Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Beati

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,1-12a
 
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore.

La nostra vita acquista significato quando è innanzi tutto risposta viva alla chiamata di Dio. Ma come riconoscere una tale chiamata e scoprire ciò che Dio si aspetta da noi? Dio si aspetta che siamo un riflesso della sua presenza, portatori di una speranza del Vangelo. Chi risponde a questa chiamata non ignora le proprie fragilità, così custodisce nel suo cuore queste parole di Cristo: “Non temere, continua a fidarti!”.

Frere Roger

Benedetto colui che viene nel nome del Signore

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,31-35

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi!  Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

Parola del Signore.

Gesù in questi giorni è in cammino verso Gerusalemme e i farisei lo avvertono che Erode lo vuole uccidere. Gesù ascolta e poi risponde che è necessario che Lui prosegua il camminare verso Gerusalemme. Poi annuncia che “non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme” e si esprime con parole dure. Da un lato parla della protezione che Lui ha assicurato al suo popolo come fa la chioccia con i pulcini ed dall’altra afferma che “voi (il popolo di Israele) non avete voluto”. In quel voi è facile vedere anche noi stessi. Quante volte, infatti, non ci siamo curati del Signore? Quante volte lo abbiamo ignorato? Quante volte lo abbiamo, nei fatti, rifiutato. Anche per noi questi “rifiuti” verso il Signore e il suo Amore sono stati, purtroppo, evidenti nel comportamento con gli altri, nel tradimento delle relazioni, nella pratica dell’egoismo, nel vivere legati alle forme ma distanti dal cuore di Gesù. Eppure conclude il Signore: “Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Verranno da oriente e da occidente

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,22-30
 
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.  Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Parola del Signore.

Buongiorno. Abbiamo appena capito che essere nati in una parte del mondo che è per tradizione cristiana non ci garantisce che saremo nel Regno di Dio. Allo stesso modo non basterà aver partecipato alle liturgie o fatto tante pratiche devozionali per essere accolti nel Regno di Dio. E allora? Allora è semplice. Gesù è attento nel n tanto alla relazione che abbiamo con Lui che resta, in ogni caso fondamentale, perché è un sostegno alla nostra vita. Gesù è molto più attento alla relazione che noi abbiamo con gli altri. In particolare sarà fondamentale Amare, Accogliere chi cerca aiuto, Assistere chi è nel bisogno, … Cercare la Giustizia, praticare la Carità… Perdonare. È successo queste cose che saremo tutti giudicati. E in questo tutti c’è l’intera umanità anche i non cristiani. Ecco perché Gesù dice al suo popolo che non è sufficiente osservare la “pratiche religiose” ma è essenziale e fondamentale vivere la vita Amando. È successo questo che l’intera umanità sarà giudicata.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il granello e divenne un albero

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,18-21

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Parola del Signore.

Dov’è e cosa è il Regno di Dio. Intanto il Regno di Dio è qualcosa di piccolo, anzi piccolissimo (un granello di senape) che cresce in silenzio (come l’albero) e lo fa senza clamore (come il lievito nascosto nella farina). Egli, il Regno di Dio, lo vediamo, lo sentiamo e possiamo toccarlo solo quando è cresciuto e si mostra più per l’autorevolezza che per l’autorità. Il Regno di Dio non ha bisogno di mostrarsi, di urlare, di farsi bello. Egli è nella vita delle persone che lo vivono e che lo “mostrano” nella concretezza dei pensieri e delle azioni quotidiane,

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Ne scelse dodici

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,12-19

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie;  anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

Parola del Signore.

Prima di chiamare gli Apostoli Gesù prega. Lo fa di notte quando la mente e il cuore sono presi d’assalto dai pensieri. Ed è in quelle ore trascorse a pregare che Gesù ci chiama e ci fa rinascere a vita nuova. Poi alle prime luci dell’alba ci interpella e ci chiede di essere suoi testimoni sulle strade del mondo dentro il nostro quotidiano. Ora da chiamati (e Gesù chiama tutti) possiamo interpretare la nostra missione da vivere, ripetiamo, viaggiando (come hanno fatto i dodici) oppure vivendo nel nostro quotidiano lì dove viviamo, in famiglia, sul lavoro e nel contesto ambientale. Gesù ci chiede di amare. Eh sì, di amare, perché l’amore guarisce gli altri e prima di tutto se stessi.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

La luce della Fede vince le tenebre del male

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,46-52

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Parola del Signore.

Colpisce la decisione di Bartimeo. Egli vuole vedere. Sente che sta per passare Gesù e grida per incontrarlo. I soliti benpensanti vorrebbero quietare ma lui grida più forte. Si ribella e si fa sentire da Gesù. Ed è così che, con umiltà, chiede di riavere la vista. E Gesù gli dice: «Va’, la tua fede ti ha salvato».

Ecco è la fede che salva. C’è chi crede di essere più furbo, più capace, più intelligente, più forte, più potente … e così crede di poter fare tutto da sé. Si sente invincibile e dimostra di essere un ingordo. Questo soggetto si sbaglia, si sbaglia di grosso e quanto prima il gigante dai piedi d’argilla cadrà e il suo tonfo farà rumore restando solo e isolato. Il cieco che, invece, è ai margini e con umiltà chiede Luce l’avrà e tornerà a vivere essendo consapevole che il dono della vista viene dal Signore che lo ha accolto grazie alla sua vera e autentica Fede.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Se non vi convertite

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,1-9
 
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Parola del Signore.

