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Alzati e cammina

Davvero la misericordia di Dio non ha limiti. Gesù legge nel cuore del paralitico e lo guarisce nel corpo e nello Spirito. In maniera sorprendente per gli scribi (custodi della Legge) Gesù non solo perdona i peccati (prerogativa di Dio) ma, addirittura, li cancella. Per Gesù ciò che conta è il presente. Il passato è cancellato e chiede anche a noi di fare altrettanto. Il perdono, infatti, non si vede dalle parole ma chiede gesti concreti, chiede vita ed è vita. Chi non perdona continua a vivere tormentato lui e tormenta anche l’altro. Chi continua a serbare rancori; chi agisce con malizia e con falsità rinnova la condanna dell’altro e, quindi, anche di se stesso. La vera libertà esige la cancellazione di ogni colpa come fa Gesù con il paralitico. È chiaro, però, che i detentori della Legge non vogliono mollare il potere e, come gli scribi, s’indignano di fronte al perdono che Gesù, con grande misericordia, concede, donando una nuova vita al paralitico. L’invito a noi tutti, oggi, è quello di essere, come Gesù, misericordiosi con gli altri e per dimostrarlo a noi stessi in maniera concreta cerchiamo la o le persone con le quali abbiamo rancori di qualsiasi tipo e abbracciamole.

Buon cammino di santità.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,1-8
 
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Parola del Signore.

Cosa vuoi da noi?

Il male opprime, maltratta e priva le persone della libertà e, quindi, di una vita dignitosa. La sola presenza di Gesù spinge il male a fuggire via. Di fronte alla forza del bene nessun male può resistere e cerca riparo in posti immondi generando disperazione e morte.

Quando Gesù arriva ed è accolto nella vita delle persone il male scompare e, finalmente, la vita riprende a fiorire. Il profumo del bene si diffonde e genera un ambiente piacevole. Purtroppo, non a tutti piace o desiderano il bene. Molti, anche insospettabili, preferiscono dominare e schiacciare il prossimo e rifiutano Gesù scacciandolo per poter continuare a fare il proprio comodo.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8,28-34

In quel tempo, essendo Gesù giunto all’altra riva del mare di Tiberiade, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada.
Cominciarono a gridare: «Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?».
A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci a pascolare;
e i demòni presero a scongiurarlo dicendo: «Se ci scacci, mandaci in quella mandria».
Egli disse loro: «Andate!». Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti.
I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati.
Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio.

Parola del Signore.

Mi vuoi bene?

Amare e accettare di essere amati. È questo l’essenziale ed è questo che da senso alla vita. Pietro è reduce dall’esperienza del suo tradimento e di fronte alle domande di Gesù cerca di ribadire la sua amicizia e il bene che vuole al maestro.

Gesù accoglie le fragilità di Pietro e con quelle anche le nostre e stamattina chiede anche noi: “Mi vuoi bene?”. Ci chiede, perciò, di seguirlo sulle strade della vita, ci chiede di essere con Lui e per Lui strumenti del suo Amore. Ci chiede di Amare e di accogliere il suo Amore.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal vangelo secondo Giovanni
Gv 21,15-19

[Dopo che si fu manifestato risorto ai suoi discepoli,] quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Parola del Signore.

Seguimi

Seguire la Via è decidere di farsi testimoni, è seguire il Maestro, è fidarsi e affidarsi alla dolcezza e all’umiltà del cuore di Gesù.

In Lui, infatti, possiamo trovare Pace, Gioia e Felicità che sono l’aspirazione di ogni donna e di ogni uomo.

Seguire Gesù ci dà sicurezza, ci dà ciò di cui abbiamo bisogno per affrontare ogni difficoltà ogni ostacolo e vivere un’esistenza significativa.

Seguire Gesù è sapere che Lui non ci lascerà mai soli e che avremo sempre un compagno di viaggio che ci ama e ci ama fino a morire per noi.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8,18-22
 
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

Parola del Signore.

