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Signore del sabato

Il bene dell’uomo e la sua libertà di amare sono la misura per valutare la nostra vita. Nessuna legge umana è superiore al vero bene dell’uomo. Nessun obbligo o imposizione potrà mai essere “buona” se impedisce una vita piena e in sintonia con il benessere. Gesù smaschera chi si lega morbosamente ai riti e ai gesti se questi non aiutano la buona vita dell’uomo. E così ricorda che, fin dal tempo di Davide, l’esigenza di soddisfare il bisogno naturale di mangiare è superiore alla istituzione del riposo del sabato. In origine il “sabato” fu stabilito proprio per permettere all’uomo di riposare almeno un giorno a settimana. Ma se questo “riposo” crea o può creare problemi alla buona vita dell’uomo e non aiuta a vivere bene va superato e ignorato. Ciò che conta davvero è la possibilità di “Amare e Amare con il cuore”. Il freddo rispetto di regole e riti quando questi non aiutano a voler bene e volersi bene vanno accantonati senza alcun senso di colpa.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,1-5
 
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Parola del Signore.

Vino nuovo

Se apri il cuore alle novità dello Spirito sei capace di accogliere il mondo che cambia senza perdere l’essenziale che è radicato nelle profondità di ogni persona.

C’è una Verità che non cambia e un modo di viverla che, invece, cambia. L’ascolto dello Spirito è la via che suggerisce strade e pensieri per cambiare vecchie abitudini. Il “si è fatto sempre così” è il peggiore errore che possiamo fare.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5,33-39
 
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

Parola del Signore.

Lasciarono tutto e lo seguirono

Gesù chiama a diventare donatori di vita, uomini che pescano uomini e cioè che offrono salvezza a chi sta annegando nel mare. Mentre i pescatori prendono i pesci dal loro ambiente naturale, i pescatori di uomini salvano gli uomini dalla tempesta del mare e del male.

Lo stupore di Simone e compagni per la pesca miracolosa avvenuta in condizioni improbabili gli aveva spaventati ma Gesù con dolcezza e fermezza rivolgendosi a Simone dice: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Ed è a questo punto che: “lasciarono tutto e lo seguirono”. Non facciamoci scappare l’opportunità di offrire salvezza e donare vita

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 5,1-11

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. 

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 

Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 

E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Parola del Signore.

Tu sei il Figlio di Dio

Gesù è venuto a “salvare” l’Uomo, è venuto per liberare e donare Amore. Anche oggi riceviamo conferma della Sua missione. Guarisce la suocera di Simone (poi Pietro) che subito dopo la guarigione “si alzò in piedi e li serviva”; guarì molti infermi affetti da varie malattie. Ma proprio di fronte alle tante dimostrazioni di bene entrarono in scena i demoni che si misero a gridare: «Tu sei il Figlio di Dio!».

Il maligno di fronte al bene protesta, si adira e cerca di mettere in cattiva luce chi pratica le virtù evangeliche. Accadeva allora e accade oggi. Spesso, purtroppo, chi fa o cerca di esprimersi in aderenza al vangelo viene perseguitato e messo in cattiva luce.

Stiamo attenti anche noi a non subire la cattiva influenza del maligno che potrebbe indurci in errore.

Facciamoci messaggeri della buona notizia anche se e quando qualcuno, per motivi suoi (gelosia, invidia o altro) cerca di fermare il possibile bene. La Parola sia nostra guida ogni giorno.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,38-44
 
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. 
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. 
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

Parola del Signore.

Il Santo di Dio

Il genio del male sa riconoscere il bene e cerca di non farsi ostacolare nel suo impegno teso, tra l’altro, a separare la mente dal cuore. Quando cuore e mente non dialogano più il male prende il sopravvento e impedisce al cuore di vedere e sentire il grido di dolore del povero che chiede aiuto.

