Dio farà giustizia

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,1-8
 
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente.Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Parola del Signore.

Possiamo esserne certi: Dio farà giustizia prontamente!

La giustizia implica “agire con rettitudine”, “non arrecare danno ad alcuno”.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

I giorni di Noè

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,26-37
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

Parola del Signore.

Stiamo vivendo anche noi i giorni di Noè. Mangiamo, beviamo, prendiamo moglie o marito insomma viviamo sempre più senza Dio oppure lo viviamo solo formalmente. In realtà ci manca il sogno, il mistero, l’essenziale … la fede. Si vive da furbi; si vive per accumulare. Si vive rubando e da egoisti e prepotenti. Si vive da indifferenti verso gli altri e quel che è peggio si crede ( sarà vero?) anche di stare nel giusto. … Si crede solo in ciò che tocchiamo, vediamo e ascoltiamo. Viviamo, insomma, di cose e cerchiamo di essere ammirati e di essere esaltati. Attenzione, Dio verrà come al tempo di Noè e prenderà tutto ciò che abbiamo accumulato e che non ci serve per una vita vera, per una vita essenziale, per una vita piena di senso. Quel giorno l’uomo guardandosi indietro come per la moglie di Lot comprenderà cosa significa: “Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva”.

Dio, perciò, viene per ricordarci che l’uomo ha bisogno di sognare, di un grande progetto per costruire pace nel cuore, di amare e di un amico vero. L’uomo ha bisogno di verità e non di bugie; ha bisogno di Amici e non di approfittatori furbi e meschini; ha bisogno di essenzialità e semplicità e di certo non ha bisogno di potenti che fanno i prepotenti. I bugiardi, i furbi, i ricchi, i potenti prepotenti, i ladri, i meschini che vivono da malvagi nella loro Sodoma saranno presto presi e la loro città distrutta. Questo non è un desidero del povero ma è una verità profonda della vita. L’invito di Gesù è quello di cambiare vita prima che arrivi la fine.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il Regno di Dio è in mezzo a voi

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,20-25

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete.
Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».

Parola del Signore.

Tra circa 40 giorni potremo fare festa e “accogliere” il Dio bambino … È un appuntamento che mettiamo in calendario ogni anno ma la verità profonda è che Gesù il suo Regno sono, da sempre, in mezzo a noi. Oggi, infatti, Gesù ce lo dice con chiarezza: “il Regno di Dio è in mezzo a voi“. Comprendiamo perciò che questo regno è già presente tra noi e anche in noi. Tra noi in quanto la sua è una presenza discreta, piccola, semplice, nascosta dentro un pizzico di farina o un granello di senape. Ma anche dentro di noi e attende con pazienza che noi lo scopriamo e lo facciamo crescere. Il Regno di Dio, quindi, è presente anche nell’annuncio e nella testimonianza di fede, nell’azione per la giustizia, in quella per la verità e l’amore e anche noi possiamo farlo crescere e mostrare da umili servi di un Dio che ci ama profondamente.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

La tua fede ti ha salvato

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,11-19

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Parola del Signore.

In un tempo e in mondo che appare sempre più arrogante, prepotente e nelle mani di ricchi e uomini di successo dare gloria a Dio appare un residuo del passato. Il mito del danaro facile, dei furbetti, degli egoisti, dei puri e forti sembrano i mantra che attraggono e suscitano desideri nelle masse sempre più povere e sempre più facile preda di demagoghi in grado di maneggiare i social.

Con queste premesse la fede diventa solo un aspetto che qualcuno potrebbe addirittura solo sfruttare. Ed invece, questo tempo, proprio questo tempo diventa il momento più importante per testimoniare la Speranza e per viverla in un controcorrente che costruisce futuro vero. La fede, quella vera e sincera, quella testimoniata con il coraggio di Essere diventa, perciò ancora di salvezza e ragione di vita sulla quale puntare. Il cristiano non può più rimandare o rinunciare. Questo è il tempo giusto per vivere pienamente la vita in Cristo. Occorre andare oltre le forme, oltre il si è fatto sempre così, oltre l’immagine per puntare all’essenziale. Occorre farlo anche se si ha la sensazione di essere soli. Si, anche se soli è necessario Essere donne e uomini di Fede.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Siamo servi inutili

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,7-10

In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore.

