Archivi categoria: Uncategorized

Ti seguirò

Seguire Gesù significa camminare insieme ad una persona di cui ci si può fidare. Gesù non tradisce, non inganna e si prende cura dell’uomo. Egli, però, è molto esigente e chiede fedeltà, sincerità e fiducia. Gesù guarda il cuore e non è mai indifferente. Offre certezze ma chiede di lasciare tutto per mettere lui al primo posto. Accogliere l’invito di Gesù e seguirlo è una scelta importante per la vita, una scelta di libertà e di liberazione da tutte le possibili schiavitù di questo mondo. Con Lui l’unica cosa che conta è Amare e Amare pienamente e totalmente. Spetta a noi scegliere Lui e seguirlo oppure restare impigliati nei vortici di un mondo che ci vuole dipendenti dalle trappole di desideri mondani.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,57-62
 
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Parola del Signore.

Mettersi in cammino

Gesù è sempre in cammino. Spinge i suoi passi da un villaggio all’altro ma la sua meta finale è Gerusalemme, il luogo nel quale sarà “elevato in alto”. Il destino di Gesù è segnato. A Gerusalemme lo attende la croce ed egli non la rifiuta. Anzi, quando i discepoli entrano in un villaggio di Samaritani e questi non vollero riceverlo “perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme” e i discepoli avrebbero voluto reagire, Gesù li rimprovera. Gesù ha ben chiaro il suo destino che si compirà a Gerusalemme e non si tira indietro. Sa bene cosa lo attende ma non vuole sfuggire a questa realtà come, probabilmente avrebbe fatto un codardo. Mettersi in cammino e camminare è chiaramente la sua scelta consapevole ed è un esempio per noi tutti chiamati a vivere la nostra realtà così com’è senza volerla cambiare per forza. Come Gesù dobbiamo cercare di essere testimoni, testimoni credibili pronti a vivere anche il dolore e la sofferenza… Siamo discepoli del Maestro e il Maestro si prende cura di tutti i suoi discepoli, anche di noi che siamo piccoli e sconosciuti, fragili figli di un Dio che è Amore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,51-56
 
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme.
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.

Parola del Signore.

Consegnato nelle mani degli uomini

Spesso la vita è molto più complicata di quello che sembra. Tante difficoltà, purtroppo, nascono dentro il quotidiano e, in particolare, nelle relazioni umane. Una delle sfide più difficili, infatti, è riuscire a relazionarsi con gli altri. Dentro le relazioni con gli altri emergono spesso atteggiamenti che prendono origine da pregiudizi, da invidie, egoismi, dicerie, ecc. Quando questo accade si entra in un vortice di negatività che non solo spaventa, non solo fa male ma può addirittura portare la persona consegnata nelle mani del “popolo” a vivere il dolore e la sofferenza. Oggi, Gesù, ci lancia, tra le righe, una forte provocazione invitandoci a ripensare le relazioni, ad evitare i pregiudizi, a chiedere e dare fiducia. Ci chiede di costruire buone relazioni e cercare sempre il bene in ogni situazione. Ci chiede di essere persone che accolgono e di comprendere anche i bisogni dell’altro. Solo in questo modo potremo tentare di cambiare questo mondo e convertire alla Legge dell’Amore tutti coloro che continuano a perseguire, opprimere e/o condannare il prossimo. Il nostro compito non è mettere l’altro in croce ma è schiodare l’uomo dalla croce ridando speranza ad ogni fratello.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,43b-45

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Parola del Signore.

È l’ora del “Silenzio”

” SILENZIO ” di Madre Annamaria Canopi.

Il silenzio diventa forza per portare la prova.
Il lamentarsi, il discutere, il parlare delle difficoltà
fa invece diminuire le forze.
Di fronte alle prove personali, prima di ribellarsi,
prima di ragionare sulla situazione,
bisogna mettersi in silenzio, attendere umilmente
che Dio ci manifesti il suo disegno,
credendo di essere sempre e ancor più nelle sue mani.

Spesso anche quando non parliamo,
quanto frastuono c’è in noi!
Ci conceda il Signore di portare in silenzio
il peso, la molestia della giornata, riposando in lui,
nella certezza che egli ha cura di noi.

Comprenderete che nel vivere cercando il Signore nella calma, nel silenzio, nel raccoglimento,
nella profonda attenzione a lui, nella fiducia
sta la vostra forza,
non nell’agitarvi…
Il Signore non è nel turbamento.

