Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Benedetta tu fra le donne

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,39-45

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Parola del Signore.

La visita di Maria ad Elisabetta è una visita fatta con Amore e l’Amore vero riempie di Spirito Santo ogni spazio. Elisabetta, infatti, “fu colmata di Spirito Santo” che le fa dire: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!”.

In questo spazio piccolo, decentrato dai luoghi del potere, lontano dai miti di questo mondo, semplice, povero ma bello, dignitoso, umile c’è l’Amore, c’è, appunto, lo Spirito Santo.

Questo passo del Vangelo è davvero un sogno che si realizza, un evento che, dentro il grande evento della nascita del Salvatore, ci aiuta a Sperare e a vivere perché questa Speranza possa riempire davvero la nostra vita per noi e per quanti incontriamo nel quotidiano.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Avvenga per me secondo la tua Parola

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38
 
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
 A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.

Oggi tra le tante cose possibili che questa pagina del Vangelo ci trasmette desideriamo porre in evidenza come Maria mette da parte se stessa per mettere al centro gli altri. Lei che è una grande ascoltatrice della Parola di Dio sceglie di mettersi a servizio e andrà da Elisabetta non appena apprende che sua cugina che è avanti con gli anni aspetta un bambino. L’angelo, (Parola di Dio) le annuncia per prima cosa che Lei, la “piena di grazia”, concepirà il Figlio di Dio e subito dopo le comunica che anche la sua cugina Elisabetta “nella sua vecchiaia” aveva concepito un bambino. “Nulla è impossibile a Dio”.

Con semplicità confidiamo nel Signore che sempre agisce per il nostro bene conoscendo di che cosa abbiamo bisogno. Ancora una volta la Parola ci consegna parole di Speranza alle quali dobbiamo rispondere dando fiducia e affidandoci.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Non temere

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,5-25
 
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

Parola del Signore

Quando non abbiamo possibilità di risolvere delle cose che ci fanno soffrire, quando tutto è difficile e complicato, quando rischiamo di perdere la Speranza l’unica alternativa è la preghiera di affidamento: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita … È la preghiera che può aiutarci a trovare soluzioni ai problemi della vita. Accade così per Elisabetta che partorirà Giovanni. Lei è anziana e tutto lascia credere che non potrà avere un figlio. Zaccaria prega, prega con forza e coraggio e accade l’impossibile… Elisabetta resta incinta e avrà un figlio. Lo stesso Zaccaria dubita e, per questo, resterà “muto” fino al giorno del parto. Solo quando le promesse di Dio diventeranno realtà la parola tornerà sulla bocca di Zaccaria che allora loderà Dio.

La preghiera ha una forza che supera ogni ostacolo. Preghiamo e attendiamo che l’impossibile diventi possibile. Solo la preghiera, in certe situazioni, può cambiare la situazione di difficoltà. Questa, ormai, in certi casi, resta l’ultima possibilità.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Gesù nasce da Maria

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,18-24
 
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Parola del Signore.

Si, Gesù nasce da Maria ma non dobbiamo mai dimenticare il grande ruolo di Giuseppe… Origene, a tal proposito ha scritto: “Giuseppe non ebbe alcuna parte nella nascita di Gesù, se non per il suo servizio e il suo affetto. È a motivo di questo servizio fedele che la Scrittura gli dà il nome di padre” (Commento a Levitico 12,4).

Origene pone in evidenza il ruolo educativo che Giuseppe ha come padre di Gesù. Giuseppe, infatti, accompagna Gesù nella sua crescita e lo forma nella sua bottega dove gli insegna a lavorare. È nella bottega di Giuseppe che Dio sceglie di far vivere il Figlio. Che piaccia o no, Dio fa una scelta di campo. Sceglie di far educare il figlio in una famiglia semplice, una famiglia del popolo. Non poverissima ma neanche ricca, non potente ma nemmeno schiava o succube di chi vuole arrogarsi il ruolo di potente di turno. Dio sceglie per far crescere Gesù una famiglia che vive del proprio lavoro e che vive secondo le sue possibiltà senza scendere a compromessi con ricchi e potenti. Giuseppe, poi, da sapiente ascoltatore, ci fa capire che un padre ha un grande ruolo formativo ed educativo e accompagna il figlio fino a renderlo autonomo. Non è un impegno facile in quanto un padre deve mettere pazienza, attenzione, intelligenza, coraggio e allo stesso tempo deve rispettare il Figlio dandoli, pian piano, autonomia. Un padre sempre e per sempre seguirà il figlio ma lo farà con sempre maggiore distanza anche se sarà sempre pronto ad offrire consigli e suggerimenti se richiesti.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Figlio di Davide

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,1-17
 
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.

Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.

Parola del Signore.

È molto importante definire Gesù il Figlio di Davide perché questa è stata un’antica promessa che ora diventava realtà. Da sempre, infatti, le profezie, indicavano che Cristo sarebbe appartenuto alla stirpe del re Davide. Oggi possiamo dedicare la nostra meditazione personale a questa certezza che ci aiuta ad unire l’antico e il nuovo dando continuità alla storia.

