Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Rallegratevi

Miriadi di luci illuminano un grande spazio pianeggiante mentre un Uomo attorniato dai suoi Amici parla di felicità, di gioia … parla di beatitudine. Non è un sogno ma una realtà presente in ogni tempo della storia del mondo e anche nel nostro presente. Anche noi abbiamo un posto in quello spazio pianeggiante e possiamo essere una fiammella che arde e non si consuma se accogliamo Gesù nel nostro cuore. È Lui che ci illumina e siamo noi a brillare ogni volta che facciamo azioni di bene, ogni volta che portiamo un sorriso a qualcuno, ogni volta che consegniamo al prossimo gesti di bellezza, di consolazione, di pace, di mitezza, di giustizia, di misericordia … e di gioia. Questa è la beatitudine che Gesù ci mostra con la vita. Una vita semplice, ordinaria, sobria e piena di una gioia contagiosa che accoglie ed è disponibile a farsi accogliere. Questa è la vita dei santi la cui presenza è segno di un Dio che è Padre e che sempre e comunque si prende cura dei suoi figli. Non abbiamo nulla da temere perché il Signore è con noi.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,1-12a
 
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore.

Invita i poveri e sarai beato

Fare del bene senza aspettarsi di essere ricambiati e senza nessun altro fine: questa è Carità=Amore. Gli altri pensino ciò che vogliono. A chi fa il bene in questo mondo e in questo modo non occorre altro e avrà sempre Gesù nel cuore. Se oltraggiato, giudicato o deriso sarà sempre felice perché porta con sé e in sé l’Amore più grande: quello di un Padre che non abbandona nessuno dei suoi figli e aspetta e accoglie tutti sempre e senza condizioni.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,12-14
 
In quel tempo, Gesù disse poi al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Parola del Signore.

Devo fermarmi a casa tua

Cari amici anche questa domenica vi proponiamo la lectio tenuta questa sera nel Monastero camaldolese di Sant’Antonio Abate a Roma guidata da dom Innocenzo Gargano.

Per ascoltare clicca qui

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,1-10
 
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 

Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Parola del Signore.

Amico, vieni più avanti!

L’umiltà è una grande virtù che solo in pochi o pochissimi esprimono con la vita. L’umile è un vero saggio, una persona pacata, semplice e amabile. Chi vive l’umiltà non si esalta, non crede di essere il migliore, non è un arrivista e non si misura con il metro del potere, del successo e del possesso. Gesù apprezza l’umile che, però, non è uno sciocco. L’umile ha la sua dignità che vive con sobrietà e laboriosità. L’umile vero non è ricattabile ed esprime con educazione e garbo il suo pensiero rispettando l’altro. Forse tutti noi dovremmo avere la forza e il coraggio di riscoprire questa virtù che rafforza la vita e le da quel tocco di saggezza che rende davvero felici. L’umile verrà chiamato e invitato ad avvicinarsi al Signore perché la sua presenza è profumo di bellezza.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,1.7-11
 
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore.

Ne scelse dodici

Gesù sceglie e chiama dodici uomini tra i suoi discepoli dando loro un compito. Ma questo Gesù è lo stesso Gesù che ha chiamato e chiama ciascuno di noi dandoci un compito. Capita però che tanti o alcuni di noi non ascoltano la voce del Signore oppure pur ascoltando fanno finta di non sentire. Il Signore Gesù non si scoraggia. Egli sta alla porta del nostro cuore e bussa. Continua a bussare e lo fa con discrezione, con gentilezza e con garbo. Gesù rispetta la nostra libertà e non ci obbliga anche se continua a chiamare ciascuno di noi perché Lui ci vuole felici e tenta fino alla fine di offrirci questo dono. Oggi preghiamo affinché il suo Amore infinito aprendo un varco nel nostro cuore trasformi tutta la nostra vita.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,12-19

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

Parola del Signore.

Nel nome del Signore

È molto bella l’espressione “Nel nome del Signore”. Ascoltarla ci mette in attesa di parole che provengono da Gesù e proclamarle, invece, ci fa strumento della sua voce. Entrambe le cose fanno tremare le gambe. Proviamo a dare senso a questa espressione e resteremo davvero spiazzati. Purtroppo ci siamo assuefatti a certe espressioni senza entrare nel vero senso delle parole che Ascoltiamo o, per chi, (sacerdote o diacono) proclama il Vangelo a Messa senza coglierne il senso e il valore più profondo. Ascoltare e Proclamare le parole “Nel nome del Signore” perciò dovrebbe caricarci di una grande responsabilità, di una gioia vera e profonda e dovrebbe attivare tutti i nostri sensi per donarci la forza e il coraggio di farci testimoni, autentici e credibili di Gesù Cristo morto e risorto per noi! Oggi se riusciamo pensiamoci un po’… aiuteremo anche la nostra fede e crescere nel nome del Signore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,31-35

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

Parola del Signore.

La porta stretta

Il cristiano si impegna ad entrare per la porta stretta. Siamo chiamati ad abbassarci, ad essere umili, a piegarci davanti a qualche servizio da rendere al prossimo, ad essere felici e pieni di speranza perché il Signore è con noi (donne e uomini di ogni tempo). Ricordiamoci anche che per entrare attraversando la porta stretta dobbiamo fare ogni cosa liberamente e con la volontà di fare del bene.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,22-30
 
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.  Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Parola del Signore.

Il granello crebbe e divenne albero

Il cristiano deve desiderare di essere un granello di senape.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,18-21
 
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Parola del Signore.

Donna sei liberata dalla tua malattia

Gesù guarisce. È Lui che, oggi, prende l’iniziativa. Vede un bisogno e interviene liberando la donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni. Capita che ai benpensanti, agli uomini della religione, questa libera iniziativa di Gesù non piace e lo rimproverano. Gesù che è anche “uomo di fede” li chiama “Ipocriti” e li ridicolizza davanti al popolo che, invece, intuisce la via buona che Gesù pratica e testimonia: fare il bene dell’altro sempre ed in ogni circostanza anche quando non ci è espressamente richiesto. Gesù si fa testimone dell’Amore e pur potendo essere Maestro e lo è preferisce essere uno che da l’esempio. Se vogliamo possiamo imitarlo. Non c’è bisogno di parole (se servono anche quelle) ma piuttosto di azioni concrete di bene.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,10-17
 
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

Parola del Signore.
 

Dio abbi pietà di me peccatore

Ecco la lectio tenuta questa sera presso il Monastero delle monache camaldolesi di Sant’Antonio Abate in Roma sulle letture di domani XXX° domenica del Tempo Ordinario

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Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,9-14
 
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore.