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Gesù accoglie tutti

A chi si ritiene giusto non piace che un peccatore possa essere accolto e perdonato. A chi fa delle regole un potere non sta bene che Gesù sia misericordioso. Anche oggi, purtroppo, c’è chi mormora se si perdona qualcuno e se qualche peccatore viene accolto e gli si fa festa per lui.

La storia si ripete. C’è, infatti, anche oggi, chi si crede migliore, chi vive per controllare l’osservanza delle leggi ed è incapace di leggere il cuore dell’altro, chi si fa implacabile giudice ed emana verdetti di condanna.

Gesù, invece, cerca i peccatori, si ferma con loro, condivide la loro vita quotidiana e si fa loro compagno di viaggio, costi quel che costi.

Gesù è sempre pronto ad accoglierci e ad abbracciarci; è sempre pronto a rallegrarsi e a gioire con quelli che sono considerati “pecore nere”; ieri come oggi e domani, però, Gesù continua ad aspettare la nostra conversione. Non facciamolo aspettare ancora … Se non ora, quando?

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

   Parola del Signore

Portare la croce

Il Signore è molto ma molto esigente. Egli da noi vuole tutto e ci chiede di lasciare tutto. Essere discepolo è, davvero, una scelta che non ammette sconti. Gesù chiede tutto: chiede finanche la nostra vita.

La Parola di oggi, infatti, è molto dura e ci invita a fare scelte radicali, scelte che implicano rinunce forti e che vanno in direzione ostinata e contraria rispetto a come viviamo.

Forse prima di riprendere il cammino dovremmo fermarci un attimo a riflettere per cercare di dare risposte di senso. Questo ci aiuterà a vivere il nostro quotidiano con maggiore consapevolezza.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

   Parola del Signore

Esci per le strade

Gli indegni dell’invito ricevuto sono in tanti. Sono tutti coloro che rifiutano la chiamata. Dicono “No” ad accogliere l’invito a sedersi alla cena della grande festa. Dicono “No” alla proposta di entrare nel regno di Dio. Ed è così che il Signore chiama “i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Ora, finalmente, la festa può iniziare e sarà una grande cena, una serata indimenticabile che non avrà mai fine. Quanti, invece, hanno messo e mettono ricchezza, potere e successo al primo posto nella loro vita e nei loro impegni resteranno fuori e non gusteranno mai la cena del Signore.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».

   Parola del Signore

Beati voi

Chiamati ad essere felici, chiamati a vivere come Gesù. Sentieri beati è una scelta alla portata di tutti. Le beatitudini sono le vie della santità, le strade sulle quali Gesù ci chiama e sulle quali ci aspetta per accompagnarci …

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,1-12a

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore

Guarire di sabato

Siamo chiamati a fare il bene e la Legge è solo un aiuto; un aiuto ma non un obbligo. Spesso, invece, giustifichiamo le nostre indifferenze, le nostre omissioni, le nostre cecità, il nostro girarci dall’altra parte nascondendoci dietro il rispetto delle Legge. Quando questo accade mostriamo la nostra ipocrisia, il nostro essere “farisei” cioè crediamo più alla Legge che all’Amore.

Gesù ci mostra la strada e ci indica che la Legge sta sempre sotto o dietro l’Amore. Siamo chiamati ad amare … anche di “sabato😉”.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

   Parola del Signore

Tu che uccidi i Profeti

Non è e non sarà mai il potere dominante ad impedire ai “profeti” e, quindi, a tutti i battezzati di vivere, testimoniare e diffondere la buona notizia. Ogni battezzato che è, appunto, profeta non avrà né paura né timore di “morire” testimoniando la propria fede. La “patente” e la responsabilità di essere evalgelizzatori ce l’ha conferisce il battesimo e non possiamo non esercitarla con cura e buona volontà. A questo ci chiama, oggi, l’appello che viene della Parola nella quale traspare anche l’ingratitudine del popolo d’Israele e dei suoi capi che non solo non riconoscono il Figlio di Dio ma tramano per ucciderlo. Noi tutti siamo chiamati ad imitare Gesù e non i potenti. La forza di questa verità semplice sconvolge i sapienti, i dotti e i potenti. Questa forza ci incoraggia a spingere i nostri passi oltre convinti che un giorno il giudizio di Dio verrà.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

   Parola del Signore

Passò la notte a pregare

Sul monte di notte, quando tutto tace, la preghiera può toccare l’Infinito che dona la luce e lascia intravedere la via giusta. Ed è così che con l’inizio del nuovo giorno arrivano le scelte che aprono la strada verso il nuovo.