Ed è così che il buio si impadronisce dell’uomo e le sue azioni si fanno “male”. Emerge allora un male che scaccia il bene e che rifiuta di accogliere. Questo male provoca dolore e sofferenza nelle persone che lo subiscono mentre chi lo compie cerca anche di giustificarsi. Molto spesso, purtroppo, in chi compie queste azioni malvagie, sembra anche esserci un certo sottile desiderio di vendetta o ci sono forme di gelosie che appaiono godere delle difficoltà di chi chiede aiuto. Il Santo di Dio vede l’uomo posseduto dal male e fa di tutto per liberarlo con la sua Parola.

L’Ascolto della Parola di Gesù, infatti, è l’unica ancora di salvezza. È la Parola che purifica e comanda con Autorità spazzando via ogni illusione per dare speranza anche a chi l’ha perduta.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca 
Lc 4,31-37

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. 
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Parola del Signore.

Profeti

I tradizionalisti e i conservatori non comprendono e non accettano le novità. Questo accade in ogni ambiente e anche in ambito religioso. Spesso dicono: “si è sempre fatto fatto così” e rifiutano perfino di ascoltare come se non vogliono lasciare le loro sicurezze. Emerge una paura di fondo, una paura del nuovo che è chiusura ad ogni novità. Questo stile di vita non permette loro di accogliere la Parola di Dio e, quindi, sono incapaci di aprirsi alla libertà creativa dello Spirito. Questi ambienti sono statici, bloccati nelle loro certezze che, ripetiamo, sono una forma di difesa dalla paura.

Gesù, invece, apre il cuore ad una vita libera e responsabile, ad una vita creativa e aperta. Egli donandoci il suo Spirito ci offre la possibilità di essere protagonisti della vita che ci ha donato. Purtroppo, anche nella sua esperienza di vita Gesù ha dovuto subire l’ostilità e il rifiuto e lo ha subito proprio nel suo ambiente di vita: tra parenti, conoscenti e compaesani. Quanta amarezza. Gesù stesso se ne meraviglia. Ma i suoi compaesani lo cacciarono dal paese e tentarono addirittura di gettarlo in un dirupo.

Nulla è cambiato in questo nostro tempo dove si continua a praticare la stessa reazione verso coloro che con coraggio profetizzano e cercano di rilanciare il soffio creativo dello Spirito. Soffio che se accolto è l’unica possibilità che si ha per rinnovare e rilanciare il futuro, anche della nostra Chiesa.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 4,16-30

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

«Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

a rimettere in libertà gli oppressi

a proclamare l’anno di grazia del Signore».

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore.

Il male nel cuore

Il male esiste, il male c’è e abita il cuore dell’uomo. È così che Gesù mette a fuoco una delle questioni più importanti del suo insegnamento. Per evitare il male l’uomo deve combattere una battaglia difficile ma non impossibile, una guerra continua e con esito sempre incerto. Ed è in questo contesto che accusa scribi e farisei (teologi e i massimi esponenti del tempio) di ipocrisia cioè di essere falsi con se stessi e con il popolo. Ma non solo. Gesù entra nell’insegnamento contenuto nei libri sacri e chiarisce che il male non entra nel cuore dell’uomo dall’esterno. Non ci sono cibi che contaminano ma che il male ci abita e ci induce a mettere in atto comportamenti che fanno male a noi (ci rendono tristi, arrabbiati, agitati) e agli altri (rendendo la loro vita complicatissima). Tra le altre cose accusa i capi religiosi di aver “costruito” precetti e di “suggerire” un modo di onorare Dio falso e che, peggio ancora, serve solo a perpetuare il loro potere sugli uomini. Questo davvero è il più alto tradimento che si può fare a Dio. Questi capi religiosi in buona sostanza usavano Dio per mantenere il loro potere e il loro dominio sugli uomini e lo facevano “falsificando” perfino i comandi di Dio o usando la Legge a loro vantaggio. Questo è orribile. Questo è malvagio. Un inganno che distrugge alla radice la possibilità di vivere la pace, la gioia che invece il Signore vuole donare all’uomo per essere felice.