Gesù sei il figlio agognato di David,
il figlio di Abramo:
sei il nostro primo fratello,
il frutto benedetto
di tutta la creazione:
anche noi ora per te siamo
figli di Dio.

David Maria Turoldo

Il Figlio dell’uomo dovrà soffrire

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 17,10-13

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

Parola del Signore.

Chi ama la verità, chi decide di vivere libero e di essere davvero un Uomo è facile che si attiri l’invidia e, soprattutto, l’ira dei potenti che cercheranno il modo di farlo tacere. È capitato a Giovanni Battista, uomo che gridava la verità nel deserto di un mondo abitato da persone incapaci di vedere, ascoltare e praticare la bellezza della verità. È capitato a Gesù finito crocifisso sulla croce dopo essere stato messo al bando con menzogne e flagellato nel fisico e nel corpo. È accaduto alle migliaia di martiri uccisi per la verità. Accade ancora oggi, quando potenti, invidiosi e “pecore mute per opportunità e convenienza” si coalizzano per far soffrire gli appassionati della libertà e della verità. Eppure la storia ci insegna molto in merito. È raro, infatti, che un potente finisca la vita da Re. Il bene, quello vero, non lo fai soffrire perché è Bene … Un potente, invece, prima o poi cadrà vittima della propria malvagità.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

A chi paragonare questa generazione?

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,16-19

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

Parola del Signore.

Questa generazione (tutte le generazioni) sono paragonate da Gesù a bambini che non si accontentano e che, in buona sostanza, sono sempre in cerca di qualcosa che non ottengono mai secondo i loro desideri che non sono quelli del Padre.

Come ben sappiamo e come il vangelo di questi giorni ci sta ripetendo la vera gioia sta nell’accogliere con fiducia la volontà di Dio e nell’affidarsi con Speranza ad un Padre che, prima di tutto, ama.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore.

Questa mattina per il piccolo commento ci affidiamo alle parole di Papa Francesco:

“Cari fratelli e sorelle, anche per noi ci sono momenti di stanchezza e di delusione. Allora ricordiamoci queste parole del Signore, che ci danno tanta consolazione e ci fanno capire se stiamo mettendo le nostre forze al servizio del bene. Infatti, a volte la nostra stanchezza è causata dall’aver posto fiducia in cose che non sono l’essenziale, perché ci siamo allontanati da ciò che vale realmente nella vita. Il Signore ci insegna a non avere paura di seguirlo, perché la speranza che poniamo in Lui non sarà delusa. Siamo chiamati quindi a imparare da Lui cosa significa vivere di misericordia per essere strumenti di misericordia. Vivere di misericordia per essere strumenti di misericordia: vivere di misericordia è sentirsi bisognoso della misericordia di Gesù, e quando noi ci sentiamo bisognosi di perdono, di consolazione, impariamo a essere misericordiosi con gli altri. Tenere fisso lo sguardo sul Figlio di Dio ci fa capire quanta strada dobbiamo ancora fare; ma al tempo stesso ci infonde la gioia di sapere che stiamo camminando con Lui e non siamo mai soli”

papa Francesco

Dio non vuole che i piccoli si perdano

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

Parola del Signore.

I “piccoli” sono gli scartati, i semplici, quelli che questa società considera ai margini. Per Gesù, invece, i “piccoli” sono al centro. I “piccoli” non sono furbi, non sono motivati da interessi personali, non calpestano gli altri per considerarsi grandi. I “piccoli” sono nel cuore del Padre, sono persone che danno fiducia agli altri, che pur subendo le ingiustizie non reagiscono. I “piccoli” non saranno mai soli e Gesù sarà sempre a loro fianco.

Perciò stiamo attenti perché: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Se abbiamo fatto loro del male ricordiamocelo; se gli abbiamo traditi o usati per i nostri fini personali ricordiamocelo; se con furbizia ce ne siamo approfittati, ricordiamocelo.

Verrà il giorno del giudizio e quel giorno ciascuno di noi riceverà ciò che ha meritato.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Vedere cose prodigiose

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5,17-26
 
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico -: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.
Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

Parola del Signore.

Quando la malattia colpisce le ossa e le articolazioni, quando la vita perde la strada e smarriamo il senso di orientamento non riusciamo più a camminare. Siamo come paralizzati. Se abbiamo Amici, Amici veri, loro si prenderanno cura di noi facendo un po’ come gli uomini che hanno preso e portato il paralitico davanti a Gesù. Per farlo sono addirittura saliti sul tetto e calato la barella davanti al Maestro. Gesù vede la loro Fede. Egli conosce il cuore. Davanti a Gesù non puoi fingere. Lui ti conosce. Sa tutto. Ed ecco, perdona i peccati, toglie i pesi che opprimono e che schiacciano la vita. Elimina il carico che ci impedisce di camminare, di sognare, … di essere donne e uomini liberi!

Ecco, ora possiamo alzarci e camminare, possiamo prendere ciò che resta di noi, stupirci e pieni di timone dire che siamo stati protagonisti di qualcosa di straordinario, di grande … di prodigi che è difficile raccontare ma che abbiamo vissuto e che per sempre porteremo nel cuore e nel quotidiano.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️