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Passando in mezzo a loro, si mise in cammino

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4,16-30
 
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, 
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».  Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore.

La cattiveria di chi ha il cuore malato non riesce a scalfire il progetto di Gesù. Egli, infatti, prosegue il suo cammino e va oltre gli arrabbiati, oltre i gelosi, oltre gli accaniti amanti del potere, del danaro e del successo. Gesù va oltre il male subito … Egli supera il dolore, ogni dolore, ogni sofferenza anche la più ingiusta e la più difficile.

Gesù anche oggi parla di guarigione, di liberazione e di vita buona. Si fa prossimo dei poveri, dei ciechi e degli oppressi. Si avvicina alle vedove, agli stranieri a chi vive situazioni di ingiustizia e dona loro il ristoro dell’anima e del corpo. Gesù ama in un modo speciale e lo fa con coraggio e forza. Viene provocato da chi gli fa domande trabocchetto cercando di incastrarlo ed è oggetto dell’invidia dei suoi stessi concittadini che si rivolgono a lui con accuse gratuite. Gesù, però, offre loro ancora qualche parola buona e cerca di spiegare ma tutto sembra inutile. Insiste e prova a camminare con loro ma alla fine viene cacciato in malo modo dalla sua città e allora l’evangelista Luca, con parole chiare racconta che “passando in mezzo a loro, si mise in cammino”. Va oltre il male…

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal cuore degli uomini, escono i propositi di male

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,1-8.14-15.21-23
 
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate
la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Parola del Signore.

La svolta della vita è prendersi cura del proprio cuore. È dal cuore che parte il bene e il male. Se il cuore è incontrollato la vita sarà piena di “propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza”.

Curiamo il cuore e la nostra vita sarà piena di senso e di bellezza.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Servi buoni e fedeli e servi malvagi e pigri

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 25,14-30
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore.

Ci sono servi buoni e fedeli che cercano di mettere a disposizione i “talenti” ricevuti per condividere, accogliere e costruire relazioni belle con gli altri. Questo stile fa crescere il Regno di Dio, realizza concretamente l’ideale dell’Amore nel quotidiano e testimonia la bellezza del Vangelo. Ci sono viceversa servi malvagi e pigri che pur avendo ricevuto qualità notevoli pensano solo a loro stessi. Conducono la vita chiusi in sé stessi e vivono da egoisti, prepotenti, praticano vendette, sono rancorosi e, a volte, fanno anche del male agli altri. Vivono la vita, dice Gesù, da “malvagi” e incontrandoli si percepisce la loro dedizione al male o si nota il loro atteggiamento di indifferenza verso gli altri, soprattutto verso i poveri e coloro che soffrono. Non costruiscono relazioni e, addirittura, si rifiutano di relazionarsi con gli altri. Credono di essere migliori, più capaci, più intelligenti, più importanti e, magari, gli unici in grado di fare certe cose. In questo modo non solo non costruiscono il Regno di Dio ma riescono finanche a demolire o a scalfire la bellezza insita nel disegno di Dio.

Anche noi ogni giorno siamo chiamati a scegliere da che parte stare, siamo chiamati a costruire ponti di amicizia e di amore in un mondo che chiede di essere convertito al bene.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Voglio la testa di Giovanni

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,17-29
 
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erogare, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Parola del Signore.

Giovanni il Battista con la sua testimonianza di vita ci ricorda che il martirio è la vocazione del cristiano. Egli, infatti, per amore della Verità ha scelto di correre il rischio di dare la vita per gli amici. È l’unico Santo per il quale la Chiesa celebra sia la nascita che la morte.

Giovanni il Battista ci offre un esempio di cosa significa imitare Gesù e ci incoraggia a non aver paura di esprimere con la vita la nostra fedeltà al Vangelo.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Traditori della giustizia, della misericordia e della fedeltà

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,23-26

In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».

Parola del Signore.

«Non ci inchioda al nostro peccato, non ci identifica con il male che abbiamo commesso. Ci vuole liberare, e vuole che anche noi lo vogliamo insieme con Lui. Vuole che la nostra libertà si converta dal male al bene, e questo è possibile». (papa Francesco all’Angelus del 16 marzo 2016).