E’ il tempo del silenzio,
della povertà, dell’assenza, dell’umiltà, dell’attesa.
E lo scopo di questa solitudine silenziosa
è l’ascolto del Signore
che parla di nuovo al cuore della sua Sposa:
la Chiesa, l’anima nostra.

Tu starai quieta,
e io pure starò solo, in attesa
— dice il Signore —.
Tu starai calma, sola, vicino a me, in silenzio,
e io pure in silenzio, solo, vicino a te.
E’ la vigilia.
Poi sarà l’unione, l’alleanza.
E dal silenzio fiorirà la gioia della festa.

E’ una chiamata forte, irresistibile,
a compiere la volontà di Dio.
Far tacere la propria volontà
e aderire silenziosamente a Dio:
questa è la comunione con il Signore
che ci fa essere un solo spirito con lui.

Deve tacere tutto il mondo che è in noi:
mondo di confusione, di vanità,
di ansietà, di miseria.
Portiamo questo nostro mondo al cospetto di Dio,
e mettiamolo in silenzio, perché giunga all’adorazione.

Un silenzio che è umiltà,
che è accettazione del mistero,
accettazione di non capire,
ma di credere che ogni evento della storia
è guidato da Dio
e porta avanti il cammino di salvezza per tutti.

Questo silenzio alla presenza del Signore
in pratica diventa saper tacere con umiltà vera
davanti ai nostri fratelli.
E un silenzio che deve porre un freno
ai propri impulsi, alle proprie idee,
all’amore di sé, all’orgoglio, alla presunzione.
Un silenzio che si vive col non essere ribelli, diffidenti,
col non mormorare, non giudicare,
non difendersi, non darsi ragione,
ma riconoscersi poveri e attendere la salvezza
da un Dio che si è fatto Povero. Quando l’io parla, Dio tace;
perché quando l’ io parla
non sa più ascoltare,
ma si mette in dialogo con il maligno,
e si lascia pervertire l’orecchio dalle sue menzogne.
Non inganniamoci con falsi silenzi:
il silenzio vero è, prima di tutto,
quello che fa tacere noi stessi.
Se non facciamo tacere l’ io, possiamo andare
anche nel deserto più deserto,
ma è un’illusione:
ci rimane l’ostacolo maggiore, quello che ci separa da Dio,

Nei nostri rapporti interpersonali
quante volte salta fuori

questo terribile personaggio — l’ io—
che si mette in conflitto con gli altri,
e fa tanto chiasso da stordirci,
da non renderci più capaci
di essere presenti al Signore,
di intendere la sua voce,
di gustare le cose dell’alto, di sperimentare il mistero di Cristo
che è mistero di umiltà, di silenzio, di povertà,
di abnegazione.

Lo sguardo del Signore si posa sugli umili:
è uno sguardo che mette a nudo
tutto il bene e tutto il male che c’e nell’uomo.
Davanti alla realtà del male che è in noi e negli altri,
che cosa possiamo fare,
se non uscire da noi stessi, entrare nel suo santo tempio
in silenzio, con umiltà,
e spalancare il nostro sguardo su di lui, il Santo?
Soltanto se ci trova prostrati, umili, in silenzio di compunzione
egli ci avvolge con il suo sguardo di compassione
e ci solleva.
Il Signore ci renda capaci
di un servizio che non si proclama, non si esalta,
non si ri-dice, non si racconta, non si fa pagare.
Un servizio che diventa sempre più
conosciuto solo da Dio,
e che, giunta la sera,
lascia sempre nell’animo la sofferta, sincera convinzione
di essere stati servi inutili.

Ti cercavamo

Dicono che il più grande successo di un padre e di una madre è diventare inutili . … Vero.

E poi, altri aggiungono … che il più grande successo dei figli sarà prendersi cura dei genitori e dei loro bisogni. Verissimo.

Gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,41-51

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».  Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

Parola del Signore.

La pagliuzza e la trave

Giudicare qualcuno e accusarlo è ipocrita. L’invito di Gesù è quello di guardare dentro di noi non fuori di noi. Accusare qualcuno è una specie di modo per giustificare se stessi mentre il nodo da sciogliere è dentro di noi.

Non c’è altro da fare se vogliamo davvero riprendere in mano la nostra vita e costruire un futuro possibile. Non possiamo dare sempre la colpa o la responsabilità agli altri. Se vogliamo essere veri uomini dobbiamo trovare il coraggio di essere veri con noi stessi, dobbiamo guardare la verità che abbiamo nascosto dentro di noi. Solo se riusciremo a fare questo potremo liberarci dai fantasmi che popolano la nostra notte e riuscire a vivere. C’è sempre un momento di verità che non possiamo evitare. Dobbiamo affrontarlo e vincere; dobbiamo avere il coraggio di scavare dentro di noi perché la questione e la soluzione è lì, dentro di noi.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7,1-5

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Parola del Signore.

