Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Anche il vento e il mare gli obbediscono.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 4,35-41

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Parola del Signore.

Siamo avvolti dalla Provvidenza di Dio. Per quanto il male cerchi di turbare i nostri giorni e le nostre fragili esistenze la Provvidenza di Dio non permetterà al male di distruggerci. La Speranza che la Provvidenza di Dio non ci abbandonerà mai e che questo sia il destino della nostra esistenza è il Segno della nostra Fede e, in questa “realtà”, con la buona volontà viviamo concretamente la Carità che è l’Amore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Nessuno può servire due padroni

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,24-34

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.
Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?

Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

Parola del Signore.

Una volta, tanti anni fa, abbiamo letto un articolo il cui titolo era: “La scelta“. L’autore invitava a scegliere. Non si poteva cercare di fare tutto e il contrario di tutto. Siamo sempre davanti ad un bivio … o si va da una parte o dall’altra. Gesù ce lo dice con chiarezza e se non lo abbiamo ancora fatto è tempo di decidere.

La seconda considerazione riguarda il modo di affrontare il quotidiano. Se siamo continuamente preoccupati per il domani è normale che non viviamo bene il presente. Corriamo sempre in preda ad una perenne agitazione e i giorni passano; abbiamo vite frenetiche per soddisfare desideri spesso sproporzionati rispetto a ciò di cui abbiamo davvero bisogno. E accade che in questa corsa verso falsi bisogni, desideri che ci oltrepassano facciamo il grave errore di non vivere l’essenziale, il gratuito e la vita si complica rincorrendo cose di cui, in realtà, non abbiamo bisogno. In questo nostro agitarci creiamo situazioni difficili, coinvolgiamo gli altri, condizioniamo le nostre giornate a raggiungere cose, tante cose, troppe cose. Gesù ci invita a vivere il presente e a godere il buono e il bello che abbiamo senza sprecare tempo, energie e risorse per manie di grandezza. A volte si finisce perfino per distruggere relazioni e amicizie. Si calpestano, si umiliano e si denigrano le persone, perfino gli amici. Tutto questo per sentirsi grandi, potenti e forti. Che miseria, ragazzi! Che miseria!!!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Accumulate tesori in cielo

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,19-23

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

Parola del Signore.

Oggi Gesù richiama la nostra attenzione non tanto a non accumulare le ricchezze ma ci fa vedere quali sono le ricchezze da accumulare. Ebbene l’unica ricchezza da accumulare è l’amore… L’amore non si consuma, non si perde, ed è un tesoro che mai nessuno potrà mai rubarci o portare via. È l’unico tesoro che si moltiplica. L’unico tesoro che dobbiamo condividere e che se condividiamo non si consuma anzi si moltiplica.

Nei libro dei Proverbi si legge: «Non affannarti per accumulare ricchezze, sii intelligente e rinuncia» (Pro 23, 4).

Questa è un’antica saggezza umana e, infatti Gesù dice «dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore», e noi potremmo anche dire: «dov’è il tuo cuore, là sarà anche il tuo tesoro».

A volte con le nostre parole, i nostri gesti e le nostre azioni dimostriamo di pensare solo a noi stessi e non ci rendiamo conto delle ferite che provochiamo. Non riusciamo a rinunciare ai nostri desideri e, peggio ancora, alimentiamo vendette e odio, oppure restiamo indifferenti alle difficoltà degli altri. Insomma pensiamo solo a noi stessi e alle nostre necessità… forse il vangelo di oggi può aiutare tutti a riflettere: “dov’è il nostro cuore?”.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Pregando, non sprecate parole

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Parola del Signore.

La preghiera è un abbraccio dato a Dio, uno sguardo rivolto a Gesù. Pregare significa aprire il cuore a nostro Signore, con sincerità e spontaneità. 

Gesù ci dice che è proprio la sincerità del cuore che fa arrivare la nostra preghiera a Dio. Non servono le parole pronunciate come automi, senza amore. A volte bastano un pensiero, un gesto o uno sguardo per raggiungere il pensiero di Dio. 