Franca e Vincenzo osb-cam ❤️

Dal Vangelo secondo Marco

Mc 7,1-8.14-15.21-23

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.

Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».

Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:

“Questo popolo mi onora con le labbra,

ma il suo cuore è lontano da me.

Invano mi rendono culto,

insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.

Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate

la tradizione degli uomini».

Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Parola del Signore.

I talenti

Diciamo sempre che Dio ci ama. E, certamente, è così. Oggi ne riceviamo la conferma. Se, infatti, alla parola “talenti” (ogni talento vale circa 30 kg di oro) diamo il significato di “capacità di amare” riusciamo a comprendere il senso della parabola e anche a capire meglio la logica di Dio. Dio, dona alle donne e agli uomini il suo più grande tesoro, l’Amore. Come questo padrone che consegna ad alcune persone parte del suo immenso patrimonio Dio ci ha donato il suo Amore. Due di questi uomini impiegano quanto ricevuto e cioè condividono l’Amore e lo mettono in circolo ricevendone molto di più. Al momento del ritorno del loro padrone, cioè di Dio, potranno mostrare il frutto di questo Amore. Il terzo, invece, che ha paura e non si fida di Dio nasconde l’Amore ricevuto e al ritorno del suo padrone, non ha nulla da mostrare. Questa terza persona ha una falsa idea di Dio, ha paura di Dio e sbaglia la sua vita. A Dio non resterà altro che prendere atto della sfiducia di questa persona che ha già vissuto un’esistenza pigra, sola e senza amore. Non è Dio che condanna. Dio non condanna nessuno ma non può nemmeno cambiare la vita di chi non vuole cambiarla. Siamo sempre in tempo ad Amare e a farlo con tutto noi stessi.

Mettiamo in circolo l’Amore ricevuto da Dio e cambieremo la nostra vita, cambieremo la realtà attorno a noi dando vera gioia alla nostra vita. L’Amore non chiede nulla in cambio ma è capace di penetrare ogni situazione di male, di paura o di sfiducia. Provare per credere.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 25,14-30

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 

«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. 

Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 

Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 

Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 

Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 

Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.

Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore.

Estote parati

Alcuni anni fa e precisamente nel 1992, insieme ad un gruppetto di amici, fondammo a Castelforte il gruppo scout Castelforte 1 – AGESCI. Fu un periodo davvero molto bello e importante che tuttora vive nei nostri cuori. Questa mattina ne rinnoviamo con voi il ricordo a partire dal motto dello scautismo che è: “Estote parati”.

Per i credenti, il senso è quello di essere “vigili” e di farsi trovare in grazia di Dio perché la morte può arrivare inaspettatamente, in qualsiasi momento.

Più genericamente, l’espressione è talvolta utilizzata come esortazione a essere sempre pronti ad affrontare qualsiasi situazione, imprevista o no che sia.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 24,42-51
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».

Parola del Signore.

Guai a voi

Dietro tante facce belle cosa si nasconde? Dietro certi “giudici” dei nostri tempi quanta ipocrisia? Ci si presenta pieni di zelo, severi, integerrimi e in realtà si è falsi, ipocriti, ossa morte, marci dentro. Si condannano gli altri senza processi e senza appello facendo trionfare il proprio potere. E noi, noi che tipo di donna o di uomo siamo? Anche noi giudichiamo, condanniamo, escludiamo, emarginiamo gli altri? E magari ci comportiamo così proprio per non vedere più o non confrontarci con l’altro e perciò lo escludiamo sulla base di qualche lingua biforcuta? E se non lo facciamo direttamente ma siamo consapevoli che altri lo stanno facendo e noi restiamo muti e silenziosi non siamo anche noi colpevoli?

Sono semplici domande che oggi, Gesù, ci rivolge con pacatezza e fermezza. Buona riflessione a tutti noi e se ne abbiamo il coraggio (ma c’è da dubitarne e anche tanto) proviamo a diradare le nebbie che offuscano la nostra coscienza.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,27-32
 
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. 
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».

Parola del Signore.