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Mite e umile di cuore

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,28-30
 
In quel tempo, Gesù disse: 
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore.

I sapienti e i dotti non ce la fanno, non ce la fanno ad abbandonarsi in Dio, non ce la fanno a farsi piccoli e s’impegnano a dimostrare quanto sono bravi e intelligenti. Gli ultimi, invece, ascoltano, si fidano e in umiltà si fanno miti. Non reagiscono alle prepotenze e al desiderio di grandezza dei dotti e dei sapienti i quali con il loro sapere e il loro potere vogliono dominare ed emarginano i poveri o coloro che non sono di gradimento. I dotti e i sapienti si ergono a casta e, a volte, mistificando finanche le parole e il messaggio di Gesù ne fanno un potere personale. I dotti e i sapienti sono presenti, purtroppo, in ogni ambiente (anche nella Chiesa) e, se hanno ruoli, usano questo potere per dominare e schiacciare. Sono degli illusi. Gesù sta con gli ultimi, sta con chi è stato emarginato, sta con i miti, sta con gli umili, sta con chi ha imparato a non reagire, sta con chi contempla il creato e vede Dio. Gesù è venuto per servire e non per essere servito. Gesù non accetta le provocazioni … le ascolta, le comprende e le lascia andare insieme a chi le pensa e le fa. Gesù Ama anche loro e spera, sempre, che tutti possano cambiare. Impegnativi a restare umili e miti certi di essere Amati da Gesù, il Maestro che serve!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Perché avete paura?

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8,23-27
 
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

Parola del Signore.

Spesso, in questi ultimi tempi, stiamo assistendo al ripetersi di allerte meteo. Arrivano acquazzoni improvvisi che provocano allagamenti che sono quasi sempre accompagnati da raffiche di vento che spazzano via tetti e demoliscono le costruzioni più fragili. Contro la furia del tempo sembrano esserci pochi rimedi se non quelli classici e cioè l’aver costruito la propria casa sulla roccia nel rispetto delle regole dell’ingegneria e aver usato buoni materiali sapientemente assemblati. Ma, a volte, anche in questi casi possono esserci conseguenze qualora non ci sia stata una buona manutenzione. Insomma c’è sempre bisogno della vicinanza e direi della “protezione” che laicamente potremmo chiamare “una buona stella”.

A pensarci bene è quello che accade anche agli apostoli. La loro buona stella è Gesù che si trova nella loro stessa barca. Quale situazione migliore? Eppure, nonostante ciò, mentre stanno navigando ecco il sopraggiungere di venti che agitano il mare. La barca è sbattuta di qua e di là e la paura è tanta. Insomma anche se siamo con Gesù possono sopraggiungere situazioni di pericolo e non possiamo evitare di avere paura. Nella vita, infatti, possono capitare tante situazioni difficili che ci mettono seriamente a rischio. In queste circostanze potremmo anche meravigliarci: “ma come, siamo amici di Gesù, siamo sempre con Lui e questa situazione così difficile da affrontare capita proprio a noi?”.

Riflettiamoci. Forse anche noi dobbiamo fare il passaggio da una relazione nella quale dobbiamo passare dall’atteggiamento del bambino che si lamenta e si arrabbia perché sembra che il padre non gli presti attenzione, al bambino che si fida, che si abbandona nelle braccia del padre. Dobbiamo ancora imparare a fidarci del Signore . È in queste situazioni che dobbiamo aggrapparci sempre di più al Signore e non tanto per chiedere di allontanare la tempesta, quanto per aiutarci a crescere, a maturare. Forse, in questa tempesta, siamo la mano amica che aiuta gli altri a camminare; la barca dove possono incontrare il Dio che non ci dimentica mai.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dov’è il tuo tesoro la sarà anche il tuo ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,19-23
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

Parola del Signore.

Qual’è la cosa più preziosa che abbiamo? Rispondere con sincerità a questa domanda è fondamentale per capire qualcosa di più di noi. Puntiamo ai beni materiali, alle cose, alla sicurezza materiale ? Oppure al primo pisto abbiamo messo l’amore per il Signore? Sono domande cruciali e ci fanno capire molto di noi, dei nostri stati d’animo e, quindi, delle nostre scelte quotidiane.

Non sappiamo se vi è mai capitato di essere preoccupati per le sorti degli altri e meno per le nostre cose? Questo tempo non ci aiuta a vivere guardando all’altro. Egoismi, invidie, sfiducia e paure di ogni tipo ci impediscono di essere donne e uomini davvero a servizio del Signore e spesso, purtroppo, l’indifferenza si è impadronita dei nostri cuori. Tutto ciò ci isola dagli altri e ci obbliga a vivere sempre agitati, preoccupati e a perseguire cose materiali e trascuriamo affetti, relazioni e amicizie. Intanto la vita scorre. Che il Signore ci aiuti!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

La pietra d’angolo

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,1-12

In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]:
«Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?».
E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

Parola del Signore.

L’uomo desidera prendere il posto di Dio. Dio, invece, dona tutto. Quando ciascuno di noi riuscirà a capire davvero la logica di Dio questo mondo cambierà. Quando questo accadrà nessuno sarà più escluso, emarginato, ignorato o denigrato. Solo allora non ci sarà più l’invidia, l’egoismo, l’avidità. La pietra d’angolo di questo cambiamento, però, è già stato collocata: è il Cristo crocifisso!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Ho sete

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19,25-34

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

Parola del Signore.

