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Quando muore un diacono

Oggi è morto il confratello diacono Raffaele Palmaccio. I funerali domani alle 16,30 presso la Chiesa di Sant’Erasmo di Formia. Un professionista capace e competente, dotato di senso ecclesiale e spirito di comunione. Figura di sposo e padre esemplare, è stato un diacono sempre disponibile, un servo della Chiesa diocesana pronto a rispondere con generosità ad ogni chiamata”.
Quando muore un confratello diacono è un pezzo di noi che se ne va. Ora Raffaele ci attende in cielo e dal cielo prega per noi e per questo santo ministero ecclesiale voluto dalla Chiesa fin dalle sue origini per essere come si legge in un antichissimo e molto significativo documento dei primi decenni del III secolo:

«Il diacono sia l’orecchio del vescovo, la sua bocca, il suo cuore e la sua anima, perché voi (vescovo e diacono) siete due in una sola volontà e nella vostra unanimità la Chiesa troverà la pace» (XI 44)
Clicca qui https://www.arcidiocesigaeta.it/esequie-raffaele-palmaccio/

No alla tristezza: è l’arma del male. Si alla Gioia, potenza di Dio.

Lo scritto che segue non è nostro ma è ripreso da un sito “No al satanismo” https://noalsatanismo.wordpress.com/ Si tratta di una serie di consigli dei Santi su come conservare la Gioia. Lo condividiamo perchè ci è parso molto interessante.

Franca e Vincenzo, osb-cam

S.Giovanni Bosco: IL DEMONIO HA PAURA DELLA GENTE ALLEGRA. Il Signore ama che quello che si fa per Lui, si faccia con allegria…Sta allegro!

I santi, mentre vivevano in questo mondo, erano sempre allegri, come se stessero sempre celebrando la Pasqua (Sant’Atanasio, Lettera, 14, 1-2)

San Basilio scrisse un’intera Omelia sulla Gioia : “Sarai sempre allegro e contento, se in tutti i momenti rivolgi a Dio la tua vita, e se la speranza del premio addolcisce e allevia le pene di questo mondo” (San Basilio Magno, Omelia sulla gioia, 25)

La Gioia facilita tutte le virtù, perchè è un atto di fiducia in Dio e tiene il demonio a distanza.Chi mantiene lo sguardo dell’anima rivolto alla Gioia di Gesù Risorto e si mantiene fedele ai Suoi insegnamenti ,vince i propri difetti, permette a Gesù di guarire le ferite del suo cuore e vede entrare miracoli nella propria vita. L’unica condizione per camminare verso la santità che San Domenico Savio chiedeva ai suoi coetanei era:mantenersi nella Gioia. Fidarsi di Dio in ogni momento e circostanza: perchè Gesù ci ha promesso che è sempre con noi e Lui sa volgere ogni situazione a nostro favore, specialmente quelle che non comprendiamo, che ci feriscono o che temiamo di più. Dunque : “La tristezza, è il ricordo di me stesso; la Gioia è il ricordo di Te Signore”(S.Agostino).

La tristezza è l’arma di Satana ! Ecco ciò che scrive San Francesco di Sales nella Filotea:

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“Il maligno gode nella tristezza e nella malinconia, perché lui stesso è, e lo sarà per l’eternità, triste e malinconico, separato da Dio per sempre; per cui vorrebbe che tutti fossero così. La cattiva tristezza turba l’anima, la mette in agitazione, le dà paure immotivate, genera disgusto per l’orazione, assopisce e opprime il cervello, priva l’anima di consiglio, di proposito, di senno, di coraggio e fiacca le forze. In conclusione,è come un duro inverno che cancella tutta la bellezza della terra e manda in letargo gli animali; infatti la tristezza toglie ogni bellezza all’anima e la rende quasi paralizzata e impotente in tutte le sue facoltà. Il nemico si serve della tristezza per portare le sue tentazioni contro i buoni; da un lato cerca di rendere allegri i peccatori nei loro peccati, e dall’altro cerca di rendere tristi i buoni nelle loro opere buone; e come non gli riuscirebbe di attrarre al male se non presentandolo in modo piacevole,cosi non potrebbe distogliere dal bene se non facendolo trovare sgradevole…..