D’altra parte Lui sa già ciò di cui abbiamo bisogno ancora prima che glielo chiediamo. 

Gesù ci insegna a chiamare Dio “Padre” perché riusciamo a renderci conto di quanto sia straordinario il Suo amore. Lui è nostro Padre e noi siamo Suoi figli! 

Dobbiamo imparare ad amare Dio, questo significa santificare il Suo nome, e amando Dio dobbiamo imparare a vivere come creature di Cielo destinate al Paradiso. “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”: amare come Dio, liberi da ogni forma di egoismo, orgoglio, presunzione. Donarci agli altri, come Gesù.

Dio ci aiuterà in questo, perché ci donerà la forza spirituale per farlo; lo ha già fatto donandoci Gesù, il pane della vita, cibo della nostra anima che ci insegna l’amore. Che la nostra anima arda sempre d’amore. Questo ci basta per non morire. “Dacci oggi, il nostro pane quotidiano”. Se mangiamo questo pane, dobbiamo amare fino all’estremo e così PERDONARE. Il perdono è fonte di misericordia, sempre! Chi sa perdonare è già con Gesù in Paradiso. Perdona gli altri, soprattutto chi non ti ama, perdona te stesso e aiuta Gesù a manifestare la Sua misericordia! Lui sempre perdona e ci rialzera’ sempre, dopo ogni caduta, liberandoci dal male. 

Gesù oggi, ci spiega che la vera preghiera, quella più efficace è VIVERE così!

Non siate simili agli ipocriti

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,1-6.16-18
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Parola del Signore.

Giustizia, Carità e Preghiera sono connesse e hanno bisogno di silenzio, discrezione e umiltà.

Tante volte, purtroppo, tantissime volte finiamo per ostentare, apparire e mostrare ciò che, in realtà, non siamo.

Il vangelo di oggi viene in nostro soccorso per aiutarci a riflettere affinché ciascuno di noi abbia il coraggio di gettare via la maschera dell’ipocrisia e mostrarsi per quello che si è, cambiando il cuore e quindi la vita.

È un bel salto di vita: dal vuoto all’Essere, dal mito dell’avere consenso e plausi alla Verità che libera.

Allora possiamo pregare con questa bella preghiera per la conversione del nostro cuore:

Signore Gesù, che nel segreto del tuo cuore accogli la Parola del Padre, insegnami a parlare con Dio non solo con le parole ma soprattutto con le opere di Carità. Tu che hai elogiato la vedova povera per l’offerta di tutto quello che aveva per vivere, donami la sana vergogna dell’ostentazione e del protagonismo e il gusto dei piccoli gesti ordinari di amore al prossimo. Tu che anche sulla croce, rinunciando a salvarti da te stesso, hai mostrato che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, fa cadere la maschera dell’ipocrisia perché nella condivisione fraterna dei beni possa mostrare il volto bello della Chiesa umile e provvidente.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Amate i vostri nemici

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,43-48
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo, e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
 
Parola del Signore.

Scrive Paolo: “Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo peccatori e nemici, Cristo è morto per noi” (cfr. Romani 5,8-10). Per Amare i nemici ci vuole una forza che non ci appartiene. Occorre chiedere ed implorare questa grazia a Dio che attraverso le parole del Vangelo di oggi ci offre lo “strumento” per misurare la nostra Fede. È inutile girarci attorno se non amiamo chi ci ha fatto e ci fa del male non siamo pienamente cristiani, se non amiamo i furbi seriali, i calunniatori, coloro che si sono approfittati e si approfittano di noi, come ha fatto Gesù (perfino con Giuda che lo ha tradito) allora dobbiamo porci delle domande profonde sulla nostra Fede. Gesù ci mette davanti una misura per valutare in autonomia se siamo cristiani. Spetta a noi rispondere e vedere se siamo riusciti a vincere l’istinto che ci porta a rispondere al male con il male. Il cristiano risponde al male con il bene. Se non lo facciamo allora dobbiamo crescere e crescere ancora. Il mondo, questo mondo ci porta a praticare la Legge del taglione ma Gesù ci invita a scardinare questo sistema di sofferenza che chiama altra sofferenza. Ci chiede di sotterrare l’orgoglio, la vanità, il desiderio di potere e di dominio per abbracciare l’umiltà che è una vera bomba nucleare capace di salvare la nostra vita immettendovi fin da subito nel Regno di Dio.