Dobbiamo riconoscere le tante, troppe volte nelle quali tradiamo la Legge del Signore. Gesù, oggi, rimprovera ancora scribi e farisei e più ancora lo fa in questo nostro tempo soprattutto verso quanti hanno responsabilità. Sono motivo di profonda riflessione, infatti, le parole che Gesù rivolge a chi è investito di un ruolo di responsabilità. Le apostrofa con parole che dovrebbero davvero scuotere le nostre coscienze: “Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!”. A volte è davvero così. Vittime e carnefici che ogni giorno vivono le une accanto agli altri tra finzioni ed inganni che distruggono relazioni, che emarginano persone fino al punto di isolarle. A volte ci si crede giudici; ci si pensa investiti di un potere sacro e si agisce distruggendo la vita degli altri. Oggi Gesù si rivolge proprio a chi abusa del suo ruolo e li definisce ipocriti. Sentiamoci coinvolti in questo giudizio severo che non è per il nostro male ma per la nostra liberazione. Dove è finita la Giustizia che libera, la Misericordia che ridona vita?

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Guai a voi, guide cieche

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,13-22

In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».

Parola del Signore.

Buongiorno. Con chi ce l’ha Gesù? Con scribi e farisei! E oggi … oggi chi sono “scribi e farisei”?

Le parole del Vangelo di oggi come tutte le altre sono per noi, “scribi e farisei” di questo tempo. Siamo chiamati a interrogarci sul nostro essere Chiesa, sul nostro stile di vita cristiana e di evangelizzatori. Gesù oggi sta parlando proprio a noi quando con il nostro comportamento e/o insegnamento non siamo accoglienti (Chiudete il regno alla gente); quando con la pratica della rigidità facciamo disastri e operiamo per legare le persone a noi/voi e non a Cristo; quando viene manipolata la Parola e si confonde o disorienta il popolo. Gesù chiama “IPOCRITI” chi si comporta così. Davvero queste parole di Gesù dovrebbero scuotere noi tutti e la nostra Chiesa. Possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che dobbiamo tutti farci un esame di coscienza, nessuno escluso.

A ciò aggiungiamo che ieri, proprio ieri, papa Francesco parlando ai capi Agesci riuniti a Verona ha parlato dell’importanza dell’“impegno educativo” verso “ragazzi, adolescenti e giovani”. Ho sottolineato che vanno accompagnati con sapienza e sostenuti con affetto”. Per farlo occorre anche una buona formazione e aggiunge: “I formatori educano in primis con la loro vita, più che con le parole”.

Ci verrebbe da dire Francesco, Santo subito!

Poi il papa ha esortato ad attingere “nuovo entusiasmo dalla fede in Gesù, maestro e amico, per proseguire con gioia il cammino umano e spirituale all’interno della Chiesa, testimoniando il Vangelo nella società”

Nel testo, il Pontefice sottolinea che va sviluppata, in pratica, “la capacità di ascolto e l’arte del dialogo” che scaturiscono da “una vita di preghiera, dove si entra in dialogo con il Signore, si sosta alla sua presenza per imparare da Lui l’arte dell’amore che si dona”, perché l’esistenza possa pian piano entrare “in sintonia con il cuore del Maestro”.

Francesco ricorda che “Gesù sapeva rendersi presente o assente, sapeva qual era il momento di correggere o quello di elogiare, di accompagnare o l’occasione per inviare e lasciare che gli Apostoli affrontassero la sfida missionaria”, e che grazie a questi “interventi formativi” i discepoli hanno configurato “poco a poco, la loro vita a quella del Signore”.

Buon cammino di vita.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Nulla è impossibile a Dio

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38
 
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
 A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casak di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra.  Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.

La vita ci sorprende sempre e se abbattiamo i muri dei preconcetti si aprono davanti a noi praterie da esplorare e scenari che mai avremmo immaginato di vedere. Accade un po’ così anche per Maria che riceve all’improvviso la notizia che proprio Lei avrebbe dato alla luce il Figlio di Dio, inviato nel mondo per salvare l’umanità. Lei non capiva ciò che le stava accadendo ma si fido delle parole dell’angelo: “Nulla è impossibile a Dio”.