Carissimi ancora una volta Gesù ci avvisa … “se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. Cioè? Come i Galilei fatti uccidere da Pilato o come i diciotto morti sotto le macerie della Torre di Siloe. E allora? Allora sappiamo che nasciamo e moriamo (tutti nessuno escluso) ma se crediamo e ci convertiamo anche la nostra vita cambia. In che modo? Se ci convertiamo riusciremo a comprendere che la vita è un dono di Dio e la morte è il bacio del Signore. Avremo consapevolezza che non siamo su questa Terra per un caso e che dopo aver svolto il nostro compito torneremo dal Padre che ci abbraccerà all’ingresso per farci un dono di eternità.

Buon sabato e buona vita

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Tenetevi lontani da ogni cupidigia

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,13-21
 
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Parola del Signore.

Con la breve parabola di oggi, Gesù non vuole certo proporci un impossibile distacco dai beni necessari ma sottolineare, invece, che la nostra vita non è certamente legata a quante ricchezze possediamo. Se ci leghiamo a queste anche il nostro cuore ne sarà posseduto. A farci comprendere che tutto ciò è vero sta il fatto che i ricchi per il fatto di essere ricchi non posseggono di certo la felicità.

Dalle parole di Gesù si nota solo che dai pensieri nascosti del ricco emerge un certo sollievo per la sicurezza egoistica nella quale vive. Ma le sue ricchezze sembrano solo nascondere la fame d’amore che abita ogni cuore. Egli si preoccupa solo dei suoi beni e tralascia l’essenziale della vita. Le sue relazioni sono costruite con il solo fine di accumulare denaro ed è diffidente. Per difendere i suoi beni e arricchirsi ancora di più distrugge rapporti e relazioni autentiche dando spazio a finzioni e inganni. Capita però che egli si accorge della presenza del male nella sua vita e cerca di esorcizzarla con pratiche simboliche e magiche. Non accetta che il segreto della vita non sta nei beni che ha accumulato e negli altri che desidera possedere e non sta’ nel finto rispetto di una società che in realtà ha solo paura della sua malvagità. Egli si crede grande ma è solo un illuso e presto dovrà purtroppo rendersene conto.

La vita ci ha insegnato che ci sono beni più preziosi delle ricchezze … c’è, infatti, il bisogno di cercare le cose di Dio senza le quali siamo poveri e vuoti, c’è bisogno di accogliere lo Spirito di Dio e non lasciarsi schiavizzare da qualche potente. Abbiamo bisogno della sapienza del cuore che un ricco difficilmente può avere perché la sua mente e il suo cuore sono posseduti.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,35-45
 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore.

Buongiorno e buona domenica !

Abbiamo appena finito di leggere che i fratelli Giacomo e Giovanni (figli del tuono) chiedono a Gesù di avere POTERE, di sedere nella sua “gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”. Una richiesta che in qualche modo è la stessa che continua ad essere fatta, anche oggi, da tanti di noi. Gesù, risponde, che non spetta a lui concedere quanto richiesto. Gesù resta il campione dell’Umiltà, del Servizio, dell’Amore… La sua è una logica capovolta rispetto a quella del mondo. E gli altri discepoli come reagiscono? Si indignano con Giacomo e Giovanni. Sono arrabbiati e lo esternano. Gesù con pazienza e molta calma gli chiama tutti a se e spiega: “chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti“.

E noi? Noi cosa chiediamo? Cosa cerchiamo nel mondo del lavoro, negli ambienti della vita quotidiana e nelle nostre Comunità? Cosa chiediamo? Denaro? Potere? Successo? Perché tante volte facciamo e pretendiamo di fare cose che ci mettono in mostra e facendole umiliamo gli altri? Anche nelle nostre Comunità può capitare di spingersi a vicenda per Leggere, per Servire, per Cantare (meglio il coro della domenica rispetto a quello del sabato)… Insomma Gesù ci insegna che la logica del Vangelo è capovolta rispetto a quella del mondo. Capovolta!!!

Ancora buona domenica

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,8-12

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

Parola del Signore.

Raissa Maritain, filosofa, poetessa e mistica russa, affermava: “camminare sulle acque, ecco la vocazione del cristiano. Senza nessun appoggio umano, nella fede pura, nella speranza e nella pura carità. Senza nessun sentimento, a volte, tenendo unicamente lo sguardo levato verso Dio…”.

Spesso siamo preoccupati perché diciamo che tante cose non funzionano, le chiese si svuotano e i giovani percorrono strade che non condividiamo. Eppure la migliore risposta cristiana è sempre nell’ottimismo, sempre piena di Speranza, sempre positiva perché è fondata sulla Parola.

Ricordiamoci di Abramo “ebbe fede sperando contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto”. È lo stesso per noi. Non abbiamo certezze ma solo una promessa … che troverà attuazione solo secondo i tempi che solo Dio conosce. 

Perciò anche oggi Gesù ci dice: “non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire”.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️