Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Amerai il tuo prossimo come te stesso

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,28b-34

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Parola del Signore.

Siamo nel cuore del Vangelo e oggi, per commentarlo, vi proponiamo un piccolo passo di “Fa questo e vivrai” di Davide Maria Turoldo (Estratto da: “Amare” – Edizioni San Paolo, 1986 (ed. 2001)).

Tu ama il prossimo e guardando dentro di te donde nasca quest’amore, vedrai, per quanto ti è possibile, Dio.

Comincia quindi ad amare il prossimo. Spezza il tuo pane con chi ha fame, introduci in casa i miseri senza tetto, vesti chi vedi ignudo, e non disprezzare quelli della tua stirpe (cfr. Is 58, 7). Facendo questo che cosa otterrai? «Allora la tua luce sorgerà come l’aurora» (Is 58, 8). La tua luce è il tuo Dio, egli è per te la luce mattutina, perché verrà dopo la notte di questo mondo: egli non sorge né tramonta, risplende sempre.

Amando il prossimo e prendendoti cura di lui, tu cammini. E dove ti conduce il cammino se non al Signore, a colui che dobbiamo amare con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente? Al Signore non siamo ancora arrivati, ma il prossimo l’abbiamo sempre con noi. Aiuta, dunque, il prossimo con il quale cammini, per poter giungere a colui con il quale desideri rimanere.

Responsorio 1 Gv 4,19. 10-11. 16

R Dio ci ha amato per primo, e ha mandato il suo Figlio come vittima per i nostri peccati. *Se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.

V Abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi.

R Se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.



Il muto cominciò a parlare

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,14-23
 
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».

Parola del Signore

Oggi fermiamo la nostra attenzione sul muto che cominciò a parlare. Questo episodio della vita pubblica di Gesù ci trasmette che la sua presenza nella nostra vita aiuta ad uscire dal mutismo spirituale. Per dirla meglio la presenza di Gesù nella nostra vita ci aiuta a pregare e a lodare il Signore. Gesù guarisce la nostra incapacità di credere e di fidarci di Lui. Egli ci ridona la parola della preghiera. In tanti, oggi possiamo dire tantissimi, sono vittime del mutismo spirituale e sono incapaci di fidarsi del Signore e di lodarlo e/o pregarlo. Si è spesso prigionieri di uno spirito padrone e cattivo che spinge le persone a negare Dio e a comportamenti macchiati dall’odio, dalla cattiveria e dall’invidia. La presenza di Gesù nella vita, invece, aiuta a recuperare il vero senso dell’esistenza e dona dignità e desiderio di vivere e relazionarsi con gli altri. Gesù nella vita dona equilibrio e pace, parola e vita autentica.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Non sono venuto ad abolire

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,17-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Parola del Signore.

Gesù lo afferma con chiarezza “non sono venuto ad abolire ma a dare pieno compimento”. Egli, infatti, ci dona la Via dell’Amore. L’Amore, lo sappiamo bene, è il dono totale di sé stesso e va oltre le minuziose prescrizioni della Legge antica. Nessuna prescrizione formale sarà trasgredita nella sostanza. L’Amore supera la forma e va dritto al cuore. Potremmo dire che l’Amore dona cuore alla Legge e la vita si riempie di qualcosa di così speciale e di così coinvolgente che le nostre parole non bastano per descriverlo. L’Amore, infatti, riempie di senso la vita e ci permette di vivere con il pieno coinvolgimento di Spirito e corpo. Per dare compimento, perciò, dobbiamo Amare, costi quel che costi. Facciamolo e vivremo davvero e con pienezza una vita vera, autentica e piena.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Avvenga per me secondo la tua parola

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38
 
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
 A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.

Maria è presentata ed è una donna semplice, umile e timorosa. Di fronte a questo straordinario annuncio resta meravigliata. Dio entra nella sua vita di tutti i giorni. Dopo un momento che sembra di smarrimento, Maria, acquista fiducia, ascolta e accetta di accogliere la volontà di Dio nella sua vita ordinaria. Chiede come le cose annunciare dall’angelo avverranno visto che lei non conosce uomo.