S.Francesco di Sales ci indica i RIMEDI
1)Dice S.Giacomo: se qualcuno è triste, PREGHI: la preghiera è il rimedio più efficace perché innalza lo spirito a Dio, nostra unica gioia e consolazione; nella preghiera poi, serviti di affetti e parole interiori ed esteriori,che portano alla fiducia e all’amore di Dio.
2)COMBATTI con forza la tendenza alla tristezza; e anche se hai l’impressione che tutto quello che stai facendo in quel frangente rimanga distante e freddo,triste e fiacco, non rinunciare a farlo; il nemico vuole per mezzo della tristezza far morire le nostre buone opere, ma vedendo che non sospendiamo di farle, e che compiute con sforzo valgono di più, cesserà di tormentarci.
3)CANTA dei canti spirituali; spesso il maligno abbandona il campo di fronte a questa arma. Un esempio ci viene dallo spirito maligno che assediava e possedeva Saul,la cui violenza era dominata dalla recita dei SALMI della Bibbia.
4)E’ cosa buona occuparsi in atti esteriori e variarli più che possiamo,per distrarre l’anima dall’oggetto della tristezza,purificare e riscaldare gli spiriti;questo perché la tristezza è una passione fredda e arida.
5)Compi atti esteriori di fervore,anche se non ci trovi alcuna attrattiva; abbraccia il Crocifisso stringendolo al cuore, baciagli le mani e i piedi, alza gli occhi e le mani al cielo, indirizza tutta la tua voce a Dio con parole di amore e fiducia.
6)La frequenza alla S.COMUNIONE  è ottimo rimedio; perché questo Pane celeste darà forza al cuore e gioia allo spirito.
7)Manifesta tutti i tuoi sentimenti, affetti, i pensieri al SACERDOTE CONFESSORE, con umiltà e sincerità. Rimettiti tra le mani di Dio, e preparati a sopportare con pazienza questa fastidiosa tristezza,come giusta punizione per le tue stupide gioie; e sii certa che Dio,dopo averti messa alla prova, ti libererà da questo male e ti ricompenserà CON LA VERA GIOIA!

LA GIOIA DEI CRISTIANI
Tutti i cristiani fin dalle prime comunità ,vivevano nella Gioia di GESU’e nella certezza del Suo Amore vivo e presente nelle pagine della storia di ogni giorno,  specialmente quelle più difficili.  E i primi cristiani, come oggi, erano molto perseguitati, eppure non vivevano nel timore di ciò che poteva o non poteva accadere, perchè SI FIDAVANO DELLE PROMESSE DI CRISTO. Nel suo libro “Il Pastore”, Erma – fratello di papa Pio I –, a metà del II secolo, offre ai cristiani una serie di raccomandazioni sull’importanza di evitare la tristezza e di essere allegri.

Lungi da te la tristezza e non angustiare lo Spirito Santo che abita in te, perché non si rivolga a Dio contro di te e si allontani da te. Lo Spirito di Dio dato a questa carne non tollera né tristezza né angustia “(Erma, Il Pastore, Comandamenti, 10, 2-4)

“Rivestiti, dunque, di gioia che è sempre gradita a Dio e Gli è accetta. In essa si diletta. Ogni uomo allegro opera bene, pensa bene e disprezza la mestizia.Invece l’uomo triste si comporta sempre male. Prima agisce male perché contrista lo Spirito Santo che fu dato gioioso all’uomo, poi, contristando lo Spirito Santo, compie l’ingiustizia di non supplicare Dio e di non confessarsi a Lui.”  (Erma, Il Pastore, Comandamenti, 10, 2-4)

Chi pratica la misericordia – dice l’Apostolo Paolo– lo faccia con gioia”: questa prontezza e questa diligenza raddoppieranno il premio della tua elargizione. Perché ciò che si offre malvolentieri e per forza non risulta in alcun modo gradevole o bello (San Gregorio Nazianzeno, Dissertazione sull’amore per i poveri, 14).

PADRE PIO GIOIA

L’Apostolo Paolo diceva: “RALLEGRATEVI NEL SIGNORE SEMPRE ” (Fil 4, 4), la carità di Dio, o fratelli carissimi, ci chiama, per la salvezza delle nostre anime, alle gioie della beatitudine eterna. Le gioie del mondo vanno verso la tristezza senza fine. Invece le gioie rispondenti alla volontà del Signore portano alle gioie durature ed intramontabili coloro che le coltivano assiduamente. (Sant’Ambrogio, Trattato sulla Lettera ai Filippesi, 1).