Se ci pensiamo bene il nemico è, per noi, un vero maestro perché ci permette di scoprire cosa abita il nostro cuore. Se siamo in buoni rapporti con gli altri, infatti, va sempre tutto bene ma se non lo siamo è allora che comprendiamo cosa c’è nel nostro cuore. Ma per avere il “potere” di Amare e vincere gli istinti occorre pregare per chi ci ha fatto e ci fa del male. Pregare non solo per chi ci fa del male ma anche per chi non vede e fa finta di non vedere per tutelare se stesso. Pregare, quindi, anche per complici che non sono né carne né pesce. Gesù è stato chiaro: “Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” (Matteo 5,44).

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

“Ma io vi dico di non opporvi al malvagio”

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,38-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

Parola del Signore.

 Il vangelo ci chiede di spezzare le catene del male e ci invita a praticare una forma di giustizia diversa. Gesù ci chiede di non opporci al male : «Non rendete a nessuno male per male» (Rm 12,17).

Se davvero facciamo così allora siamo considerati deboli o si penserà che abbiamo paura oppure che vogliamo stare quieti e tranquilli. No!!! Assolutamente No!!! Per non reagire al male che ci è stato fatto ci vuole tanta forza e tanto coraggio ma a pensarci bene è l’unico modo per spiazzare chi porta il male dentro di sé. Certo sarebbe giustissimo l’occhio per occhio il dente per dente. Se, infatti, qualcuno ci ha fatto del male e ci ha tradito, se ci ha negato qualcosa di giusto e lo ha fatto, magari, per umiliarci oppure per mostrare la sua forza è logico reagire, è normalissimo arrabbiarsi. Sarebbe strano il contrario. Il dispiacere dell’ingiustizia subita vive dentro di noi. È un dolore secco. La stessa persona che ci ha tradito lo sa e lo ha fatto di proposito perché quella persona vive del male ed è messaggero di male. Ogni volta che magari lo vediamo o che qualcuno ce ne parla si apre una ferita. Ma ecco che Gesù sconvolge le regole e raffredda ogni dolore, rimargina ogni ferita e ci invita a fare l’esatto contrario di quello che gli altri si aspettano e cioè a fare proprio come ha fatto Lui dalla croce: “Perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Il male non sarà estirpato. Chi è il male e fa il male continuerà a farlo perché vive del male e la sua vita sarà sempre un inferno. Gesù ci chiede, invece, di praticare la “Legge” dell’Amore e, quando arriva questa sapienza stolta, sul dolore di chi ha visto trasgredito il principio della giustizia, questa parola è come una secchiata d’acqua sull’incendio che si è propagato dentro di noi. Gesù Cristo viene a noi e attraverso questa parola così paradossale, contraria alla logica, innanzitutto per medicarci, per calmarci, per abbracciarci con la sua presenza.

Cristo non ha nessuna strategia alternativa a quella dei potenti. Il vangelo non è una strategia alternativa a quella dei furbi per arrivare più lentamente agli stessi obiettivi. il vangelo non è così.  Lasciamo che questa Parola oggi ci arrivi. Lavoriamoci! Occhio per occhio, dente per dente, è giustissimo! Ma porta alla morte. Bisognava che Qualcuno inventasse una cosa assolutamente soprannaturale, straordinaria, fuori di questo mondo, fuori delle cose logiche.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Come un granello di senape

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 4,26-34

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Parola del Signore.