Maria sceglie di fidarsi e si fa “serva”, cioè si mette a servizio di Dio … accetta di mettere la sua vita nella mani di Dio donandosi senza riserve.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️


“Santa Maria, donna obbediente, tu che hai avuto la grazia di camminare al cospetto di Dio, fa’ che anche noi, come te, possiamo essere capaci di cercare il Suo volto”
(Don Tonino Bello

Nessun profeta è bene accetto nella sua patria

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,24-30

In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore.

Il Profeta è sempre oltre, egli ha un passo più lungo e si fa fatica a stargli dietro. Le voci dei profeti non sono mai piatte e generano dubbi, perplessità che saranno comprese solo dopo. I profeti sono destinati ad essere esclusi ed emarginati. Nella Chiesa è capitato con varie persone. Per esempio don Primo Mazzolari prete antifascista che condannava la guerra ed era Amico di quanti vivevano lontano dalla Chiesa. Ma ce ne sono tanti altri: don Tonino Bello, Oscar Romero, il Cardinale Martini, don Milani, padre Balducci, don Tonino Bello, don Diana, don Puglisi.

Se abbiamo tempo e desiderio farlo possiamo scoprire qualcosa di più della loro vita e, meglio ancora, leggiamo cosa hanno detto e scritto. Ci aiuterà a vivere la vita e magari potranno ispirare le nostre scelte.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Se non vi convertite

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,1-9

In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Parola del Signore.

“Siamo nel tempo giusto, il tempo propizio per decidere, il tempo delle scelte importanti e Gesù, infatti, ci chiede di convertirci, di cambiare vita, di dare una svolta radicale al nostro comportamento. Tutto questo perché siamo invitati a risorgere e per farlo siamo invitati a cambiare il nostro cuore. Gesù ci incoraggia così a voltare pagina e a lasciare ogni incertezza, ogni dubbio, ogni perplessità e ad avere fede. A pensarci bene è in gioco il futuro vero della nostra vita. Gesù, perciò, ci chiama a costruire un presente pieno di amore e a metterci al “servizio” degli altri. Per farlo sarà necessario non sentirsi indispensabili, unici e superiori. Occorre prima di tutto essere umili e fidarsi della Parola che dobbiamo accogliere nel cuore per convertirci e seguire l’unico Maestro.

Franca e Vincenzo, Eremo di famiglia”

Se vuoi puoi anche ascoltare la lectio dal Monastero di Sant’Antonio Abate in Roma. Clicca qui

Padre ho peccato

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 15,1-3.11-32

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». 
Ed egli disse loro questa parabola: 
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio.  Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Parola del Signore.

Riconoscere i propri peccati è il primo passo per una rinascita.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Testata d’angolo

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 21,33-43.45-46

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
 
Parola del Signore.

Gesù è consapevole di essere Lui la pietra angolare. Scartato dai potenti, Gesù regge la Speranza e incoraggia la vita. Egli è la pietra che da compimento e che sorregge la “vita” del mondo. La Parola di Gesù, infatti, è alimento per lo Spirito. Ne bastano poche ma profonde per cambiare vita e Sperare davvero in un presente e in un futuro di armonia, sapienza e pace.

La felicità ha bisogno di Parole vere e sagge, di vita coerente e di relazioni autentiche. Gesù è la Pietra angolare che unisce e amalgama l’insieme.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Un uomo ricco e Lazzaro

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò:  “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Parola del Signore.

Del ricco non viene ricordato neanche il nome … 😘

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi

Giuseppe non temere

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,16.18-21.24a

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

Parola del Signore.

Buongiorno e buona Festa di San Giuseppe a tutti, soprattutto ai papà.

San Giuseppe ci offre oggi una chiara testimonianza di come il cristiano è chiamato a vivere la sua fede. Di fronte alla scelta imposta dalle prescrizioni della Legge (ripudio e denuncia di Maria) o dal sentire del cuore (sposare e prendersi cura di Maria e di Gesù) Giuseppe sceglie inizialmente di ripudiarla ma “in segreto”. Dio che non ci lascia mai soli di fronte al tormento di Giuseppe invia l’angelo in sogno. Ed è qui la svolta San Giuseppe sceglie di seguire il cuore e la Parola di Dio. Lui si fida pienamente della Parola. Accoglie Maria e se ne prende cura. Fa altrettanto con Gesù che cresce ed educa con responsabilità. Ecco, Giuseppe ci mostra di essere un Uomo di Preghiera, Giusto e Umile.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️