Siamo abituati a credere che con la Parola “Inutile” si vuol dire che non serve. Eppure al tempo di Gesù e nella cultura del suo tempo la parola “Inutile” non voleva dire che si è incapaci, o che si è improduttivi. I servi ai quali si riferisce Gesù sono persone poste al servizio di un padrone i quali collaborano pascolando il gregge, oppure lavorando la terra o facendo le faccende casa. Questi servizi sono molto utili e molto necessari ma qui la parola “Inutile” viene utilizzata per dire senza pretese, senza rivendicazioni e senza altri fini. Oggi, quindi, Gesù ci richiama a rifiutare lo stile di chi cerca il profitto e si impegna per donare; ci chiede di rifiutare la guerra e di essere operatori di pace; ci chiede di Servire perché non è per niente Inutile e ciò che si fa va oltre i risultati che di ottengono. È così, infatti, che possiamo essere persone capaci di spostare le montagne e lasciare tracce che parlano al cuore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Perdonare

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,1-6

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Parola del Signore.

Oggi Gesù ci insegna che se non siamo disposti a concedere il perdono a chi ce lo chiede non possiamo salvarci. Il perdono è una delle più alte se ne non la più alta forma di carità e tutti ci ricordiamo dell’inno alla carità di San Paolo …

Nella prima parte leggiamo:

“Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.
E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo, per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.

Perdonare è il segno più chiaro ed esplicito della carità che siamo chiamati ad avere per costruire buone relazioni e salvare la nostra anima.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Due monete, che fanno un soldo

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,38-44
 
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Parola del Signore.

Questa mattina, Gesù, prende una vedova e la fa maestra di vita. Ha un grande cuore questa vedova e le viene donata anche la gioia. Lei nella sua povertà e umiltà mostra tanta fiducia come gli uccelli del cielo e i gigli di campo. In fondo è come il sole che vince le tenebre e certi giorni si dona con generosità e colori che riempiono occhi e cuore per affrontare un nuovo giorno.

Buona domenica

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Il corpo come un tempio

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 2,13-22

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».  Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Parola del Signore.

Al tempo di Gesù il Tempio, luogo di preghiera, era diventato un luogo di mercato ed Egli interviene in maniera forte e decisa: scaccia i mercanti dal tempio.

Alla luce di questo contesto cosa significano le sue parole: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 

Riflettendoci un pochino possiamo dire che probabilmente il peccato è quello di aver trasformato il “corpo di Cristo” in un tempio e abbiamo smarrito l’idea che è la religione ad aver bisogno di un tempio/edificio mentre la fede cristiana ha bisogno solo di Cristo. «Distruggete questo tempio». Il messaggio di Gesù è molto chiaro e forte. È nostro compito ridare senso e valore alle sue parole e cambiare la nostra vita.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Figli del mondo e figli della luce

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,1-8

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

Parola del Signore.

Cerchiamo di essere chiari. Gesù non esalta il comportamento dell’amministratore che apostrofa come disonesto. Gesù, invece, pone in evidenza la scaltrezza, la creatività, la prontezza nell’agire che come figli della luce occorre mettere in campo per Servire il regno di Dio.

Se si è bravi nel lavoro e si è produttivi, creativi e coinvolgenti è necessario esserlo anche per fare le cose di Chiesa, cioè nella testimonianza, nella carità, nell’amare … nell’impegno di servizio in parrocchia.

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Vi è gioia per un solo peccatore che si converte

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 15,1-10
 
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova?  E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Parola del Signore.

Magari anche noi siamo tra coloro che credono di appartenere al gregge delle 99 pecore e forse ci siamo davvero ma non per questo siamo salvi. Le 99 pecore stanno nel deserto e nel deserto la vita è complicata. Per salvarsi davvero occorre sapersi riconoscere peccatore. Occorre stare sotto la croce e farsi abbracciare dall’amore gratuito di Dio, occorre essere disponibili ad una continua conversione e alla fine farsi prendere sulle spalle dal Signore e farsi portare all’ovile. Ma per fare questo occorre il coraggio dell’umile, la sapienza del saggio e la disponibilità di sentirsi un peccatore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Aquila e Priscilla