Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Non ucciderai

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Parola del Signore.

Sono tanti i modi per “uccidere” una persona: parole, gesti, azioni … Stiamo attenti ai nostri comportamenti e alle parole che possono ferire fino al punto di fare morire una persona. Tutto questo accade, purtroppo molto spesso.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dare pieno compimento

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,17-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Parola del Signore.

Siamo all’inizio di quel lungo e importantissimo discorso di Gesù conosciuto come il “Discorso della Montagna” … Qui si svela il nuovo piano della salvezza con la quale Gesù ci invita a realizzare pienamente la bellezza della vita in Cristo. Possiamo cercare di tradurre il passo del vangelo di oggi così:

“No, non sono venuto ad abolire questo progetto del regno, sono venuto a realizzarlo, ma non come voi pensate.


Voi pensate che si realizza attraverso l’accumulo della ricchezza, io vi dico invece attraverso la condivisione dei beni;

voi pensate che si realizza attraverso il potere, il dominio, io invece vi dico che si realizzerà attraverso il servizio;

voi pensate che questo sia soltanto per Israele, invece il mio programma è per tutta l’umanità”.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Gratuitamente date

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,7-13

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».

Parola del Signore.

Si riceve per donare. Condividere è la logica di Gesù. Chi accumula per sé non segue la via del Maestro. Gesù ci chiama a riconoscere i doni che abbiamo ricevuto, i talenti, i beni materiali per poterli mettere a servizio degli altri. Ogni nostra azione, (è questa la via della salvezza) deve essere gratuità, non deve avere un prezzo ma deve contenere tutto il meglio che abbiamo. Donare è andare controcorrente. In un mondo proteso all’accumulo, all’affermazione di se stessi, ad ottenere la considerazione sociale introdurre la logica del donare ha il senso di scuoterlo e di una lotta autentica contro le leggi del mercato. Donare è una sonora bocciatura del consumismo e apre le porte ad un modo nuovo di vivere. Se lo pratichi capirai cose che fanno bene al cuore. Se invece vivi secondo la logica del mondo andrai sempre di corsa, sarai sempre più cieco verso gli altri e le sue necessità. C’è chi può confermare, invece, che se pratichi la legge dell’amore ci saranno conseguenze e risvolti positivi per te, per la tua vita e per quella degli altri.

Gratuitamente avete ricevuto e Gratuitamente date.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Beati voi quando vi insulteranno e mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi …

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,1-12a

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».

Parola del Signore.

Insultare, perseguitare e mentire sembrano proprio essere le vie preferite in questo nostro tempo impazzito. Sono proprio queste le vie scelte da chi si “diletta” a praticare il male contro coloro che vivono la fede concretamente. Perché vivere la fede davvero significa andare controcorrente, significa sfidare i potenti, significa rifiutare il potere, significa rifiutare il successo e, di fatto, significa rifiutare il cosiddetto “quieto vivere” facendo finta di non sapere, di non vedere pur di salvarsi. Chi non vede, non sente e non parla è solo complice del male. Il suo giustificarsi per il male fatto dagli altri senza la sua opposizione è ridicola. Ricordiamoci che Gesù ha subito insulti, è stato perseguitato ed è stato al centro delle bugie costruite ad arte contro di lui. Chi vive la fede controcorrente e rifiuta il perbenismo riceverà l’opposizione e il rifiuto dei potenti e degli ipocriti, dei sepolcri imbiancati e, quindi deve rallegrarsi ed esultare perché sarà ricompensato. Andare controcorrente è un vivere che può sembrare assurdo eppure è l’unica piena e vera possibilità che abbiamo per reagire al male e al potente di turno. La vita di chi va controcorrente anche se piccola, semplice e poco visibile anche se insultata e perseguitata resterà sempre una chiara testimonianza di profezia. I profeti vanno sempre controcorrente e sono nel cuore di Dio perché mai e poi mai saranno omologati al potere, perché mai e poi mai accetteranno il compromesso, perché il loro cuore è libero e la libertà non ha prezzo. La libertà è vita. Nessun male minacciato o subito potrà piegare la persona libera. Chi vive libero fa festa tutti i giorni!!!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Come può Satana scacciare Satana?