Gesù sceglie, così, i suoi collaboratori, ne sceglie dodici, cioè quante sono le tribù d’Israele. Quindi Gesù sceglie tutto il popolo, tutta la Comunità. Egli vuole tutti con se, non esclude nessuno ed infatti, attorno a Lui, si fece una grande folla e venne gente da ogni luogo. Dio, quindi, in Gesù, chiama tutta l’umanità che ascoltando la sua Parola viene guarita da ogni malattia e da ogni impurità. L’Ascolto della Parola, perciò, guarisce tutti anche chi è tormentato da spiriti impuri.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,12-19

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

Parola del Signore

Il nido tra i rami

 Fare il nido tra i rami è trovare un posto al riparo, un posto sicuro, un luogo idoneo ad accogliere. L’albero grande è la comunità dei credenti, di coloro che battezzati nella fede sentono di farne parte e vivono davvero come fratelli capaci di restare uniti proteggendosi reciprocamente.

Il grande albero ha radici profonde nel Signore e ogni battezzato che è “vero” sacerdote, re e profeta sa di farne parte … l’unico che giudica è il Signore e tutti siamo da Lui giudicati … Qui, su questa terra, i giudizi sono sospesi e chi lo fa si arroga un diritto che non gli è stato conferito. Allo stesso modo chi esercita un servizio come fosse un potere e se ne approfitta, compie un abuso. Un abuso che, in ogni caso, non potrà abbattere la fede di chi, ogni giorno, nella fatica della vita, portando la sua croce, cerca di non perderla, nonostante tutto.

Ci è stata donata a tutti, però, la possibilità e il dono di chiedere e concedere il perdono e siamo chiamati, dal Signore, ad esercitarlo e a goderne nella vita … Adesso!!! Se non ora quando?

Dopo sarà tardi.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

   Parola del Signore

Il grande comandamento (l’unica via)

 Il centro del centro; siamo al cuore del cristianesimo. Gesù oggi ci rivela il fondamento sul quale si poggia il suo messaggio e la via da seguire per poter vivere in eterno. Egli dopo averci mostrato che noi siamo amati ci svela che, a nostra volta, siamo chiamati ad amare. Amare chi? Amare Dio. Ma non basta. C’è un secondo comandamento o meglio c’è un’altra “via” per raggiungere la vita: è una via non simile alla prima ma ASSIMILATA alla prima, (quindi simile, cioè distinta ma non separata in quanto nella prima c’è l’amore di Dio e nella seconda l’altro che si assimilano). Questa seconda “via” è quella di amare l’altro come se stesso. E chi è l’altro? La risposta ce l’ha data Luca nella “storia” del samaritano. Comprendiamo che l’altro è “chiunque” anche il nostro nemino. L’Amore non ha più confini. Gesù accende in noi un fuoco. Ed è in questa esperienza d’amore ricevuto e donato a Dio e a chiunque altro (anche i nemici) che siamo chiamati a costruire tutta la nostra vita. Il resto, tutto il resto, non conta. L’unico vero peccato, quindi, è il non amare, è il rifiuto dell’altro, è scartare l’altro, è, in buona sostanza, mettere se stessi al centro escludendo l’altro. Stiamo attenti perché questo è davvero l’unico e più grande peccato e, perciò, smarrirsi nel cammino della vita è molto facile e molto comune.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

   Parola del Signore

Vedremo

Ogni albero è chiamato a portare frutto; ogni persona a fare del bene. Fare bene davvero ha un costo: incomprensioni, sofferenze, impegno ma anche la gioia vera di chi risorge a vita nuova.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

   Parola del Signore