Talità kum

Per entrare nel significato profondo del vangelo di oggi abbiamo bisogno di due piccole chiavi di lettura che uniscono i due episodi narrati da Marco. Si tratta della parola “figlia” e della parola “dodici“.

Con la parola “Figlia” Gesù vuole indicare la nazione d’Israele e con “dodici“, le 12 tribù d’Israele. Insomma è attraverso di Lui, che Israele riceve vita nuova. Questa vita nuova viene donata da Gesù trasgredendo i precetti della Legge e dando valore alla Fede. Nel caso della “figlia” di Giairo, capo della sinagoga, Gesù trasgredisce le prescrizioni della Legge toccando la bambina considerata morta e le ridona vita, Talita-kum (fanciulla alzati). Nel caso della donna che aveva perdite di sangue è lei che tocca Gesù e trasgredisce la Legge rischiando di essere messa a morte in quanto la Legge le impediva di avvicinarsi e, peggio ancora, toccare chi è sano.

Gesù, insomma, da valore alla Fede che ignora le prescrizioni della Legge che ingabbiano la libertà e sono strumenti di potere di chi la amministra.

I due episodi narrati, quindi, ci trasmettono un significato che va oltre il racconto. Ancora una volta è la Fede e non la formale pratica religiosa che Gesù apprezza. Egli, il Figlio di Dio, elargisce doni al di là dei meriti. Per Gesù contano solo i bisogni reali delle persone. Dopo le guarigioni, infatti, Gesù non dice di fare offerte al tempio ma invita a vivere una buona vita. Questa è la grande novità che Gesù porta e che ai sacerdoti del tempio da fastidio. Molto fastidio.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Marco

Mc 5, 21-43

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.

E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.

Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

Parola del Signore.

Non sono degno

Certamente ci sarà capitato di chiedere qualcosa a Dio e ci sarà capitato di credere di non essere ascoltati. Perché abbiamo questa impressione? Prima di rispondere a questa domanda forse dobbiamo chiederci se rivolgendo una richiesta al Signore lo abbiamo fatto come ha fatto il centurione e se nelle nostre intenzioni c’era amore, fede, fiducia e umiltà e quale è il progetto di Dio per noi. Forse anche riflettendo con queste indicazioni non troveremo una risposta che ci appaga e forse è anche giusto così. Siamo solo minuscoli esseri viventi in una creazione immensa nella quale siamo invitati ad affidarci alla volontà di Dio che non ci abbandona mai e ci accarezza come solo Lui sa fare. La guarigione da chiedere è certamente quella dai nostri egoismi è quella dalla superbia che potrebbe non farci vedere chiaramente l’amore di Dio che è l’unica grande verità alla quale aggrapparci per vivere. Un bagno di umiltà ci servirà a vivere un’esistenza più autentica e pacificata.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 8, 15-17

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».

Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.

Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.

Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:

“Egli ha preso le nostre infermità

e si è caricato delle malattie”.

Parola del Signore

Se vuoi puoi purificarmi

Riconoscersi peccatori e chiedere di essere purificati. Questa è l’esperienza del lebbroso. Dalla lebbra non si guariva e l’istituzione religiosa aveva cacciato ed emarginato chi era colpito dalla lebbra. Il lebbroso del vangelo di oggi che non ha nome (cioè chiunque) decide di ricorrere a Dio e lo fa prostrandosi direttamente a Gesù al quale chiede di essere purificato. Gesù tende la mano e lo tocca e poi risponde: “Lo voglio: sii purificato!”. Dio accoglie tutti. Non fa distinzione di sesso, razza, lingua, ecc. La misericordia di Dio raggiunge ogni persona al di là dei suoi meriti o di quelli che appaiono essere meriti secondo il giudizio dei potenti magari perché funzionali al potere stesso. Poi Gesù lo invita a presentarsi al sacerdote perché per rientrare in società era necessario fare un’offerta al sacerdote e mostrare che si era guariti. Ma ci sono particolari che meritano di essere notati. In particolare Gesù sottolinea come il contatto con Dio è libero e gratuito mentre quello con i sacerdoti non è gratuito e, purtroppo, nemmeno scontato. Dio, infatti, accoglie tutti e sempre. Insomma senza dirlo in maniera esplicita Gesù evidenzia la distanza tra Dio-Padre e il Dio della religione che con le sue regole esclude, emargina e sottopone le persone al potere sacerdotale. Gesù, invece, purifica e libera. Il suo invito a presentarsi al sacerdote non è tanto per essere riammessi in città, cioè nella società, ma “come testimonianza per loro”, cioè per mostrare ai sacerdoti che loro sono distanti dal Dio-Padre che è misericordioso e accogliente. Lo stesso Gesù toccando il lebbroso era diventato, per la Legge, un impuro. Gesù in questo modo ha fatto una chiara scelta di campo di distanza e di distinguo da chi fa della fede in Lui una religione, cioè da chi trasforma la fede in un potere personale. Gesù ci ha donato la libertà che nessuno potrà mai toglierci e che siamo chiamati ad onorare per non tradire l’amore che Gesù ci ha donato accettando di morire sulla croce.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8, 1-4
 
