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Il mio Signore

Nel momento del dolore e dell’angoscia questo Salmo ci fa esprimere fiducia e speranza. Il Signore offre il suo consiglio, il suo sostegno e ci istruisce su come e cosa fare. Ancora una volta la strada giusta sarà quella di fare silenzio e ascoltare la voce del Signore.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Sal 15


Sei tu, Signore, l’unico mio bene.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

I potenti mi perseguitano

Restare fedeli al Signore e solo a Lui dona Pace e, soprattutto, protegge dal male di quanti vivono nel rancore e con il desiderio di perseguitare gli altri.

La vita e l’esperienza ci consigliano di trovare rifugio nel Signore e nella sua legge. Seguire la Parola di Dio permette di camminare nella verità e di trovare la via della salvezza.

Nell’immediato dona Pace e serenità per affrontare il quotidiano moderando i desideri e offrendo la gioia nelle piccole cose.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Sal 118

Grande pace, Signore, per chi ama la tua legge.
Molti mi perseguitano e mi affliggono,
ma io non abbandono i tuoi insegnamenti.
La verità è fondamento della tua parola,
ogni tuo giusto giudizio dura in eterno.

I potenti mi perseguitano senza motivo,
ma il mio cuore teme solo le tue parole.
Grande pace per chi ama la tua legge:
nel suo cammino non trova inciampo.

Aspetto da te la salvezza, Signore,
e metto in pratica i tuoi comandi.
Osservo i tuoi precetti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie.

Le tue vie

La Parola di Dio ci insegna che la strada è uno dei luoghi simbolici sui quali l’uomo incontra il Signore. Pensiamo ad Abramo che lascia la sua terra, a Mosè che dall’Egitto conduce il popolo eletto alla Terra promessa, a Gesù che incontra i due discepoli sulla strada mentre questi erano in viaggio verso il villaggio di Emmaus…
Gesù cammina per le strade di Galilea … e sulla strada incontra i suoi discepoli e tante altre persone…ai cristiani delle prime comunità che erano conosciuti come “quelli che seguono la Via” . C’è, quindi, un legame profondo che Dio riesce a stabilire con l’uomo sulla strada. Sulla “strada” Dio ha incontrato e continua ad incontrare l’uomo ed è qui che lo guida e lo istruisce e gli fa conoscere la sua salvezza.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Salmo 25

Fammi conoscere, Signore, le tue vie.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.

A te alzo i miei occhi

Anche Gesù spesso ha alzato gli occhi al cielo per chiedere ed invocare l’intervento del Padre. È un atteggiamento di grande fiducia attraverso il quale anche noi possiamo esprimere il legame che abbiamo con il Padre.

Alzare gli occhi al cielo ci offre l’opportunità di sentire la vicinanza del Padre e avvertire la presenza della sua mano che ci accarezza per alleviare il nostro dolore ma anche per sostenere e incoraggiare il nostro cammino.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Sal 122

A te, Signore, alzo i miei occhi.
Oppure:
A te, Signore, innalzo la mia preghiera.

A te alzo i miei occhi,
a te che siedi nei cieli.
Ecco, come gli occhi dei servi
alla mano dei loro padroni.

Come gli occhi di una schiava
alla mano della sua padrona,
così i nostri occhi al Signore nostro Dio,
finché abbia pietà di noi.

Da sempre e per sempre

La grandezza di Dio mostra la piccolezza dell’uomo e la sua potenza una speranza di vita. L’uomo che riesce a riconoscersi polvere è anche un uomo capace di attraversare questo deserto dove sole e vento bruciano la pelle e la mancanza di acqua alimenta miraggi.

L’unica grande e vera speranza sta nel Signore che accoglie, protegge e incoraggia a spingere ancora i nostri passi oltre questo presente sicuri del suo Amore che dà gioia e coraggio ai nostri cuori.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Sal 89

Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Prima che nascessero i monti
e la terra e il mondo fossero generati,
da sempre e per sempre tu sei, o Dio.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
e il loro agitarsi è fatica e delusione;
passano presto e noi voliamo via.

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.

Mio Dio in te confido

Le nostre parole corrono veloci ma è nei momenti complicati della vita che dovremmo riuscire a pronunciare velocemente parole di vera fiducia in Dio e solo in Dio. Questo non è facile. Il primo impulso sarà quello di metterci nelle mani di uomini potenti, salvo poi verificare che abbiamo mal posto la nostra fiducia in loro. Il salmo 117 ci ricorda che “E’ meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. E’ meglio rifugiarsi nel Signore, che confidare nei potenti”.