La parabola del granello di senape è piena di futuro. Dalle piccole cose, magari insignificanti può crescere e svilupparsi nella vita quotidiana qualcosa di grande e che accoglie e protegge: è, appunto, il Regno di Dio. Allo stesso modo vite semplici, ordinarie e umili possono offrire ed offrono grandi testimonianze di vita cristiana capace di sfidare i ricchi, i potenti e gli uomini di successo. Dalle e nelle piccole cose nasce e vive una grande Pace interiore perché sono cancellate tutte le falsità, le illusioni e i desideri fuorvianti. Le piccole cose nascondono il segreto della vita vera e danno gioia ai cuori che hanno smesso di inseguire i miti di questo mondo per abbracciare quella dimensione semplice della vita che è l’unica vera possibilità di ricevere ed essere Pace

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il vostro parlare sia “Si, si”; “No, no”.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno».

Parola del Signore.

Questa mattina suggeriamo di riflettere sul vangelo attraverso alcune parole del Papa.

Il Papa non usa mezze misure: «L’ipocrita ha paura per la verità. Si preferisce fingere piuttosto che essere sé stessi. È come truccarsi l’anima, come truccarsi negli atteggiamenti, come truccarsi nel modo di procedere: non è la verità. “Ho paura di procedere come io sono e mi trucco con questi atteggiamenti”. E la finzione impedisce il coraggio di dire apertamente la verità e così ci si sottrae facilmente all’obbligo di dirla sempre, dovunque e nonostante tutto. La finzione ti porta a questo: alle mezze verità. E le mezze verità sono una finzione: perché la verità è verità o non è verità. Ma le mezze verità sono questo modo di agire non vero. Si preferisce, come ho detto, fingere piuttosto che essere sé stesso, e la finzione impedisce quel coraggio, di dire apertamente la verità. E così ci si sottrae all’obbligo – e questo è un comandamento – di dire sempre la verità, dirla dovunque e dirla nonostante tutto. E in un ambiente dove le relazioni interpersonali sono vissute all’insegna del formalismo, si diffonde facilmente il virus dell’ipocrisia. Quel sorriso che non viene dal cuore, quel cercare di stare bene con tutti, ma con nessuno…».

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Tutto avviene nel cuore

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,27-32

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

Parola del Signore.

Il centro della nostra vita risiede nel cuore. È qui che coabitano in una eterna lotta il bene ed il male. I gesti, le azioni e le parole sono il frutto della lotta interiore che ogni giorno siamo chiamati a combattere. Ma, come ben sappiamo, le cose esterne sono solo il frutto di questo combattimento interiore nel quale la lotta è senza esclusione di colpi. Ciò che altri vedono, nel bene e nel male, è solo la facciata e ciò che si vede ha poco a che fare con la realtà interiore.

Oggi siamo invitati a combattere la nostra battaglia con cura, con attenzione alle mille trappole (tentazioni)! che provano (e spesso, purtroppo, ci riescono) a trascinarci dove, probabilmente, non vogliamo. La vera forza, quindi, non sta nell’avere buoni muscoli, nell’avere capacità di resistenza fisica ma nell’avere il senso della misura del bene che siamo, invece, chiamati a fare. Siamo chiamati a non vedere le cattiverie, (anche se fanno male e ci fanno arrabbiare), gli inganni (anche se lì conosciamo), le maldicenze (che abitano il nostro quotidiano), le azioni malvagie (che dobbiamo sopportare con pazienza). Allo stesso tempo dobbiamo fermare i nostri istinti di rivalsa, placare il male che vorrebbe trascinarci nel suo vortice. Ma tutto questo possiamo farlo se e solo se riusciremo a vincere, nel nostro cuore, l’unica vera battaglia importante… Se riusciremo a farli la nostra vita sarà migliore e meno attraversata dal male che, comunque, tenterà sempre di attirarci.

Buona battaglia

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️