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Abbiate fede in Dio

Può accadere di sbagliare strada. È successo a tutti. Non sempre, infatti, troviamo strade larghe, asfaltate, con le indicazioni ad ogni bivio. Spesso le nostre strade sono viottoli di campagna, sentieri in salita e senza segnali. Nessuna paura se abbiamo sbagliato strada una o più volte e nemmeno se stiamo percorrendo una strada che non conosciamo.

Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me“.

Ognuno ha la sua strada, nessuna è meglio dell’altra perché tutte possono essere percorse con o senza “Amore“, con o senza “Speranza“, con o senza “Amici“.

Come possiamo conoscere la via?”. La risposta arriva immediata: “Io sono la Via, la Verità e la Vita“.

Gesù non dice di avere la verità, cioè non ci giudica e non ci condanna ma ci mostra, con la sua vita, cosa significa essere vero. Significa prima di tutto accettarsi così come si è; significa avere capacità d’Amore che porta la nostra esistenza nella vera vita, che non vive di cose materiali ma di relazioni profonde.

Fanno paura, invece, le persone, (e ce ne sono tante) che giudicano, condannano, escludono e si fanno maestri. Sono povere persone.

Perciò per vivere la vita nella verità siamo, ogni giorno, chiamati a riprendere il nostro cammino consapevoli che il Gesù, (Amore, Speranza e Amico) è sempre accanto a noi anche se abbiamo fatto errori nel passato e se, forse, ne faremo ancora.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,1-6

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

Parola del Signore.

Venite a me

Mentre leggiamo e riflettiamo sul Vangelo del giorno ci raggiunge un gradevole profumo di caffè. Un profumo che appare segno di libertà che offre a questo momento di preghiera un tocco in più.

Non facciamoci imbrigliare nelle leggi e nelle regole che è il pane preparato dai potenti. Abbandoniamo la nostra vita nel mistero della libertà che Gesù ci ha donato. Egli ci libera dai lacci e dai lacciuoli che gli uomini, invece, vogliono imporci per esercitare il loro potere. Gesù è libertà di vita che si esprime nella mitezza dei gesti e nell’umiltà dei pensieri. Nelle sue Parole c’è una dolcezza che avvolge che libera dal peso dei forti capaci solo di imporsi con la forza dei codici e della autorità di cui si investono. Noi preferiamo il libero profumo di questo caffè veduti su una vecchia e cara panchina in legno mentre contempliamo la Parola. Restiamo liberi e godiamo del ristoro che Gesù ci offre.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,25-30
 
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
 
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore

… e salvare il mondo

La luce illumina e ci permette di vedere oltre ogni tenebra, di scoprire i pericoli, di evitare gli ostacoli, di camminare sicuri.

C’è una luce in ogni cuore che si offre per guidare i nostri passi e le nostre scelte. Apriamo le porta del cuore e quella luce illuminerà tutto di noi donando alla nostra vita la salvezza.

Questa Luce ci chiede di darle fiducia e di abbandonarci completamente a Lei. È una Luce potente perché viene dall’Alto per Amare e custodire, sostenere ed incoraggiare.

La Luce che ci è stata mandata dal Cielo non condanna, non giudica e desidera soltanto donarci Pace.

È una Luce che salva.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12, 44-50

In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Parola del Signore.

Una cosa sola

Gesù rivela di essere “una cosa sola” con il Padre o, secondo una migliore traduzione, “Io e il Padre siamo uno” e cioè che non c’è distinzione tra Dio e il Figlio. Gesù, infatti, mostra Dio, Egli è Dio: “chi ha visto me ha visto il Padre”. L’evangelista Giovanni spiega ora quanto aveva anticipato nel Prologo del suo Vangelo: Dio nessuno l’ha mai visto, solo il figlio ne è la rivelazione. Gesù non è un inviato da Dio, Gesù non è un profeta di Dio, Gesù è la manifestazione visibile e terrena di quello che Dio è.

Ecco perché se leggiamo con attenzione questo piccolo passo del Vangelo Giovanni troviamo scritto una prima volta che le pecore non possono essere strappare dalla sua mano e al rigo successivo che nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Lui e il Padre sono uno, cioè sono l’unico e il solo Dio.

Da ora in poi i Giudei si scateneranno contro Gesù che si è fatto Dio, una cosa incomprensibile e intollerabile. Ai capi religiosi piace il Dio lontano del quale loro e solo loro si sentono mediatori.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10, 22-30

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Parola del Signore.

Gesù, il pastore

Il Signore è la porta della nostra vita. È Lui che ci salva e attraverso vie che restano oscure e misteriose ci offre l’opportunità di collaborare alla felicità dei nostri amici. Non perdiamo l’occasione di fare il bene. Anche oggi, che è un nuovo giorno, abbiamo la possibilità di contribuire alla felicità degli altri. Mettiamoci impegno e volontà e il Signore non ci farà mancare il suo aiuto.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10, 1-10

In quel tempo, disse Gesù: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita a l’abbiano in abbondanza».

Parola del Signore.