L’espressione “Ho sete” che Gesù esprime sulla croce evidenzia non solo e non tanto l’esigenza di bere acqua quanto piuttosto il bisogno di ricevere Amore. Gesù sente la distanza e l’assenza dell’amicizia e dell’amore degli uomini e anche in punto di morte prova a rilanciare una richiesta di attenzione e di Amore. Purtroppo anche stavolta la risposta dell’uomo è insufficiente ed imperfetta e gli offrono aceto. Anche noi nella vita restiamo purtroppo imperfetti, fragili e non riusciamo ad esprimere Amore e forse, peggio ancora, non ci proviamo nemmeno.

Il Padre vi ama

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,23b-28

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

Parola del Signore

Gesù ci conferma l’Amore del Padre e ci assicura che tutto ciò che chiederemo nel suo nome ci verrà dato. Forse dobbiamo imparare a chiedere nel nome di Gesù e, probabilmente, non basterà farlo con le sole parole. Crediamo che sia necessario prima di tutto uniformare la nostra vita alla fedeltà verso Gesù, seguire il suo esempio e il resto, tutto il resto, sarà una logica conseguenza, un dono del Padre.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Non era ancora giunta la sua ora

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 7,1-2.10.25-30
 
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi  di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercarono allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

Parola del Signore.

L’idea dei potenti è sempre quella di evitare ogni movimento che possa ostacolare o danneggiare la loro posizione di privilegiati. Gesù è uno che vuole cambiare la realtà per dare dignità, rispetto e gioia alle persone ed in particolare ai poveri, agli emarginati, agli ultimi e agli sfruttati. È evidente che questo non può piacere a chi esercita il potere. Sono loro, infatti, a cercare di catturare per poi ucciderlo. Il popolo intuisce la situazione e resta perplesso.

Ma non era ancora giunto il momento nel quale questo disegno di morte non poteva realizzarsi. Sappiamo bene, come poi, i sacerdoti del tempio, con astuzia e tante complicità e silenzio sono riusciti a compierlo. Gesù sarà catturato e nell’indifferenza torturato, processato e messo in croce. Ogni volta che ciascuno di noi di fronte alle ingiustizie resta muto, indifferente o fa finta di non sapere e non vedere contribuisce alla crocifissione di Cristo.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dicono e non fanno

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,1-12

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.

Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Parola del Signore.

A pensarci le parole di Gesù dovrebbero farci tremare. “Dicono e non fanno” e aggiunge che addirittura “Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito“.

Apparire più che essere è uno dei nodi che siamo chiamati a sciogliere. Domandiamoci: “Ma noi come siamo? Parliamo del bene da fare, dell’amore da praticare ma poi? Lo facciamo? Viviamo concretamente l’Amore verso l’altro. Ripensando all’ultima settimana o all’ultimo mese come valuto il mio comportamento?

Cerchiamo la stima, desideriamo il consenso perché godiamo del plauso e dell’ammirazione? Ecco guardiamoci in profondità e facciamo un esame di coscienza e certamente troveremo molte cose da cambiare nella nostra vita.

Ci piacciono i primi posti e grazie a questo stile di vivere magari cerchiamo anche di dominare gli altri. Attenzione anche a chi sfruttando la sua condizione, il suo servizio cerca di dominare l’altro. A volte siamo falsi, bugiardi, ci lamentiamo di ogni cosa e non ci sta mai bene niente e quel ch’è peggio ci permettiamo anche di criticare gli altri.

Il Signore ci chiede umiltà, ci chiede sobrietà, ci chiede di fare rinunce vere, di metterci a servizio dell’altro … possiamo farlo!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Chi perderà la propria vita per causa mia la salverà

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,22-25

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

Parola del Signore.

Rifletto su qualche punto di domanda. In quale occasione ho pensato di salvare la mia vita senza guardarmi intorno? Sarei disponibile a perdere qualcosa di “mio” rinunciando a possederlo per aiutare qualche altra persona? Quale è la cosa più importante per me?

Dal di dentro escono i mali propositi

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,14-23

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.
E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Parola del Signore

È dal cuore che escono i mali. Gesù lo dice con chiarezza. Il bene, invece, viene dallo Spirito di Dio. Dal cuore dice Gesù escono: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Il cuore si riempie di malizia e fa confusione e magari ci inganna fino al punto di farci credere buoni? Quando, invece, noi ci doniamo all’altro, quando davvero ci mettiamo a disposizione dell’altro solo allora stiamo ascoltando lo Spirito di Dio. Dobbiamo essere consapevoli che il bene viene solo dall’ascolto dello Spirito di Dio che sceglie di agire attraverso di noi.

Il nostro cuore è facile preda del male. Spesso, infatti, il cuore non è umile e non ama, anzi è la sede del non amore. Dobbiamo fermarci ed essere attenti: cosa ci sta guidando nelle nostre scelte, cosa ci sta spingendo a certi modi di fare, cosa ci sta indicando di compiere certi comportamenti. Siamo preda del male che inganna il cuore e che ci fa credere di essere buoni. Cerchiamo di invocare lo Spirito di Dio che è l’unica possibilità che abbiamo di correggerci e salvare la nostra vita. Non viviamo da illusi del bene, solo lo Spirito di Dio può portarci al bene ed è Lui che dobbiamo invocare.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️