Il Signore è l’unico che può liberarci davvero dal male e da chi tenta di farci del male. Il Signore è l’unico nel quale abbiamo un rifugio sicuro, è l’unica vera possibilità che abbiamo per superare gli ostacoli. Il salmo che segue ci aiuta a ricevere la pace e a darci quella libertà che ci fa donne e uomini come Dio ha pensato per ciascuno di noi.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Salmo 90

Mio Dio, in te confido.
Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui.

Lo libererò e lo renderò glorioso.
Lo sazierò di lunghi giorni
e gli farò vedere la mia salvezza».

Siamo al bivio

La vita percorre spesso sentieri senza indicazioni evidenti e ad ogni bivio bisogna saper scegliere. A volte si decide di camminare per le vecchie strade già conosciute che, però, non sempre sono quelle giuste. Gesù, oggi, si confronta con gli scribi e usa parole dure e taglienti. Egli, infatti, non viene riconosciuto e gli scribi scelgono di camminare su vecchie strade mentre Gesù percorre strade nuove.

Anche noi, oggi, siamo chiamati a scegliere tra le vecchie strade che conosciamo e la novità della nuova via dell’Amore suggerita da Gesù.

Questo tempo di grandi cambiamenti ci sta ponendo domande decisive e noi siamo, forse, tentati di rispondere come si è sempre fatto in passato ma, questa volta, le novità sono davvero epocali e ci obbligano a cambiare strada se non vogliamo restare fuori dal tempo e dalla storia.

Occorre scegliere tra uno stile di vita solidale e condiviso ed una vita consegnata ad una finanza sempre più cieca ed egoista. L’economia, infatti, per assicurare la vita o meglio una buona vita dovrà essere sempre più solidale e condivisa. L’alternativa è la via del “si salvi chi può“, dei pochi ricchi che ignorano le masse, dei finanzieri che accumulano senza nessun altro interesse pronti ad ignorare le sofferenze e i dolori del mondo. Questo “virus” ci chiama a scegliere quale strada pensiamo di percorrere.

Dalla risposta che daremo dipende il futuro dell’umanità in bilico, appunto, tra la via dell’Amore e quella dell’egoismo dei pochi. La crisi che stiamo vivendo ci ha, di fatto, collocati di fronte a questo bivio. Occorre fare una scelta e farla in fretta.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

   Parola del Signore

Dal buio alla luce

Chi è cieco non vede o meglio vede tutto nero. E, chi vede nero, cioè brancola nel buio non sa cosa fare. I due ciechi della parabola non sanno che fare ma al passaggio di Gesù hanno la loro prima illuminazione. Capiscono che chiedendo aiuto a Gesù, possono tentare di uscire fuori dal buio, hanno la possibilità di percorrere una strada nuova. Nessuno dice loro cosa fare o come fare. I due ciechi capiscono che devono agire che non possono restare fermi. Se restano fermi e privi di iniziative, infatti, non potranno cambiare mai nulla della loro triste condizione e finiranno peggio, molto peggio. Quindi si rivolgono a Gesù e per prima cosa si riconoscono peccatori e chiedono a Gesù di avere pietà di loro. Mettono via l’orgoglio e si fanno umili. È un passaggio assolutamente necessario se si vuole rinascere, se si vuole, finalmente, ritrovare la via giusta nella vita e conquistare la felicità. Se si è ciechi e non si vede che fare la prima cosa, ripetiamo, è buttare via l’orgoglio e i pregiudizi e riconoscersi peccatori che chiedono di essere accolti. Con la rabbia, il nascondimento e la sciocca furbizia non si ottiene nulla. Si resta al buio incapaci di sapere da che porte andare.

A questo punto Gesù entra nella loro casa cioè nel loro cuore e chiede se loro credono in Lui (Gesù) cioè se hanno la fede. È questa, infatti, che potrà cambiare la loro vita.

