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Convertitevi a credere al Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,14-20

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Parola del Signore.

Gesù inizia il suo ministero e chiama attorno a sé un gruppo di discepoli … Tutti siamo chiamati non solo a seguirlo ma anche a collaborare alla costruzione del Regno di Dio.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Entrò in una casa

Mc 3, 20-21
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

La casa è il luogo dell’incontro, è il luogo nel quale Gesù si svela. La folla lo cerca e si accalca intorno. Si cerca il contatto anche fisico. Una volta presi dalla sua Parola non possiamo stare senza di Lui e lo cerchiamo per vederlo, ascoltarlo e toccarlo. Gesù è cibo spirituale capace di ridare Speranza, Coraggio, Gioia alla nostra vita. Con Lui nel cuore e nella mente nessuna negatività potrà vincere la nostra vita. Cercare Gesù, unico Signore della nostra vita, ci protegge dal male, ci offre consolazione e ci rende testimoni credibili del Suo Amore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Gli 80 anni di dom Innocenzo Gargano

Ieri, primo gennaio, dom Innocenzo Gargano, monaco camaldolese, ha compiuto 80 anni. Lo abbiamo incontrato alcuni anni fa, (più di 10) ed è stato un momento semplice, essenziale e vero. Ci ha accolto con Madre Michela Porcellato, badessa del Monastero di Sant’Antonio Abate in Roma… È nata così una relazione semplice che, poi, ci ha condotto lungo le strade del mondo facendoci scoprire la nostra vocazione nella vocazione: famiglia, famiglia diaconale e, quindi, oblati camaldolesi. Se ci chiedete cosa facciamo di speciale vi rispondiamo d’impulso e con semplicità: nulla! Cerchiamo, però, ogni giorno, ogni santo giorno, (e in tanti anni non abbiamo mai interrotto), “ascoltare” il vangelo del giorno e scrivere qualche rigo di commento che condividiamo su questo sito-blog. Prima con regolarità mensile e con il covid, più raramente, cerchiamo di incontrare altre famiglia e altre persone nella nostra casa eremo. Manteniamo costanti relazioni con altre comunità monastica (monache di Sant’Antonio Abate a Roma, monache della Rupe di Cassino), eremiti/e (Mirella Muia, Cristina, ecc ), sacerdoti amici (don Francesco, … qualcuno ultimamente ci ha lasciato) e cerchiamo di dire e far sentire il nostro piccolo aiuto (solo una goccia) nel mare dei bisogni. Una vita semplice che Innocenzo accompagna con le sue lectio del sabato sera e che ascoltiamo grazie ad uno speciale servizio delle monache camaldolesi di Roma guidate da Madre Michela Porcellato …

Grazie don Innocenzo per la tua Amicizia e il tuo affetto. Te ne siamo grati, tanto grati, molto grati,

Oggi vogliamo ringraziare Dio per avercelo fatto incontrare. Lo consideriamo uno dei profeti del nostro tempo.

Docente  di teologia patristica al Pontificio Istituto Orientale e  di Spiritualità monastica antica presso il Pontificio Ateneo Anselmiano,   biblista e patrologo di chiara fama,  P. Guido Innocenzo Gargano è un  monaco benedettino-camaldolese, già priore del monastero romano di San Gregorio al Celio, consultore di diversi dicasteri vaticani ed esperto di dialogo interreligioso.  Nel 1980  ha fondato i Colloqui Ebraico-cristiani di Camaldoli e ha diretto per vent’anni il trimestrale Vita Monastica. E tanti altro ancora. Auguri Innocenzo !!!

L’altro discepolo corse più veloce

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,2-8
 
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario –  che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Parola del Signore.