Le parole dei primi cristiani fanno eco all’esempio dei Santi di ieri e di oggi ,come Padre Pio ,che riguardo alla tristezza diceva: Sii sempre allegramente in pace con la tua coscienza, riflettendo che ti trovi al servizio di un Padre infinitamente buono, che per sola tenerezza scende fino alla sua creatura, per elevarla e trasformarla in Lui Suo Creatore.E fuggi la tristezza, perché questa entra nei cuori che sono attaccati alle cose del mondo.  Guardati dalle ansietà ed inquietudini, perché non vi è cosa che maggiormente impedisca il camminare nella perfezione. Poni, figliuola mia, dolcemente il tuo cuore nelle piaghe di nostro Signore…Abbi una gran confidenza nella Sua misericordia e bontà, ch’Egli non ti abbandonerà mai, ma non lasciare per questo di abbracciare bene la Sua Santa Croce.”

Questo dobbiamo essere noi cristiani di oggi: seminatori di pace e di gioia, della pace e della Gioia che ci ha donato Gesù (San Josemaría Escrivá, Es Cristo que pasa, 30).

”La Gioia è il segno distintivo del cristiano”(S.Giovanni Paolo II 1980).”Non cedere mai alla sfiducia e allo scoraggiamento che il diavolo ci offre ogni giorno”(Papa Francesco) .

IO HO VINTO IL MONDO

GESU’ CI HA DONATO LA SUA GIOIA, CE LA DONA CONTINUAMENTE PERCHE’ LA SUA GIOIA DURA PER SEMPRE. NON FACCIAMOCELA RUBARE, richiudendoci in noi stessi ,nei rimuginamenti, nel rancore verso chi ci ha fatto o ci fa soffrire, nella paura del futuro, tutto ciò diventa come un cancro dell’anima: UN VERO CRISTIANO VIVE NELLA GIOIA DI GESU’ RISORTO,nella fedeltà e nella fiducia in Lui, si pente sinceramente dei propri errori, li confessa e va avanti rinnovato nella pace di Gesù, vivendo UN GIORNO ALLA VOLTA.

La vera Gioia, quella che solo Gesù ci dona, non dipende dallo stato d’animo, né dalla salute o da qualsiasi altra causa umana, ma dalla fiducia nelle promesse dell’Amore di Cristo, che è il motivo della nostra dignità di figli di Dio e della vera felicità profonda e senza paragoni, che alimenta in noi la speranza e l’amore. E quindi ci dona la pienezza della vita,nella condivisione della gioia e dell’amore con il prossimo. La gioia è contagiosa: trasmetterla è il tesoro più prezioso che possiamo offrire a quanti ci circondano e che, a sua volta, ci torna a riempire della eterna Gioia di Cristo. Quando il demonio ti insinua il triste pensiero: “Non ce la faccio più…è tutto perduto”, tu rispondigli con la Parola di Dio :”Tutto posso in Colui che mi dà forza”! 

La Parola nel cuore

Il Vangelo di oggi (Gv 21, 1-19) ci spinge a condividere qualche semplice pensiero e a condividerlo. Buona lettura.

Siamo stanchi;

affaticati, sfiduciati

la vita ha mortificato i sogni;

guardiamo al futuro con rassegnazione.

Come Pietro, riprendiamo a pescare;

come il piccolo resto abbiamo occhi spenti;

la fatica del quotidiano riprende vigore;

e i risultati sono magri, quasi nulli.

Sulla riva della spiaggia ecco un uomo;

egli ci invita a riprovare;

seguiamo la sua Parola

ed ecco il frutto del lavoro si fa abbondante.

Ora uno dei nostri riconosce quell’Uomo;

Pietro d’impulso gli va incontro;

arriviamo anche noi;

troviamo l’Uomo a preparare il cibo;

è li come colui che serve.

Ci chiede parte del pescato;

Pietro va a prenderlo

e lo fa stando attento a non strappare la rete;

Pietro evita di lacerare la comunità;

ha cura di tutti, nessuno escluso.

Al ritorno, l’Uomo Gesù lo interroga sull’amore;

Pietro assicura il suo bene tutto umano;

l’amore è qualcosa di più;

Pietro non è ancora pronto al martirio;

ma Gesù gli affida comunque il suo popolo.

Quando obbediamo a Dio e non agli uomini

tutto va meglio, tutto è più giusto.

Ci vuole coraggio per questo,

ci vuole la forza di una coscienza pacificata,

ed è questo che ci chiede Dio:

OBBEDIRE A LUI E NON AGLI UOMINI !!!


Luce nel buio

Ci sono stanze oscure e ambienti bui nei quali basta una sola piccola fiamma di candela per vincere le tenebre. Quella piccola luce porta con se nuove visioni capaci di ridare forza alla vita e grazia ai pensieri. Se a questa flebile luce se ne affianca un’altra la speranza prende corpo e si fa più concreta e, quindi, più capace di dare valore a relazioni spente. Credere in tutto questo è come dare corpo ad una vita nuova. Ognuno di noi può essere luce per l’altro e sconfiggere le tenebre di questo mondo.

Beati i puri di cuore

“Beati i puri di cuore” è il filo degli incontri ai quali stiamo partecipando in questi giorni. Il primo c’è stato a Coreno in una famiglia che ha invitato e accolto altre famiglie. Ad organizzarlo è stato il nostro parroco don Andrea; mentre il secondo lo abbiamo vissuto a Fondi, nella Parrocchia di San Francesco presente Padre Maurizio dei francescani. In entrambe le circostanze è stato molto interessante il dialogo, il confronto e la condivisione. Portiamo nel cuore le parole, i volti, le espressioni di gioia e, anche, di sofferenza, di chi vi ha partecipato. La “famiglia”, le famiglie hanno bisogno di incontrarsi (magari anche nelle case, piccole chiese domestiche) per guardarsi negli occhi senza fretta, per condividere una tisana, un biscotto e dialogare in fraternità. I luoghi non sono tutti uguali e non tutti idonei a fare un certo cammino. Le case dove ogni famiglia vive, per esempio, hanno il dono di portare con loro il senso della fraternità, quelle atmosfere che fanno unità nei cuori, quella possibilità di favorire l’incontro e lo scambio come nessun altro luogo potrebbe fare.

Durante i due incontri che avevano per tema “Beati i puri di cuore” l’invito condiviso è stato quello di ripulire la lente con la quale viviamo e guardiamo il mondo, gli altri e noi stessi. Questa quaresima, infatti, ci offre l’opportunità di fare questa “operazione” e di ricominciare. Un po’ come la primavera che ridà vita nuova alla vegetazione, fa brillare di colori smaglianti ogni cosa. Anche noi facendo pulizia, mettendo ordine diamo luce nuova a ciò che siamo e a come ci guardiamo intorno. Possiamo fare un cammino insieme, possiamo farlo accompagnati dalle piccole cose di ogni giorno, possiamo tentare davvero di cambiare … se ne abbiamo voglia e desiderio.

Un grazie speciale alle comunità che ci hanno chiesto di stare con loro. E’ stata una gioia profonda, uno stare che portiamo nel cuore, un segno di amicizia e di affetto del quale c’è davvero sempre bisogno.

Infine torna il nostro invito: il nostro eremo di famiglia camaldolese “Aquila e Priscilla” è sempre aperto a chi vuole e quando vuole.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Cercare il bene.

“Cercate il bene e non il male, se volete vivere,
e il Signore sarà con voi”.

Si, si può fare. Possiamo davvero decidere di rompere con il passato; possiamo “abbracciare” un altra vita e farci “cercatori del bene”; cercatori del bello e del buono che da senso alla vita. Si tratta di una sfida emozionante capace di dare un senso alla nostra vita; una sfida per la quale vale la pena impegnarsi. “Il Signore sarà con noi”.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Nelle mani di Dio

L’inizio della Quaresima è un invito potente a mettere tutto nelle mani di Dio. Non è il segno di un ripiegamento o una forma di rassegnazione ma ci sembra, invece, il segno di un cammino nuovo attraverso il quale comunichiamo, con umiltà, di aver bisogno di Lui. E’ il segno che confidiamo in Lui nella convinzione che è solo da Dio che possiamo trarre forza e coraggio per affrontare la vita.

Credere che siamo nelle “mani di Dio” è perciò qualcosa di decisivo perché incoraggia la “missione” che ci è stata affidata; perché sarà Lui a guidarci; perché sarà Lui a proteggerci; perché Lui ci benedice.

Sappiamo che chi è nelle mani di Dio e tale si sente in ogni circostanza ha maggiore forza, più sicurezza e più coraggio. Sapere di essere nelle Sue mani ci da pace, ci toglie la tristezza e finalmente ci aiuta a comprendere tante cose della vita che non avevamo mai preso in considerazione.

L’invito è quello di vivere la Quaresima che sta per iniziare come un viaggio nel profondo del nostro essere cercando di gustare ogni attimo come se fosse l’ultimo.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Viaggi e viaggi

Si, ci sono viaggi e viaggi. Alcuni veloci, altri, invece, durano più giorni, qualcuno un mese, altri rarissimi, 0 tutta una vita, … e così diciamo che la vita è tutta un viaggio.

Ci sono persone che decidono di andare soli, altri, invece, scelgono un compagno, altri mettono al primo posto la meta e poi, magari imparano che la cosa più importanti non e l’arrivo ma il cammino appunto.

Per affrontare il cammino, però, sarà necessario attrezzarsi. A volte è necessario un abbigliamento leggero, altre volte uno più pesante o tutti e due. In certe occasioni il sostegno di un amico e/o la disponibilità a saper cogliere il momento giusto oppure la disponibilità e la forza a saper accogliere il mistero della vita che ci porta dove non vorremmo, magari in situazioni che non avevamo ne immaginato, ne mai sognato.  Ma perché scriviamo queste semplici considerazioni? Lo facciamo perché da un po’ abbiamo occasione di riflettere sul mistero di certi eventi che ci si parano davanti, o di certe persone che irrompono nelle nostre esistenze e sembrano turbare sogni e desideri, di altre che all’improvviso scompaiono o che scopri ti remano addirittura contro. Sono soggetti che di fatto intralciano cammini e, magari nascosti, oppongono ostacoli desiderosi solo di turbare la pace e spezzare il filo al quale ci si è legati e cercano di isolarti e lasciarti in balia delle onde in qualche landa deserta.

Peccato per loro, eventi o persone che siano, noi vi confessiamo, peccando, certamente, di poca umiltà di sentire in noi qualcosa di simile a quanto, in un certo momento della vita avverti Etty Hillesum:

«Mio Dio, prendimi per mano, ti seguirò da brava, non farò troppa resistenza. Non mi sottrarrò a nessuna delle cose che mi verranno addosso in questa vita, cercherò di accettare tutto e nel modo migliore. Il calore e la sicurezza mi piacciono, ma non mi ribellerò se mi toccherà stare al freddo purché tu mi tenga per mano andrò dappertutto allora, e cercherò di non avere paura. E dovunque mi troverò, io cercherò di irraggiare un po’ di quell’amore, di quel vero amore per gli uomini che mi porto dentro. […] Una volta che si comincia a camminare con Dio si continua semplicemente a camminare e la vita diventa un’unica, lunga passeggiata».

E allora, adesso, con maggiore forza, riprendiamo davvero a camminare certi che, con Lui, non c’è d’aver paura.

Preghiera, lavoro, Parola, studio e accoglienza saranno, in maniera ancora più forte, i pilastri del nostro andare quotidiano. Non pretendiamo più nulla credendo anche di aver ricevuto moltissimo e, quindi, ci sentiamo anche più liberi e forti per continuare ad andare “controcorrente” consapevoli dei rischi ma anche della necessità di doverlo fare per non tarpare le ali ad una spinta forte che emerge dal nostro cuore.

Buon cammino anche a voi (o buona vita come abbiamo imparato a dire da un po’), e a chi deciderà di intraprendere il proprio viaggio con i nostri stessi ideali diciamo che insieme si va meglio e, forse, più lontano. Non vogliamo sprecare il tempo. Andiamo, non c’è più tempo da perdere. In verità neanche questa piccola sosta è stata una perdita di tempo. Anzi ci è servita a pensare meglio e a raccogliere idee per riprendere il viaggio.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Terra dei martiri

Conosciamo tante immagini di Auschwitz; ci hanno raccontato storie; abbiamo visto molti film e letto anche libri di storia. Nessuno, però, credo ci ha mostrato questa foto … è un pezzetto di pavimento, un angolo di terra che ha accolto le gocce di sudore e di sangue di moltissimi martiri. Questo è un pezzetto di terra santa toccato dai piedi dei Santi … ultimo angolo di mondo nel quale terra e cielo si sono toccati. Ve lo doniamo sperando che ognuno dopo averlo guardato e contemplato nel silenzio possa alzare una grande preghiera per la Pace e trovi la forza di Essere Pace. 💫

Franca e Vincenzo