fermento produce i suoi effetti c’è anche il rischio di eliminare e scoraggiare la maturazione del vino nuovo con innegabili riflessi negativi. Forse occorre davvero più coraggio anche se il rischio è più alto … Ma crediamo che sia giunto davvero il tempo di osare!!!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Gettate le vostre reti

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5,1-11
 
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore».  Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Parola del Signore.

“Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano”. E si, se ascoltiamo il Signore Gesù e gettiamo le reti quando e dove dice Lui il risultato è certo. I problemi ci sono, invece, quando vogliamo fare secondo la nostra testa. Fidarsi del Signore è l’unica cosa da fare. Se ci fidiamo saremo meravigliati del nostro quotidiano e ogni cosa provocherà in noi stupore. Gesù sa bene di cosa abbiamo bisogno. A noi spetta seguirlo e saper ascoltare la sua voce che ci raggiunge nel silenzio.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

La buona notizia

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,38-44

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

Parola del Signore.

Vincere il male, battere il negativo che opprime il corpo e lo Spirito e donare vita, vita buona. Gesù guarisce ogni infermità: i ciechi tornano a vedere, gli zoppi camminano, … il male, ogni male, fugge via. Gesù rimuove gli ostacoli che ci impediscono di vedere ed è come ridare luce agli occhi spenti dalla cataratta… Gesù è quel cristallino che illumina e fa vedere, finalmente, il bello e il buono.

Ma cosa sarà questa vita buona? La vita buona, questa buona notizia, è un’energia capace di Amare oltre ogni negatività; è un mettersi a Servizio. Forse il segreto vero della vita buona è proprio questo: “Servire“.

Il mistero racchiuso in questa scelta si rivela nella gioia che si trasmette da cuore a cuore e da cuori che si prendono cura degli altri. Non è un caso se è vero, come è vero, che la gioia più autentica si sperimenta servendo e non certo raggiungendo il potere, ottenendo denaro o conquistando il successo. La vera gioia si sperimenta, invece, imparando ad Amare, a vivere il quotidiano con la cura e la passione per il bene, giocando la vita nelle piccole cose, accarezzando e crescendo un bambino. D’altra parte Gesù ce lo ha detto: “Sono venuto per Servire“.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️