Oggi ricordiamo San Giovanni evangelista… Figlio di Zebedeo, fratello di Giacomo il maggiore, discepolo di Giovanni Battista, è fra i primi a passare alla sequela di Gesù. E’ il discepolo prediletto che nell’ultima cena posò il capo sul petto di Gesù. Testimone della trasfigurazione e dell’agonia del Signore, è presente ai piedi della croce, dove Gesù gli affida la Madre. Insieme a Pietro vide il sepolcro vuoto e credette nella risurrezione del Signore. Evangelista e teologo, penetra profondamente il mistero del Verbo fatto uomo, pieno di grazia e di verità. Nella prima lettera, vertice di tutta la teologia sapienziale, ci dà la più alta definizione della divinità: Dio è amore. Esiliato nell’isola di Patmos, fu rapito in estasi nel giorno del Signore ed ebbe le visioni che descrisse nell’Apocalisse, ultimo libro del Nuovo Testamento. La sua memoria il 27 dicembre è ricordata in un «Breviario» siriaco della fine del sec. IV e nel martirologio geronimiano.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Strada facendo, predicate …

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,35 – 10,1.6-8

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

Parola del Signore

Ecco la missione di tutti i battezzati: “Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Chiunque fa la volontà del Padre mio

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 12,46-50
 
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Parola del Signore.

Fare famiglia è “Amare” … È l’Amore che costruisce lo spirito della famiglia e Gesù riconosce come suoi familiari chi vive lo spirito della famiglia. … Nella famiglia non si è mai soli e nessuno è indifferente verso l’altro. C’è un dettaglio molto bello del vangelo di oggi: Gesù tende la mano verso i suoi discepoli e dice: “Ecco mia madre e i miei fratelli!”.

Insomma sia fratelli, sorelle, madre e padre se ci Amiamo. Il legame carnale merita quello spirituale, c’è bisogno di relazione, di affetto, di condividere parole e vita quotidiana. Non è mai tardi per vivere lo spirito della famiglia. C’è sempre tempo per vivere relazioni vere e profonde.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

In quel giorno …

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,26-37
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

Parola del Signore.

Il Signore vuole il meglio per ciascuno di noi. Egli è pieno di misericordia e quando ci affidiamo completamente a Lui sa come, quando e dove intervenire.

La misericordia divina, infatti, si fa presente, dando una nuova opportunità a coloro che si adoperano per corrispondere ai suoi doni.

Oggi il vangelo ci riporta l’esempio di Noè e Lot che scelsero di abbandonare molte cose e si salvarono dalla tragedia. Sia Noè che Lot si fidarono e affidarono al Signore e trovarono la salvezza.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il Regno di Dio è in mezzo a voi!

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,20-25

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».

Parola del Signore.

Il Regno di Dio, ci dice Gesù oggi, è in mezzo a voi! È già qui. E dove? Il Regno di Dio è nelle piccole cose, un granello di senape, un pizzico di lievito capace di far lievitare la farina, una perla nascosta tra mille altre cose di poco valore oppure un tesoro nascosto in un terreno e scoperto, per caso, dal contadino. Vorremmo aggiungere che il Regno di Dio è nel cuore di chi riesce a scoprirlo in un filo d’erba, in una semplice margherita, in un sorgente di acqua zampillante, nel sorriso e nell’affetto di un amico sincero. Il Regno di Dio, insomma, vuole il nostro aiuto e la nostra creatività per essere scoperto nel quotidiano e poi fatto crescere perché il nostro cuore possa aiutarci a generare il bene.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Siamo servi inutili

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,7-10

In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore.