Fu l’inizio di un cammino nuovo, un cammino di fiducia che la spinse a dire: “Avvenga di me ciò che hai detto”. Maria fu in grado di dire sì a ciò che Dio le chiedeva e grazie al suo ascolto, il sì prese forma nella sua vita.

Anche noi siamo chiamati ad Ascoltare, siamo invitati a credere all’im-possibile che diventa vita. La cosa ci sorprende e ci spiazza. Mai pensare che tutto possa andare secondo i nostri progetti e secondo i nostri desideri: c’è un Dio che vede e provvede; c’è un Dio che non ci lascia soli; c’è un Dio che non permette al male di farci del male. A noi spetta solo di aprire la mente e il cuore e seguire, con fiducia, la via che il Signore ci indica.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Andate anche voi nella vigna

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 20,1-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”.  Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Parola del Signore.

L’invito di Gesù a “lavorare” con Lui è per tutti noi, nessuno ne è escluso. Essere impegnati a collaborare con il Signore significa essere partecipi e, quindi, condividere il suo progetto d’amore. Per questo “lavoro” tutti coloro che hanno accettato di esserci e di impegnarsi (alla fine) riceveranno la stessa identica “paga”: la vita eterna. Gesù concede questo “privilegio” a tutte le donne e a tutti gli uomini che si sono impegnati con Lui a portare la buona notizia del vangelo in ogni contesto di vita frequentato. Ma già mentre si è impegnati a “lavorare nella vigna del Signore” si vive una vera anticipazione del Regno di Dio. La stessa vita quotidiana di ognuno di noi acquista un senso che ci dona una pace e una serenità che è difficile spiegare con le parole ma che si può “gustare” solo vivendola. Provare per credere.

Buona giornata

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Per la durezza del vostro cuore

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19,3-12
 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Parola del Signore.

Qui è il gioco la nostra capacità di Amare; è in gioco il cuore della vita umana. Quando l’amore finisce ecco arrivare la Legge. La Legge è, infatti, la negazione della vita. Ed è quello che fanno i farisei che addirittura pongono domande a Gesù “per metterlo alla prova“. Gesù come abbiamo visto sposta l’attenzione e non risponde alla domanda dei farisei. Egli richiama il progetto originale di Dio che è un progetto d’Amore, un progetto di felicità e di reciproco scambio. Gesù, infatti, dice: “per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così“. Gesù richiama l’attenzione sul progetto di Dio dal quale sembra che ci siamo allontanati tantissimo tant’è che si ha l’impressione di un mondo che sta spingendo la storia lontano da Dio. Le conseguenze sono evidenti. E allora? Allora dobbiamo avere il coraggio e la forza di saper riconoscere che solo l’Amore può vincere il male e che il desiderio di amare e di sentirsi amati è la vera forza di Dio. Vi lasciamo una domanda finale: come può una Legge umana imprigionare l’Amore?

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, li sono io

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Parola del Signore. 

Questa mattina fermiamo la nostra attenzione sull’ultimo versetto. Gesù ci dice che Lui è presente lì dove ci sono due o tre riuniti nel suo nome. Questo è molto bello. Sapere che Gesù non trascura nessuno neanche quelle piccole e umili comunità che si riuniscono per pregare e meditate la sua Parola. Spesso noi pensiamo che sia importante la presenza di tante persone che s’incontrano per pregare ed invece Gesù ci ricorda che Lui è lì anche se siamo in due o tre. Dobbiamo, tutti, soprattutto in questo tempo così controverso, ridare valore alle piccole cose, a quello stare insieme con semplicità, al dialogo tra piccoli, agli sguardi intensi in piccoli gruppi (anche di due o tre persone). Il tempo dei grandi numeri anche per la Chiesa è e sarà sempre più solo un ricordo. Il piccolo resto deve essere il lievito che fermenta e aiuta a fare scelte responsabili. Vivere controcorrente sarà assolutamente necessario ed indispensabile per esprimere la nostra Fede. Pregare e meditate la parola in piccoli o addirittura piccolissimi gruppi è già e sarà sempre più la normalità.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️