Erba di campo

Selvaggia e libera, spontanea e rustica … l’erba di campo ricopre la nuda terra e la riveste di meraviglie. Tutto viene dal creatore che si prende cura di noi, che suscita emozioni, che spinge i nostri passi e il nostro cuore immaginando strade sempre nuove da offrirci per ridare cuore e coraggio a chi si sente vuoto e spento. L’invito è a cercare il regno di Dio qui e adesso, a cercare la sua giustizia perché la vita, ogni vita, riprenda forza e abbia il coraggio di essere figlia dello Spirito che soffia sempre e comunque dove e come vuole. Nessuno potrà ingabbiare il vento dello Spirito; nessuno potrà fermare il dono della vita bella che il creatore ha offerto; nessuno, proprio nessuno, dovrà preoccuparsi del domani, tutto, infatti, è nella mani di Dio con il quale siamo invitati a collaborare per costruire il regno.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,24-34

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.
Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

Parola del Signore.

Preghiamo così

Pregare è uno stare alla presenza, un guardare oltre le apparenze, un fare silenzio dentro per riempirsi di Lui ascoltando la sua voce e percepire lo Spirito. Pregare è chiedere ciò che il Padre già conosce attendendo che la sua volontà si faccia storia; pregare è chiedere di avere il coraggio di accettare le situazioni della vita; pregare è chiedere la pace lasciando andare tutto ciò che non dipende da noi; pregare è accogliere, senza rancori, ogni cosa da qualunque parte provenga e fare del nostro meglio … il meglio possibile … il meglio che ci è consentito.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.

Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Parola del Signore.

Molte cose ho ancora da dirvi

Anche oggi come al tempo di Gesù l’uomo non è capace di conoscere tutto o di portare il peso di molte verità. Occorre saper aspettare ed essere disponibili ad accogliere lo Spirito Santo che pian piano ci svelerà e ci farà conoscere tutte le cose anche quelle nascoste. Sappiamo bene, infatti, che non tutta la verità emerge, non tutta la verità viene detta, non tutte le cose sono fatte o dette alla luce del sole.

Il Signore, perciò, ci invita a saper restare in attesa chiedendo allo Spirito di guidarci nella scoperta della realtà. Tutto avverrà gradualmente secondo i piani di Dio che ci farà scoprire molte cose nascoste che, oggi, possiamo solo intuite.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,12-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Parola del Signore.

Tradire

L’adulterio è un tradimento. Significa essere infedele ad una relazione di coppia ma in senso più ampio significa rompere un rapporto, una relazione, qualsiasi relazione.

Accettare un tradimento, si sa, è davvero complicato; è qualcosa che scuote la vita in profondità anche perché arriva da una persona di cui ti fidi e, quindi, da uno dal quale mai ti saresti aspettato di essere tradito. Eppure, quanti tradimenti? Quante relazioni di coppia o di amicizie, o di parentela sono colpite da questa triste realtà? Tante, lo sappiamo.

Si tratta di situazioni che riguardano la vita quotidiana e che dobbiamo mettere in conto senza permettere che possano turbare la nostra vita anche se le abbiamo subite e le subiamo. Crediamo, invece, che occorre pregare e pregare forte per chi tradisce una relazione. Purtroppo chi tradisce non ha pace e non l’avrà neanche nel futuro. E noi, anche se siamo vittime di tradimento non possiamo e non dobbiamo farcene una pena ma dobbiamo trasformare il male ricevuto in bene, dobbiamo rispondere al male con il bene e saper accettare e accogliere ogni azione cattiva che ci colpisce con il sorriso e con la pace nel cuore. Non dimentichiamo di pregare per chi tradisce perché chi tradisce è un povero, tanto povero che ha bisogno di pietà, aiuto e compassione. Se anche tu sei stato tradito sorridi e prega per chi ti ha fatto o ti fa del male. Questa persona ha bisogno di essere aiutata con la speranza di salvarlo dalla rovina che inevitabilmente lo colpirà. Il male fatto, purtroppo, porterà la sua vita in una condizione infernale non dopo la morte del corpo ma già adesso, perché il suo cuore non potrà reggere al male che ha fatto o che farà. La vita di chi tradisce è come quella di un disperato. Si finge forte ma in realtà è un debole, tanto debole da farsi sopraffare dal male che lo ha avvolto e lo ha fatto prigioniero. Pace a lui.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,27-32

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

Parola del Signore.