“Siamo servi inutili” è un’espressione spiazzante, potremmo dire incomprensibile nella nostra realtà. Qualcosa che è fuori da questo mondo dove si fa per un interesse. In realtà per comprende bene cosa Gesù dice dobbiamo scoprire il significato della parola “inutile” nella lingua di Gesù. Per noi “inutile” significa: “superfluo, infruttuoso”. Nella lingua di Gesù la parola “inutile”, invece, significa senza pretese, senza rivendicazioni, senza tornaconto. Ecco, ora l’espressione di Gesù è chiara: “Essere a Servizio, significa essere servi senza secondi fini“. Insomma Gesù ci chiama a offrire la vita “servendo gli altri senza chiedere nulla in cambio“. Questa sì che è una rivoluzione. Questa sì che è una pratica che cambia il mondo. Questa sì che è la vita nell’Amore. Chiediamoci se davvero noi “siamo servi senza pretese, senza interesse, senza secondi fini?”. Tali dovrebbero essere, per esempio, le persone che fanno politica. Sappiamo che Papa Paolo VI disse che la politica è la più alta forma di Carità=Amore. Ma li immaginiamo questi politici come “servi senza interessi”? Ridicolo vero? Chi è il politico “senza interessi?”. Il panorama è davvero triste. C’è bisogno, quindi, di qualcosa di altro e noi stessi siamo chiamati a rivedere la nostra vita profondamente, a riflettere su tante nostre scelte, su tante nostre azioni e su tante nostre parole. Dobbiamo almeno provarci. È davvero urgente farlo con grande sincerità e umiltà! Se non lo facciamo e evidente che nella nella vita siamo solo “tromboni stonati”, “giocolieri illusi”, “buonisti di facciata” o, peggio, ” demoni travestiti da finti benefattori”. È ora di cambiare vita per essere coerenti e autentici.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Beati i poveri in spirito

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,1-12a
 
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore.

Il cammino verso la santità ci appare essere una cosa complicata, difficile, forse, addirittura impossibile. In realtà è il cammino dell’uomo, della persona che vive una vita pienamente umana. Eppure abbiamo smarrito il senso e il significato della vita e c’è stato un momento nel quale una frattura ha separato il cammino dell’uomo dal cammino della santità. Dobbiamo ricongiungere e riunite i pezzi di questo mosaico nel quale il vero uomo e il santo coincidono. Non si tratta di compiere quelli che chiamiamo “miracoli” bensì occorre riconsegnare senso e significato a qualcosa che, nel tempo, è stato separato. Purtroppo la realtà del nostro tempo non aiuta e le iniziative per approfondire la frattura si moltiplicano e si chiamano: superbia, avarizia, ira, invidia, lussuria, gola accidia. Sono i terremoti che separano e dividono l’uomo dalla sua essenza e dalla sua verità originaria. Se riuscissimo a compiere l’operazione di allontanare queste tentazione il gioco sarebbe fatto e l’uomo tornerebbe ad abitare la Terra in maniera bella. La bellezza, l’armonia e la felicità sarebbero la nostra realtà quotidiana. La stessa sofferenza non avrebbe spazio e libertà di azione ed invece purtroppo non è così. Il dolore, la sofferenza e la morte sono venute ad abitare con noi rendendo la nostra vita complicata. Però possiamo cambiare questo mondo, possiamo vivere da uomini veri e battere il male, questo orrendo male che deturpa il nostro volto, la nostra esistenza e ci abbrutisce. Occorre come dice Gesù scoprire di essere “poveri in spirito”. E che significa? I poveri in spirito «sono coloro che sono e si sentono poveri, mendicanti, nell’intimo del loro essere», ha spiegato Jorge Mario Bergoglio. «Gesù li proclama beati, perché ad essi appartiene il Regno dei cieli. … Quante volte ci è stato detto il contrario! Bisogna essere qualcosa nella vita, essere qualcuno… Bisogna farsi un nome… È da questo che nasce la solitudine e l’infelicità: se io devo essere “qualcuno”, sono in competizione con gli altri e vivo nella preoccupazione ossessiva per il mio ego. Se non accetto di essere povero, prendo in odio tutto ciò che mi ricorda la mia fragilità. Perché questa fragilità impedisce che io divenga una persona importante, un ricco non solo di denaro, ma di fama, di tutto”. Papa Francesco

Scopriamo la nostra povertà e saremo beati e santi.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️