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La promessa

La parola da vivere oggi è: cercare la Promessa.

Tutta la storia del mondo si fonda su una Promessa. Dio fa una promessa ad ogni donna e ad uomo e invita ad accoglierla avendo fede e fiducia nella sua realizzazione; invita anche noi a scoprire quale è la sua promessa e ad aspettare che si realizzi. Questo è quello che accade ad Abramo, a Mosè e a tutte le donne e gli uomini che sono invitati a scoprirla e a stipulare un’Alleanza con Dio accogliendo il suo volere per poi attendere che la sua promessa trovi il tempo e il luogo della realizzazione.

Oggi ci impegniamo a comprendere quale è la promessa di Dio per noi e ad avere fede che si realizzi nella vita. Ci impegnamo a vivere con fiducia come ha fatto il vecchio Simeone e tanti altri le cui storie sono narrate nella Bibbia.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,22-40

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Parola del Signore.

Trovare la vita

Il Vangelo di oggi lega incarnazione e martirio e aiuta nel discernimento ogni persona nel proprio contesto e ci mostra il destino del vero discepolo: “Chi avrà perduto la sua vita a causa mia la troverà” (Mt 10,39). Il discepolo non si distingue per capacità ma, semplicemente, per essere stato scelto. Il legame con Cristo provoca avversione, esclusione e, a volte, violenza fino al punto di essere odiati, finanche dalla propria “famiglia”. Questo potrebbe spaventarci e umanamente ci ferisce ma Gesù e, oggi, Stefano, ci indicano la via. Poniamo la nostra fragilità nelle mani di Gesù e chiediamo l’aiuto dello Spirito che ci sosterrà nel cammino.

Franca e Vincenzo, osb.cam


Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,17-22
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
 «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
 Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

Parola del Signore

Il suo nome è GIOVANNI

La parola da vivere oggi è: aprirsi al nuovo.

La storia ci invita a cambiare e ad accogliere il nuovo. Rompere con il vecchio significa andare oltre le abitudini e creare cose nuove con radici antiche. È questo che meraviglia il cuore e apre la vita al mistero che anima i sogni e dà il coraggio di spingere i passi oltre gli ostacoli del si è fatto sempre così.

Ogni novità illumina il cielo della vita e suscita stupore … Nulla è impossibile a Dio.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

   Parola del Signore

Grandi cose

La parola da vivere è: ringraziare il Signore.

Dire Grazie al Signore è un passaggio decisivo della vita. Si tratta di riconoscere i doni che abbiamo ricevuto; di mostrare la consapevolezza della nostra fragile condizione; di crescere nell’umiltà. Un grande aiuto ci viene Maria e dallo stile che Lei ha saputo mostrare.

Il nostro Dio sta sempre dalla parte degli oppressi; simpatizza per gli umili ed è misericordioso verso chi lo teme. Egli interviene per sostenere chi è in difficoltà e confondere i potenti e i superbi. Il Signore è vicino ai poveri e agli oppressi; respinge i ricchi e soccorre il suo popolo.

Abbiamo fiducia e affidiamoci.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

   Parola del Signore

Eccomi !!!

La parola da vivere oggi è: Eccomi!!!

La risposta di Maria deve ispirare la nostra risposta alla chiamata del Signore. Si tratta di accogliere la volontà di Dio nella vita. Si tratta di cambiare il cuore e di abbandonare orgoglio e presunzione riconoscendo Gesù nei poveri, negli abbandonati e negli scartati … Guardiamoci intorno e troveremo l’Atteso che abita accanto a noi e che addirittura è con noi (con me, con te, con lui) nella nostra anima. Questa certezza cambia la vita e ci fa comprendere che davvero: “Nulla è impossibile a Dio”.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Luca

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

   Parola del Signore

Una lunga storia

Questa mattina il Vangelo ci propone un elenco di nomi di persone. L’impressione è che ci appare solo un arido elenco di nomi, una lunga ed infinita catena di sconosciuti, eppure è ad un certo punto di questa catena che l’Atteso (il Dio con noi) compare nel mondo. Non sappiamo nulla della quasi totalità delle persone che ci hanno preceduto.

Abbiamo poche notizie dei nostri nonni. Già dei bisnonni sappiamo quasi niente. I libri di storia ci raccontano solo di pochissime e rare persone. Anche noi, a pensarci bene, siamo solo semplici anelli di questa catena infinita, eppure senza di ciascuno di noi questa catena potrebbe interrompersi. Ognuno di noi, infatti, porta con se l’immensa responsabilità e la bellezza di una fede che dobbiamo consegnare al futuro.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Mt 1, 1-17 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.