Pensiamo per un attimo a noi, a come stiamo, a quale è la nostra situazione concreta e se crediamo che la Fede possa aiutarci ad aprire gli occhi e a ricominciare ad agire per cambiare la vita. Alla domanda di Gesù i due ciechi hanno il coraggio e la forza di dire “Si, o Signore”. Ecco, questo è il miracolo. Riconoscere che da soli non possiamo fare nulla, che per vedere cosa fare abbiamo bisogno di riacquistare la vista e avere fiducia che se noi ci mettiamo all’opera allora Gesu ci aiuterà. Questo ulteriore passaggio fa si che il miracolo avvenga e Gesu, infatti, dice loro: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». Cioè il “vero miracolo lo compiono i due ciechi che fidandosi di Gesù ora possono agire. La loro azione avrà successo nella misura in cui hanno fiducia in Gesù e nelle loro capacita di cambiare la loro condizione. I due ciechi sono così invitati a porre in essere azioni concrete attraverso le quali iniziano a vedere che fare e a come cambiare la loro vita riconquistando la felicità perduta. Gesù concede loro fiducia in proporzione alla loro volontà di abbandonare il loro orgoglio, i loro progetti personali per abbracciare i progetti di Dio. I due ciechi chiedono misericordia, e ottengono la fiducia necessaria ad agire e per vivere la vita buona del vangelo. Una vita che accetta i sacrifici, che accetta la sofferenza, che è vita operosa e saggia, sobria e semplice, … vita vera. Questo è, ripetiamo, il miracolo. Riprendere in mano la propria vita avendo nel cuore la fede in Gesù che ci guida a fare scelte sagge che seppur dure possono veramente cambiare la nostra vita e ridare all’esistenza la gioia. Siamo chiamati a liberarci del superfluo a riconoscere le cose essenziali, a recuperare ogni risorsa per risanare la vita. Ma stiamo attenti, il passaggio di Gesù nella nostra vita è adesso, è questo il momento presente. Ed infatti appena i due ciechi si affidano alla forza della fede riacquistano la vista e la possibilità di rimettersi in cammino. Non è Gesù che fa. Gesù è solo colui che da fiducia e che aiuta ad aprire gli occhi. Ad agire saranno sempre i due ex ciechi ma questa volta la loro azione, basata sui valori del vangelo, darà loro la possibilità di agire e sperare.

Insomma cambiare la nostra vita dipende da noi, dipende dalla capacità di riconoscerci bisognosi dell’aiuto di Gesù di riconoscerci peccatori bisognevoli di misericordia. Dipende dalla capacità di lasciare le cose inutili, quelle che ci distraggono dalla vita reale, dagli affetti, dalle cose vere, dalla possibilità di costruire futuro. Gesù infatti ci darà la fiducia persa da chissà quanto tempo.

Ora che abbiamo capito la storia di questo “miracolo” che, in fondo è un atto di riconoscimento dei propri fallimenti ma anche occasione per ricevere il perdono e la vita nuova possiamo attivare il nostro agire che prevede di servirci di ciò che abbiamo e che siamo chiamati a valorizzare. Abbiamo tante cose da sfruttare per costruire futuro e tante altre inutili e fuorvianti. Gesù ci incoraggia e ci da fiducia. Prendiamo il coraggio tra le mani e iniziamo a lavorare sodo e senza sosta, facendo scelte giuste e responsabili per recuperare il tempo perduto e le energie sprecate. Diamo valore a ciò che abbiamo, mettiamoci a lavoro attivando nuove idee senza inseguire sogni impossibili.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal vangelo secondo Matteo

[In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.

   Parola del Signore

L’invidia

È uno dei peccati attraverso i quali il male si è insinuato nel cuore dell’uomo. Chi ne è “affetto” sta male lui e tende a comportarsi in modo che stiamo male anche gli altri. Non sopportano se agli altri le cose vanno per il meglio e mettono in atto comportamenti tesi a creare difficoltà in grado di rovinare o disturbare la vita degli altri.

Gli invidiosi dovrebbero cercare di superare questa loro condizione. Non è facile compiere questo passaggio ma le persone coraggiose e che aspirano a cambiare per il meglio possono riuscirci.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Mt 20,1-16
  Sei invidioso perché io sono buono?

                           Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

   Parola del Signore

Fino a quando amerete la menzogna?

Di fronte
a cuori induriti,
attori di periferia,
controfigure del bene,
invoca il Signore.

Solo il Signore protegge,
Lui che conosce ogni cosa
guarda, ascolta ed esaudisce.

Il male non ha futuro.
Non aver paura,
cerca e incrocia il loro sguardo,
non temere, non hai nulla da temere,
Il Signore ti difenderà.

Ringrazia Dio con gratitudine,
avrai, gioia, pace e protezione.

Sfida gli empi con la preghiera,
esortarli con l’esempio e
non essere scettico
ma conferma la tua fiducia.

Resta fedele al bene.

Vivi la gioia dell’amore.

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

 

Salmo 4

Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia!
Nell’angoscia mi hai dato sollievo;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.

Fino a quando, voi uomini, calpesterete il mio onore,
amerete cose vane e cercherete la menzogna?

Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;
il Signore mi ascolta quando lo invoco.

Tremate e più non peccate,
nel silenzio, sul vostro letto, esaminate il vostro cuore.

Offrite sacrifici legittimi
e confidate nel Signore.

Molti dicono: “Chi ci farà vedere il bene,
se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?>.”

Hai messo più gioia nel mio cuore
di quanta ne diano a loro grano e vino in abbondanza.
In pace mi corico e subito mi addormento,
perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare.