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Guide cieche

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 15,1-2.10-14

In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!».
Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!».
Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?».
Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».

Parola del Signore.

Per comprendere occorre ascoltare. È l’ascolto della Parola che ci aiuta a capire il mondo ed è questa comprensione che ci apre gli occhi e ci fa, poi, parlare, agire e vive da persone libere.

Chi non ascolta la Parola non vede e certamente cadrà vittima della propria condizione.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Cose nuove e cose antiche

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,47-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

Parola del Signore.

Da che mondo è mondo la saggezza ci chiama ad estrarre da fonti sicure cose nuove e cose antiche. Si tratta di costruire il nostro presente in modo totalmente nuovo ma conservando nel cuore la radice di quella antica saggezza che sa far vedere la giusta direzione della vita

È molto bello pensare e credere che esiste un tesoro che contiene una saggezza grande che può e deve ispirare la nostra vita presente. Non possiamo, infatti, ignorare la saggezza che deriva dall’Amore perché in esso è nascosta una grande conoscenza e dovrà essere proprio quello a guidare la vita di chi si fa discepolo di Gesù facendo scelte buone che realizzano cose nuove e cose antiche.

La Parola di Dio è la fonte di questo sapere saggio ed in questa saggezza possiamo e dobbiamo trovare la via per costruire la nostra vita quotidiana. Non saranno le imposizioni degli uomini a farci fare cose buone . Le cose buone, invece, nascono dall’esercizio della nostra libertà che deve restare radicata profondamente dentro le libere e sapienti indicazioni che ci giungono dalla fonte per eccellenza che è la Bibbia. La Bibbia, infatti, se letta con saggia libertà, è fonte capace di ispirare una grande creatività e sarà quella a farci fare cose nuove e cose antiche.

France e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

La zizzania sono i figli del Maligno

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,36-43
 
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

Parola del Signore.

Buongiorno. Oggi ci fermiamo a riflettere su chi sono i figli del Maligno che seminano la zizzania. Innanzitutto riteniamo che i seminatori di zizzania sono degli autentici “provocatori” cioè persone a cui piace sparlare degli altri, coloro i quali “con astuzia” cercano di provocare divisioni nella Comunità che frequentano e fanno finta di essere amici, persone che godono nel vedere l’altro in difficoltà o che di nascosto ne esaltano qualche difetto. Il seminatore di zizzania è anche uno che ha sempre qualcosa da dire su tutti e su tutto. Quasi sempre è un invadente a volte è arrogante e sa sempre cosa fare e come farlo. Insomma è uno che interviene su tutti e lo fa con saccenza cercando sempre di mettersi in mostra. I figli del Maligno, i seminatori di zizzania sembrano essere persone che in apparenza sembrano seguaci di Cristo ma, in realtà, seguono la logica del male e con paroline pronunciate al momento giusto cercano di dividere e di mettere in cattiva luce gli altri. E allora occhi aperti e grande attenzione, poche parole dette al momento giusto, preghiera, tanta preghiera, non cedere alle provocazioni e perdonare lasciandosi scivolare a dosso le critiche e le maldicenze. Queste ultime finiranno per bruciare chi le propone e le diffonde.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Un granello di senape

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,31-35

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».

Parola del Signore.

La Parola del Vangelo è una piccolezza di fronte agli sproloqui del mondo. A volte basta una frase, un detto, una parola che raggiunge il cuore dell’uomo ed ecco che il bene inizia a crescere e a contagiare l’ambiente. È così che regno di Dio cresce e si sviluppa. Il piccolo seme della Parola che il seminatore ha sparso in gran parte si è perso e solo qualcuno è caduto su un terreno buono che gli ha permesso di crescere e di svilupparsi. Perché il seme della Parola possa compiere la sua azione c’è bisogno della collaborazione dell’uomo, c’è bisogno che la donna unisca un po’ di lievito alla farina perché l’impasto lieviti. Gesù anche stamattina ci chiede un cuore libero e capace di accogliere il seme della Parola. Anche oggi ci chiede di vivere e diffondere il suo Amore

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Un tesoro nascosto nel campo

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,44-52

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Parola del Signore.

Il campo siamo noi e Cristo è dentro di noi. Se noi troviamo il Cristo nascosto dentro di noi abbiamo trovato il nostro tesoro, cioè il Regno di Dio. Chiaro, allora, il senso della parabola di Gesù? Bene, se abbiamo capito, abbiamo anche capito che questo tesoro=Cristo è così importante che ci cambia la vita. Ce la cambia al punto di non aver più bisogno di rincorrere freneticamente il denaro, il successo e il potere che sono il cancro del mondo. Perciò, se abbiamo trovato questo tesoro che è il Cristo dentro di noi allora siamo consapevoli che dobbiamo gioire e non hanno più importanza le difficoltà della vita e i problemi del quotidiano. In Cristo non c’è più morte ma solo VITA, c’è solo VITA VERA, autentica e liberante. Questo è il cristianesimo che il mondo considera follia. Ci chiediamo: ma io ho trovato il Cristo dentro di me? Ho scoperto il mio Tesoro? Vivo per Lui? Vivo con Lui? Mi fido di Lui? Oppure continuo a fare di testa mia? Continuo ad inseguire denaro, successo, potere e desideri di questo mondo? L’unico modo di essere davvero felici è aver trovato Cristo dentro di noi e lasciar andare le cose di questo mondo. Non c’è alternativa se si vuole essere felici davvero. Con Cristo non siamo più soli: cosa può farci l’uomo? Se abbiamo trovato Cristo anche il male è impotente e non riuscirà a scalfire la gioia profonda che abbiamo nel cuore. Con Cristo dentro di noi siamo più che vincitori, siamo liberi, felici e certi che la morte non prevarrà qualsiasi cosa accada.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Mite e umile di cuore

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,28-30
 
In quel tempo, Gesù disse: 
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore.

I sapienti e i dotti non ce la fanno, non ce la fanno ad abbandonarsi in Dio, non ce la fanno a farsi piccoli e s’impegnano a dimostrare quanto sono bravi e intelligenti. Gli ultimi, invece, ascoltano, si fidano e in umiltà si fanno miti. Non reagiscono alle prepotenze e al desiderio di grandezza dei dotti e dei sapienti i quali con il loro sapere e il loro potere vogliono dominare ed emarginano i poveri o coloro che non sono di gradimento. I dotti e i sapienti si ergono a casta e, a volte, mistificando finanche le parole e il messaggio di Gesù ne fanno un potere personale. I dotti e i sapienti sono presenti, purtroppo, in ogni ambiente (anche nella Chiesa) e, se hanno ruoli, usano questo potere per dominare e schiacciare. Sono degli illusi. Gesù sta con gli ultimi, sta con chi è stato emarginato, sta con i miti, sta con gli umili, sta con chi ha imparato a non reagire, sta con chi contempla il creato e vede Dio. Gesù è venuto per servire e non per essere servito. Gesù non accetta le provocazioni … le ascolta, le comprende e le lascia andare insieme a chi le pensa e le fa. Gesù Ama anche loro e spera, sempre, che tutti possano cambiare. Impegnativi a restare umili e miti certi di essere Amati da Gesù, il Maestro che serve!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Perché avete paura?

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8,23-27
 
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

Parola del Signore.

Spesso, in questi ultimi tempi, stiamo assistendo al ripetersi di allerte meteo. Arrivano acquazzoni improvvisi che provocano allagamenti che sono quasi sempre accompagnati da raffiche di vento che spazzano via tetti e demoliscono le costruzioni più fragili. Contro la furia del tempo sembrano esserci pochi rimedi se non quelli classici e cioè l’aver costruito la propria casa sulla roccia nel rispetto delle regole dell’ingegneria e aver usato buoni materiali sapientemente assemblati. Ma, a volte, anche in questi casi possono esserci conseguenze qualora non ci sia stata una buona manutenzione. Insomma c’è sempre bisogno della vicinanza e direi della “protezione” che laicamente potremmo chiamare “una buona stella”.

A pensarci bene è quello che accade anche agli apostoli. La loro buona stella è Gesù che si trova nella loro stessa barca. Quale situazione migliore? Eppure, nonostante ciò, mentre stanno navigando ecco il sopraggiungere di venti che agitano il mare. La barca è sbattuta di qua e di là e la paura è tanta. Insomma anche se siamo con Gesù possono sopraggiungere situazioni di pericolo e non possiamo evitare di avere paura. Nella vita, infatti, possono capitare tante situazioni difficili che ci mettono seriamente a rischio. In queste circostanze potremmo anche meravigliarci: “ma come, siamo amici di Gesù, siamo sempre con Lui e questa situazione così difficile da affrontare capita proprio a noi?”.

Riflettiamoci. Forse anche noi dobbiamo fare il passaggio da una relazione nella quale dobbiamo passare dall’atteggiamento del bambino che si lamenta e si arrabbia perché sembra che il padre non gli presti attenzione, al bambino che si fida, che si abbandona nelle braccia del padre. Dobbiamo ancora imparare a fidarci del Signore . È in queste situazioni che dobbiamo aggrapparci sempre di più al Signore e non tanto per chiedere di allontanare la tempesta, quanto per aiutarci a crescere, a maturare. Forse, in questa tempesta, siamo la mano amica che aiuta gli altri a camminare; la barca dove possono incontrare il Dio che non ci dimentica mai.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dov’è il tuo tesoro la sarà anche il tuo ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,19-23
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

Parola del Signore.

Qual’è la cosa più preziosa che abbiamo? Rispondere con sincerità a questa domanda è fondamentale per capire qualcosa di più di noi. Puntiamo ai beni materiali, alle cose, alla sicurezza materiale ? Oppure al primo pisto abbiamo messo l’amore per il Signore? Sono domande cruciali e ci fanno capire molto di noi, dei nostri stati d’animo e, quindi, delle nostre scelte quotidiane.

Non sappiamo se vi è mai capitato di essere preoccupati per le sorti degli altri e meno per le nostre cose? Questo tempo non ci aiuta a vivere guardando all’altro. Egoismi, invidie, sfiducia e paure di ogni tipo ci impediscono di essere donne e uomini davvero a servizio del Signore e spesso, purtroppo, l’indifferenza si è impadronita dei nostri cuori. Tutto ciò ci isola dagli altri e ci obbliga a vivere sempre agitati, preoccupati e a perseguire cose materiali e trascuriamo affetti, relazioni e amicizie. Intanto la vita scorre. Che il Signore ci aiuti!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

La pietra d’angolo

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,1-12

In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]:
«Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?».
E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

Parola del Signore.

L’uomo desidera prendere il posto di Dio. Dio, invece, dona tutto. Quando ciascuno di noi riuscirà a capire davvero la logica di Dio questo mondo cambierà. Quando questo accadrà nessuno sarà più escluso, emarginato, ignorato o denigrato. Solo allora non ci sarà più l’invidia, l’egoismo, l’avidità. La pietra d’angolo di questo cambiamento, però, è già stato collocata: è il Cristo crocifisso!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Ho sete

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19,25-34

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

Parola del Signore.

L’espressione “Ho sete” che Gesù esprime sulla croce evidenzia non solo e non tanto l’esigenza di bere acqua quanto piuttosto il bisogno di ricevere Amore. Gesù sente la distanza e l’assenza dell’amicizia e dell’amore degli uomini e anche in punto di morte prova a rilanciare una richiesta di attenzione e di Amore. Purtroppo anche stavolta la risposta dell’uomo è insufficiente ed imperfetta e gli offrono aceto. Anche noi nella vita restiamo purtroppo imperfetti, fragili e non riusciamo ad esprimere Amore e forse, peggio ancora, non ci proviamo nemmeno.