Archivi categoria: Commento ai Vangelo

Amare

Amare è donare senza nulla attendersi, senza nulla sperare, senza nulla … Amare è anche accogliere ogni cosa, qualsiasi cosa, come “pecora muta” anche se condotta al macello.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 22,34-40
 
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Parola del Signore.

Tutti invitati

Siamo tutti invitati alla Grande Festa che il Signore ha organizzato. Ma, forse, alcuni non vogliono venire e non verranno. Il Signore proverà in ogni modo ad invitarci ma nonostante ciò ci saranno persone che rifiuteranno di partecipare. Alcuni non hanno interesse ad essere presenti. Altri sono presi dal lavoro e altri ancora sono impegnati e non hanno alcuna intenzione di accogliere linvito.

Il Signore continuerà a mantenere aperte le porte e ad invitare tutti gli assenti e anche i popoli lontani. Lentamente ma costantemente la sala si riempirà e la festa potrà iniziare. Tutti gli invitati indosseranno l’abito della festa, significando che avranno deciso di rispettare in tutto o in parte la legge dell’amore. Forse qualcuno tenterà di intrufolarsi barando ma sarà scoperto e gettato nelle tenebre. Alla festa del Signore, infatti, tutti sono invitati ma non si può entrare senza aver cambiato la propria vita. Sforziamoci, perciò, di fare il nostro meglio.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Mattei
Mt 22,1-14 in

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già stati uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.

Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Parola del Signore.

Sei invidioso perché io sono buono?

Oggi il Signore è costretto ad affrontare gli invidiosi. C’è un gruppo di operai che vengono chiamati a lavorare iniziando in orari diversi. Ai primi il Signore promette come paga un denaro che poi a fine giornata consegna loro. Il padrone della vigna consegna la stessa paga di un denaro anche a chi ha lavorato solo metà giornata e anche a chi ha lavorato ancora meno e questo provoca la reazione e la lamentela di coloro che avevano lavorato tutto il giorno.

A provocare la protesta è uno dei sentimenti peggiori che albergano nel cuore dell’uomo e che chiamiamo: invidia. Gli operai della prima ora avrebbero voluto essere pagati in più rispetto agli altri oppure, forse, avrebbero voluto che il padrone avesse pagato in meno gli operai che avevano lavorato meno.

La giustizia divina non procede secondo la logica del mondo, non segue le nostre valutazioni umane ma, appunto, segue una logica diversa. Il padrone della vigna non viene meno al patto con gli operai che avevano lavorato tutto il giorno ma nella sua libertà vuole corrispondere anche agli altri lo stesso salario. Il padrone della vigna non può fare dei suoi averi ciò che vuole?

Quante volte l’invidia suscita proteste, rabbia e peggio ancora è alla base di cattiverie verso gli altri? L’invidia è, infatti, uno dei peggiori suggeritori di azioni malvage e, provoca nella vita quotidiana comportamenti e pensieri assolutamente negativi. Si tratta, purtroppo, di un’esperienza molto frequente e molto diffusa. Ma Gesù chiarisce:

… gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi“.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 20,1-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.

Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Parola del Signore.

A Dio tutto è possibile

Ascoltare da Gesù stesso che “a Dio tutto è possibile” è molto consolante, è un balsamo per la vita. E questa Speranza è destinata a farsi certezza di fronte alla realtà di questo mondo percorsa in lungo e in largo da una costante strisciante follia, da fiumi di cattiveria, egoismo e da forme di sfruttamento che si annidano in gesti e comportamenti che appaiono esteriormente normali.

Purtroppo siamo stati chiamati a vivere tempi molto complicati, gli stessi di sempre. Nel mondo, in questo mondo, è facile perdere il senso dell’orientamento. In tanti, in troppi, navigano a vista e pochi, sempre meno, sono coloro seguono Gesù e che hanno lasciato ogni cosa di questo mondo per stare davvero con Lui. Anche le nostre piccole o grandi scelte quotidiane sono preda di situazioni ambigue, di realtà nascoste da bugie, da falsità e maldicenza. Si vive male e, peggio ancora, si tenta di provocare il male anche agli altri. Spesso, infatti, il nostro “io” che è guida dei nostri pensieri e delle nostre azioni ci tenta proponendoci gesti e azioni egoiste. Possiamo fare qualcosa per evitare di cadere nella trappola del maligno che vuole distruggere la vita? Una cosa possiamo farla certamente. Possiamo cambiare noi stessi di fronte agli attacchi continui che riceviamo da varie parti e con intenzioni sempre più malevoli. Possiamo intensificare la preghiera e difenderci evitando qualsiasi tipo di reazione. Reagire al male con le stesse armi, è inutile, addirittura può peggiorare la situazione. Possiamo, però, chiedere a Dio di intervenire come solo Lui sa fare e può fare. Si, noi non possiamo cambiare gli altri. Possiamo cambiare solo noi stessi ed evitare di precipitare nello stesso abisso. Non è facile e non è semplice. Di certo la prima azione è e sarà non rispondere agli attacchi e alle provocazioni del male, alle tentazioni del possesso e ai desideri che ci distruggono l’esistenza. Poi al resto ci penserà Dio nelle cui mani poniamo noi stessi e le nostre esistenze. Il Signore, infatti, ci chiede di seguirlo lasciando tutto: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi“.

Gli altri, chiunque altro, vada dove vuole andare. Lasciamoli andare e preghiamo per loro. Chiediamo a Dio di custodirli e proteggerli da loro stessi e a noi di darci la forza e il coraggio di non perdere il cammino dietro di Lui e di correggere ogni nostro errore e ogni nostra tentazione. Dobbiamo chiedere a Dio la forza di saper resistere evitando di cadere nelle trappole di questo mondo e vivere con sobrietà.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19,23-30

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.

Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

Parola del Signore.

Beati coloro che ascoltano la Parola

Dopo più di 50 questa sarà la prima volta che non riusciremo a partecipare ad una delle celebrazione eucaristiche in programma oggi presso il Santuario della Madonna del Piano di Ausonia. È una tradizione che si interrompe ma resta il fortissimo legame con questo Santuario e, soprattutto, con la Vergine Maria di cui oggi celebriamo l’Assunzione in cielo o la Dormitio Mariae, morte o trapasso di Maria.

L’Assunzione al cielo di Maria in corpo ed anima o il suo addormentarsi esprime ed anticipa il destino dell’uomo, che è quello di condividere la vita divina. Questo è possibile perché la morte è stata sconfitta da Cristo, e Maria assunta in cielo è la creatura umana che per prima ha raggiunto il sublime traguardo a cui l’umanità intera è stata chiamata.

L’Assunzione di Maria è per noi garanzia e certezza che il nostro corpo è chiamato alla Risurrezione!

Restiamo ancorati a Lei e Lei non ci lascerà mai e da mamma si accorgerà dei nostri veri bisogni e non permetterà che il male distrugga la nostra vita. Lei che è mediatrice di Grazia sarà attenta e suggerirà al Figlio (come è accaduto a Cana di Galilea) di intervenire per sostenere le nostre necessità. Noi ci fidiamo.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,27-28

In quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Parola del Signore.

Sono venuto a gettare fuoco

Il fuoco è simbolo di Dio che brucia d’Amore per il suo popolo. È la fiamma viva che arde nel roveto… Gesù confessa di essere venuto per seminare il 🔥 della presenza di Dio sulla terra. Questo fuoco separa il bene dal male, va oltre ogni legame terreno e divide chi non lo accoglie nel cuore da chi, invece, lo segue. Il fuoco dell’Amore è anche capace di produrre separazione nella vita. Questa e lo sappiamo è esperienza di vita quotidiana che non possiamo cambiare perché il male non sopporta il bene e trova mille ragioni per creare continuamente tensione. Bene e male si oppongono e dividono inevitabilmente anche le famiglie e le amicizie. Saltano rapporti consolidati, relazioni che sembravano solide e forti. Il male tende sempre a separare, a dividere e a scatenare reazioni rabbiose … Dobbiamo evitare, perciò, ogni tipo di reazione negativa, restare fedeli alla Legge dell’Amore e vivere la croce che abbiamo ricevuto con Letizia nel cuore.

Il fuoco di Dio ci aiuterà a riscaldare la vita evitando il freddo del male che si oppone al bene.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,49-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Parola del Signore.

Come bambini

Se non diventeremo come bambini non entreremo nel Regno dei cieli. Ma cosa significa? Significa essere senza malizia, senza cattiveria e senza fare il doppio gioco.

I bambini, infatti, hanno occhi innocenti e non si vergognano di farti domande imbarazzanti. I bambini sono sinceri, non dicono bugie e non inventano storie. Nello sguardo hanno una luce di purezza e il loro sorriso apre orizzonti sconfinati. Parlano con semplicità e sanno essere affettuosi, dolci e non indossano maschere. Le loro parole nascono dal cuore e ti guardano negli occhi … Sono queste le ragioni per le quali Gesù dice: “Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli!”.

Gesu, insomma, ci dà le dritte per la vita buona e per essere accolti nel Regno dei cieli.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19,13-15
 
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.

Parola del Signore.

Per la durezza del vostro cuore

Occorre passare dalla durezza del cuore e cioè dall’essere egoisti ad Amare e cioè a donare vita. Questo è il passaggio che Gesù ci invita a fare nel cammino della nostra esistenza in questo mondo. L’Amore non ci chiede cose materiali ci chiede affetto, abbracci e uno “stare” dove non è facile, un “io ci sono” da dove tutti scappano, un “mettersi in gioco” ad un livello più alto, un “vivere secondo il cuore di Dio” perché questo è quello che conta … ci chiede di “rischiare per il vero bene“. Buon cammino

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19,3-12
 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Parola del Signore.

Perdonare sempre

Il Vangelo di oggi non ha bisogno di commenti. I fatti narrati sono insegnamenti per la vita buona. Preghiamo affinché lo Spirito Santo ci dia la forza e il coraggio di affrontare la realtà nella quale siamo immersi che non possiamo cambiare. Noi possiamo cambiare solo noi stessi.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,21-19,1
 
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.

Parola del Signore

Se uno mi vuole servire

Servire il Signore implica la disponibilità ad accogliere anche la sofferenza o addirittura la consapevolezza che si può morire fisicamente (nei luoghi nei quali il cristianesimo è perseguito) oppure anche alle proprie ragioni o aspirazioni personali (rinunciando a replicare e/o sopportando invettive o accuse gratuite). Servire è mettere al primo posto l’altro anche se questo non è per niente facile e a volte non è compreso dalla persona o dalle persona che stiamo aiutando. Servire è seguire Gesù sulla via dolorosa con pazienza, con coraggio, amando il silenzio ed evitando di reagire al male che ci viene fatto. Fidiamoci e affidiamoci e restiamo fedeli al Signore qualsiasi cosa ci verrà fatta. Dobbiamo essere sicuri che, se faremo tutto questo il Signore ci solleverà su ali d’aquila e ci alzerà oltre il male e la cattiveria. Al male rispondiamo facendo del bene. Restiamo saldi nell’Amore e l’Amore non ci lascerà.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,24-26
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

Parola del Signore.