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».

Parola del Signore

Giovanni è il suo nome

Buongiorno e Santa festa di San Giovanni Battista, il precursore. Solo due piccole riflessioni.

a) «Giovanni è il suo nome». Ecco la frase che salvò Zaccarìa dalla sordità e dal mutismo, entrambi mali inflittigli dall’Angelo per la sua incredulità all’annuncio della futura nascita del Precursore.

b) la nascita di Giovanni e quella di Gesù sono legate fra loro. Se, infatti, la chiesa ricorda la nascita di Gesù il 25 dicembre, non può che ricordare quella di Giovanni al 24 giugno, essendo essa avvenuta, come testimonia il vangelo secondo Luca, sei mesi prima.

Il parallelismo di queste date contiene anche una simbologia, almeno nel bacino del Mediterraneo che è stato il crogiolo della fede ebraico-cristiana: se il 25 dicembre, solstizio d’inverno, è la festa del sole vincitore, che comincia ad accrescere la sua declinazione sulla terra, il 24 giugno, solstizio d’estate, è il giorno in cui il sole comincia a calare di declinazione, proprio come è avvenuto nel rapporto del Battista con Gesù, secondo le parole dello stesso Giovanni: “Egli deve crescere e io diminuire” (Gv 3,30)» (E. Bianchi).

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 1, 57-66.80

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.

Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».

Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.

Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Parola del Signore

Guardatevi dai falsi profeti

Capita di incontrare persone o situazioni perfette. Tutto bello, tutto funzionante, tutto organizzato, tutto perfetto.  Eppure s’intuisce che c’è qualcosa che manca. Manca quella vitalità capace di toccare i cuori, manca la capacità di emozionarsi, di fare scelte forti … mancano “i frutti” di chi decide di “giocare” la propria vita in maniera vera, profonda e autentica.

Quel mondo così perfetto è piatto e non genera futuro, appiattisce la vita, la schiaccia sulle idee di chi la guida che opprime ogni diversità, ogni creatività e, quindi, tende ad evitare il rischio di fare e/o permettere di fare scelte controcorrente che sono le uniche a generare futuro autentico. Il

Il Signore invece è accanto a chi cerca di creare cose nuove e belle; a chi cerca le opportunità che la vita mette davanti per “essere” uomini liberi e forti. È così che si diventa capaci di resistere alle angherie dei potenti di turno che nascondendosi da “pecore” amano, invece, avere sempre tutto sotto il loro “rapace” controllo personale mentre il Signore dona a tutti una vera libertà. Nessuno, perciò, si faccia sfuggire il dono della libertà di pensare, di vivere e di essere ascoltatore sincero della voce dello Spirito che nessun vero profeta potrà mai ingabbiare. Siamo stati creati liberi e liberi dobbiamo continuare a restare vivendo la responsabilità di chi si serve di questa libertà per servire il Signore e non i signori di questo mondo.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7, 15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Parola del Signore.

La porta stretta

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7, 6.12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

Parola del Signore.