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3,20-35

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno:  è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Parola del Signore.

Dietro il male c’è Satana che per invidia tenta l’uomo spingendolo, appunto, ad invidiare. Dietro le parole del serpente ad Eva c’è l’invidia della conoscenza del bene e del male. Chi ha conoscenze, per Adamo ed Eva, può essere libero e autonomo di decidere ciò che pensa essere la via giusta. Ma questa è un’idea sbagliata perché Dio mai fa il male, perché Lui è il Bene. L’uomo, invece, fa esperienza del male e ne viene catturato. L’invidia, infatti, è anche invidia di Dio che l’uomo del male vuole addirittura sopprimere. L’ateo è corroso da questo male ed invidia Dio. Ed è così che Satana inietta nel cuore dell’uomo questo desiderio malefico che rovina per sempre anche il buono che c’era. È come se Satana gli togliesse la pace con il suo morso velenoso (pieno di invidia). In questo modo l’uomo colpito da questo veleno finirà per peccare anche contro lo Spirito Santo che è questo: ciò che è vero lo si considera falso e ciò che è falso lo considera vero. Odiare diventa, quindi, la regola mentre l’amore viene deriso. L’uomo posseduto dal male, cioè avvelenato dall’invidia, arriva al punto di credere che lui non invidia nessuno perché si pensa al di sopra di tutti e di tutto. Egli è ineluttabilmente roso dall’invidia perché sempre dovrà invidiare, o la bellezza di qualcuno, o la giovane età dell’altro, o l’intelligenza dell’altro ancora, o la capacità di un altro di attirare a sé le persone. E, quindi, cosa è l’opposto dell’invidia? Se l’invidia è rallegrarsi del male altrui e rattristarsi del bene altrui, allora l’opposto dell’invidia è la carità. La carità è condividere il dolore di chi soffre, ed è condividere la gioia di chi gioisce. Ma, ascoltate, c’è un caso in cui rattristarsi per il bene altrui è espressione d’amore. Questo caso si ha quando chi ha ottenuto un bene economico, una promozione di carriera, l’ha raggiunto con l’ingiustizia. Ora quell’uomo lascerà ineluttabilmente quel bene sulla terra, mentre l’ingiustizia gli rimarrà in eterno, se non si converte. (Mt 16, 26): “Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita?

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Ti cercavamo

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,41-51

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

Parola del Signore.

Dal brano di oggi arriva, quasi nascosto, un messaggio a tutti i genitori. L’episodio raccontato da Luca unisce la preoccupazione dei genitori per il figlio che si è allontanato e la libertà del figlio che deve percorrere la sua strada. Anche Maria e Giuseppe devono crescere rispetto a questa realtà della vita. Maria, infatti, annota l’evangelista Luca, “custodiva tutte queste cose nel suo cuore”. Un inciso finale che ci lascia comprendere come, anche Maria, deve cercare di crescere nella fede e nel compito di mamma chiamata ad accettare le scelte autonome del figlio. E noi? Anche noi genitori dobbiamo imparare a lasciare liberi i nostri figli di percorrere la loro strada, di far crescere e coltivare i doni personali che hanno ricevuto da Dio. Il nostro compito è quello di educarli, accompagnarli e sostenerli ma secondo le loro inclinazioni e i loro desideri. Spesso, però, sembra che noi genitori, invece, vorremmo indurre i nostri ragazzi a fare ciò che a noi piace o a realizzare i nostri progetti. In questi ultimi casi, molto diffusi purtroppo, il fallimento è quasi garantito. Oggi, perciò, riflettiamo e, se necessario, cambiamo registro.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19,31-37

Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

Parola del Signore.

Ci sono ferite profonde, che fanno male, che fanno soffrire … sono ferite frutto di ingiustizie, ferite che nascono dal mistero del male che abita, purtroppo, i cuori malati, i cuori smarriti, i cuori che hanno perso la loro vocazione.