Parola del Signore

Dio con noi

La parola da vivere oggi è: accogliere il Mistero.

Accogliere il Mistero è il senso del Natale. C’è qualcosa di così grande e di così immenso che ogni parola è insufficiente per raccontarlo. Il Mistero che l’uomo attendeva è entrato nella storia grazie allo Spirito Santo rompendo ogni tradizione e capovolgendo ogni disegno dei potenti che resteranno travolti dalla semplicità e potenza che si nasconde in un bambino nato ai margini e lontano dai luoghi del potere terreno.

L’Emmanuele, l’atteso entra nel mondo e nel nostro quotidiano per riscattare il mondo dal peccato. Egli abbraccerà i pastori (considerati malvagi e peccatori), i pubblicani (esattori delle tasse) e le prostitute e a loro non chiederà nulla. Semplicemente li amerà con tutto se stesso così come continua ad Amare ogni donna ed ogni uomo. Il Dio con noi ci dona il suo bene e la libertà di vivere senza colpe, senza padroni e senza obblighi di nessun genere. Egli ci chiede solo di amare l’altro e di farlo così come ha fatto Lui. Questa è la grande rivoluzione che porta nel mondo Gesù di Nazareth, figlio di Maria, sposa di Giuseppe (uomo giusto) figlio di Davide.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

   Parola del Signore

In verità vi dico

La parola da vivere oggi è: Fare la volontà di Dio.

Per fare ciò che il Signore ci chiede occorre ascoltare la sua volontà. Ma come possiamo ascoltare il Signore se siamo sempre e continuamente impegnati a fare altre cose. Forse non ci siamo mai chiesti cosa vuole Lui da noi. Forse non ci interessa neanche tanto e crediamo, che la cosa più importante per noi sia fare le cose che abbiamo nella nostra testa. Gesù rimprovera i capi dei sacerdoti e gli anziani e gli accusa di non ascoltare Dio perché impegnati a fare altre cose, magari a fare carriera e occupare posti. Il rimprovero di Gesù ai sacerdoti del Tempio è durissimo e si conclude profetizzando loro che “pubblicani e le prostitute” li passeranno avanti, nel regno di Dio. Pubblicani e prostitute, infatti, hanno ascoltato e creduto.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

   Parola del Signore

Preparate la via

La parola da vivere oggi è: saper riconoscere l’uomo di Dio .

Scribi e farisei avevano insegnato che il Messia avrebbe risolto tutti i problemi. Gesù, invece, viene nel mondo in umiltà, con mitezza e semplicità. Tre cose che i potenti sacerdoti non riconoscono come segni del Messia e, quindi, non lo accettano e lavorano per farlo condannare. Sappiamo che ci riusciranno e lo faranno diffondendo menzogne che spingeranno il popolo a schiersi per la liberazione di Barabba e la crocifissione di Gesù. Oggi, perciò, ci impegneremo a riflettere su quanto accade intorno a noi, stando molto attenti a non diventare noi stessi strumenti nelle mani dei potenti che tentano di manovrare il popolo per conservare il loro potere.

Non rinunciamo mai alla nostra libertà che ci è stata donata per vivere in fedeltà al Signore la nostra vita e non certo per assecondare chi esercita il potere con autorità priva di Autorevolezza.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

   Parola del Signore

Non ascoltano

La parola da vivere oggi è: non lamentarsi.

La nostra è, nella storia, la generazione che ha ricevuto di più di tutte le altre eppure appare quella che, più di ogni altra, si lamenta.

Perché? Forse non sono le tante cose che abbiamo a dare la gioia. Ci deve essere qualche altra cosa che ci sfugge. Proviamo a pensarci un attimo. Non è che abbiamo smarrito alcuni dei tratti fondamentali dell’umanità. Per esempio: la semplicità di essere noi stessi senza apparire altro; la contemplazione della creazione ammirando un fiore, la pioggia, il cielo, il volo di un uccello; il saper dire “grazie” per un caffè o per un piatto di pasta; la gioia, per esempio, di parlare con un amico; l’umiltà di chiedere le cose essenziali che ci mancano; la condivisione dei beni evitando ogni accumulo; il bello di chiedere e ottenere perdono e saper riconoscere i nostri errori senza scaricarli sugli altri; il saper ricominciare ogni giorno ringraziando Dio madre e padre per la vita; e si potrebbe continuare. E, invece, siamo sempre pronti a lamentarci di tutto e di tutti, a giudicare ogni cosa. Forse, se vogliamo essere veramente felici, dobbiamo imparare a dire “grazie”, “prego”, “per favore”, … pensiamoci tutti.

Franca e Vincenzo, osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

   Parola del Signore