Dona la vita

“Il buon pastore da la propria vita per le pecore!”. Tante volte mi sono soffermato a riflettere su queste parole di Gesù. Parole molto precise, forti, chiare e che non lasciano spazio ad interpretazioni personali. Il buon pastore protegge, cura, accarezza, sostiene, accoglie, incoraggia. Il buon pastore cerca la relazione e con grande umanità e umiltà è spinto a conoscere in profondità ognuna delle pecore a Lui affidate e con ognuna vuole un rapporto vero, profondo e sincero. Il buon pastore cerca lo sguardo delle pecore, va a cercarle ovunque stanno e le ama in profondità. Il buon pastore desidera e lavora per avere un gregge unito, solidale e dove la fraternità è Legge. Il buon pastore lo riconosci subito ha lo sguardo buono, il sorriso che attira e la capacità di saper fare discernimento. Il buon pastore non scarta nessuna delle sue pecore e dona la sua vita per loro. Questo è il comando che ha ricevuto dal Padre e proprio da come lo vive acquista Autorevolezza. Egli non è autoritario e dallo stile del suo agire lo riconosceremo e lo seguiremo. È nella concretezza della vita che possiamo scoprire, amare e seguire il buon pastore rifiutando il mercenario che non è pastore e che abbandona le pecore al lupo. Quest’ultimo si fa complice del male ogni volta che fa finta di non vedere, di non sapere e, quindi, non parla e non agisce lasciando che il gregge voluto e desiderato dal Padre (cioè ogni battezzato con la sua vocazione) venga lasciato solo e a volte addirittura scartato. Peccato. Questo è un grande peccato. Dobbiamo pregare e pregare molto per i nostri pastori affinché possano davvero donare la vita ed essere veri e Autorevoli.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,11-18

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Parola del Signore

Da chi ANDREMO?

Credevano di seguire un “liberatore” dal potere romano ma dopo il lungo discorso sull’Eucarestia oltre ai Giudei infastiditi perché Gesù aveva smontato il loro potere anche molti discepoli mormoravano per la durezza delle sue parole e decisero di abbandonarlo. Il momento è difficile ma l’esigenza della verità supera ogni dubbio. Gesù aveva chiarito che la sua liberazione va oltre le potenze umane e grazie al dono dello Spirito di Dio la nostra vita può trasformare profondamente il nostro presente.

Purtroppo anche oggi, molti di noi non comprendono o credono, invece, in un Dio che dovrebbe assecondare i nostri desideri personali. Il Dio di Gesù Cristo è oltre, Egli ama ciascuno di noi (nessuno escluso) e prova continuamente a parlare al nostro cuore e ci chiede: “Volete andarvene anche voi?”.

Proviamo a rispondere.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,60-69

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Parola del Signore.

Vivere

Ai Giudei (i capi della sinagoga) non piace e non accettano un Dio vicino e che si fa dono. Loro vogliono e propongono un Dio alto, lontano, un Dio che attende doni. Il Dio che piace loro ha bisogno di mediatori, ha bisogno di loro. Gesù, invece, con le Parole di oggi e dei giorni scorsi spiega che Dio è vicino al popolo, che è accanto ai suoi figli, che ha donato il Figlio per dare coraggio, forza e pace alle nostre vite. Non c’è bisogno di mediatori. E, per sostenerci, ci consegna la sua carne (la sua vita) e si fa pane. Ecco l’Eucarestia!!!

Questo è il cibo spirituale che incoraggia la nostra vita e la rende eterna. Non è, spiega Gesù, come la “manna” donata al popolo d’Israele nel deserto nel viaggio dall’Egitto alla Terra promessa. Nessun membro di quel popolo entrerà nella Terra promessa ma sarà permesso ai loro figli. Chi, invece, “mangia questo pane vivrà in eterno”. Ecco l’Eucarestia che ci dona vita adesso e per l’eternità.

Crediamo noi questo?

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,52-59

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Parola del Signore.

Per la vita del mondo

C’è un “pane” speciale che è “per la vita del mondo”? E di cosa si tratta? Gesù risponde che questo “pane” è la sua “carne”, cioè la sua vita d’amore per l’uomo, il suo servizio per i fratelli fatta di semplicità, di umiltà, di sobrietà ed essenzialità.

Gesù ci mostra “l’Uomo”, ci fa vedere l’Amore vero fatto di gesti, azioni e fatti concreti. Non parole, non la recita di copioni da buonisti ma il rischio di Amare l’altro ad ogni costo … Anche al costo della vita.

Per aiutarci a vivere imitando la sua vita Gesù ci suggerisce di “ascoltare il Padre”, cioè di approfondire le Scritture, di trovare la Via ascoltando le Parole che il Signore ci dona e che sono custodite nella Santa Scrittura.

Questa è l’unica via per vivere la vita e vivere per sempre, per non morire mai, restando umani ed essere testimoni credibili del Dio bambino, del Dio umile, del Dio che Ama e Ama sempre.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,44-51

In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti:
“E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Parola del Signore.

Vita eterna

La vita eterna non è una promessa per il dopo ma è un dono per il nostro presente. Si, proprio così, Gesù ce lo dice con chiarezza parlando della “vita eterna” non come un premio futuro, un premio per dopo la morte. Egli ci dice chiaramente che se crediamo in Lui oggi, da subito, e se credendo ci fidiamo e affidiamo, riceviamo una “, qualità di vita” capace di superare ogni cosa … di andare oltre la morte. Gesù, infatti, dice: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”. Si tratta di imitare la vita di Gesù, di fare come ha fatto Lui, cioè di mettere nella nostra vita lo stesso sentire che ha indotto Gesù a farsi dono per gli altri.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,35-40
 
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Parola del Signore.