Queste ferite che hanno lacerato il corpo di Gesù sono simili a quelle che spesso subiamo e dalle quali sgorga sangue … Ma, proprio da queste ferite di Gesù nasce un ulteriore occasione per fare del bene e da queste ferite dolorose deve ripartire la vita, … da queste ferite ingiuste e provocate dal male che continua, purtroppo, ad agire per distruggere la vita, occorre fare nascere il bene. Da queste ferite deve venire fuori l’Amore, occorre dare risposte che siano esattamente il contrario di quello che questo mondo malato si aspetta. Chi provoca il male con l’inganno, la furbizia, la cattiveria si attende risposte dello stesso tipo … No, la migliore risposta, invece, è testimoniare il bene. Rispondere al male con il bene è l’alternativa vera per spiazzare e stroncare alla radice la fonte del male e sperare che questa cattiveria, questo male lasci la sua preda. Gesù è il nostro unico modello. Da “vero uomo” ha risposto amando l’uomo nonostante la sua cattiveria e il male subito. Volgiamo lo sguardo al crocifisso, guardiamo quella ferita, guardiamo a quell’Uomo che appeso alla croce a causa della gelosia, dell’invidia, della paura di perdere il potere, della fame di possesso e della voglia di sentirsi grandi ed importanti eppure non ha reagito. È Gesù il nostro esempio; è Lui il cuore che diffonde la cosa più importante e preziosa che esiste: l’Amore. Raccogliamo tutto il bene che possiamo e distribuiamolo. La vita, la nostra vita, sarà migliore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Quale è il primo di tutti i comandamenti?

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,28b-34

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Parola del Signore.

All’unica domanda dello scriba Gesù offre due risposte unite tra loro: Amare Dio e amare il prossimo. Papa Francesco, meditando questo episodio, ha osservato che Gesù ci permette di scorgere due volti: il volto del Padre e quello del fratello. Non ci consegna due formule o due precetti; ci consegna due volti, anzi un solo volto, quello di Dio che si riflette in tanti volti, perché nel volto di ogni fratello, specialmente il più piccolo, fragile, indifeso e bisognoso, è presente l’immagine stessa di Dio. Nella prima lettera di San Giovanni Apostolo troviamo una mirabile sintesi di quanto esposto: “Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello” (1Giovanni 4,20-21). Ecco che i due comandamenti di Gesù, sono legati uno all’altro!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

La potenza di Dio

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,18-27

In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».

Parola del Signore.

Oggi viene sollevata la questione della Resurrezione nella quale i sadducei non credono. Gesù al di là della domanda specifica mette in evidenza la loro ignoranza delle Scritture e, soprattutto, non credendo alla resurrezione negano la “potenza di Dio”. Qui sta il cuore essenziale del messaggio che oggi ci lascia Gesù. L’uomo non è solo carne ma anche Spirito e se ci facciamo guidare dallo Spirito la potenza di Dio diventa un punto essenziale della Fede cristiana. Vivere convinti che esista solo ciò che vediamo è vivere con gli occhi della mente e del cuore chiusi al futuro, chiusi alla vita, chiusi ad ogni speranza e cambiamento, chiusi al mistero. La risurrezione diventa per noi motivo di ripartenza ogni giorno, perché ogni giorno siamo chiamati a risorgere in Cristo.

“Pregate per i vivi, perché la maggior parte dei vivi sono morti, e i morti sono vivi”. Scrive il grande Charbel Makhlouf (1828-1898) monaco eremita cristiano cattolico dell’Ordine libanese maronita e presbitero libanese, proclamato santo da Paolo VI nel 1977

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

È lecito o no pagare il tributo a Cesare?

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,13-17
 
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
 Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
 Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
 Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.

Parola del Signore.

C’è sempre qualcuno (i farisei) che cerca, con malizia, di “cogliere in fallo” Gesù. Ma, ovviamente, anche questo ennesimo tentativo fallisce. Gesù rispondendo alla loro domanda lascia intendere che l’uomo è corpo e spirito e se da un lato ci sono autorità civili da rispettare dall’altro c’è una autorevolezza da seguire. A sottolinealo ci sono due immagini, quella di Cesare sulla moneta che va ridata a Cesare e poi c’è l’immagine di Dio che l’uomo porta nel cuore e che ci invita a seguire lo Spirito di Dio e le sue indicazioni per una vita buona e bella.

Queste Parole di Gesù ci consegnano, quindi, uno stile di vita molto chiaro e molto importante che siamo chiamati a vivere con forza e coraggio.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️