Dio salva con mano forte

Il faraone continua  a schiacciare il popolo d’Israele anzi inasprisce il suo potere. I suoi uomini arrivano addirittura a picchiare gli scribi.

Di questa situazione il popolo da la responsabilità a Mosè e ad Aronne. Ed è a questo punto che Dio promette nuovamente il suo intervento.

Quando siamo oppressi e schiacciati dai potenti o dal peccato, quando i vizi o le situazioni della vita sembrano senza via d’uscita rischiamo di precipitare ancora di più nell’abisso.

Solo la mano forte di Dio potrà salvarci. Solo il suo intervento potente può liberarci dai mali che ci rendono schiavi.

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

 

Esodo, 5,1 -6,1

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1 _In seguito, Mosè e Aronne vennero dal faraone e gli annunciarono: «Così dice il Signore, il Dio d’Israele: «Lascia partire il mio popolo, perché mi celebri una festa nel deserto!»». 2Il faraone rispose: «Chi è il Signore, perché io debba ascoltare la sua voce e lasciare partire Israele? Non conosco il Signore e non lascerò certo partire Israele!». 3Ripresero: «Il Dio degli Ebrei ci è venuto incontro. Ci sia dunque concesso di partire per un cammino di tre giorni nel deserto e offrire un sacrificio al Signore, nostro Dio, perché non ci colpisca di peste o di spada!». 4Il re d’Egitto disse loro: «Mosè e Aronne, perché distogliete il popolo dai suoi lavori? Tornate ai vostri lavori forzati!». 5Il faraone disse: «Ecco, ora che il popolo è numeroso nel paese, voi vorreste far loro interrompere i lavori forzati?».
6In quel giorno il faraone diede questi ordini ai sovrintendenti del popolo e agli scribi:7«Non darete più la paglia al popolo per fabbricare i mattoni, come facevate prima. Andranno a cercarsi da sé la paglia. 8Però voi dovete esigere il numero di mattoni che facevano finora, senza ridurlo. Sono fannulloni; per questo protestano: «Vogliamo partire, dobbiamo sacrificare al nostro Dio!». 9Pesi dunque la schiavitù su questi uomini e lavorino; non diano retta a parole false!».
10I sovrintendenti del popolo e gli scribi uscirono e riferirono al popolo: «Così dice il faraone: «Io non vi fornisco più paglia.11Andate voi stessi a procurarvela dove ne troverete, ma non diminuisca la vostra produzione»».
12Il popolo si sparse in tutto il territorio d’Egitto a raccogliere stoppie da usare come paglia. 13Ma i sovrintendenti li sollecitavano dicendo: «Portate a termine il vostro lavoro: ogni giorno lo stesso quantitativo come quando avevate la paglia». 14Bastonarono gli scribi degli Israeliti, quelli che i sovrintendenti del faraone avevano costituito loro capi, dicendo: «Perché non avete portato a termine né ieri né oggi il vostro numero di mattoni come prima?».
15Allora gli scribi degli Israeliti vennero dal faraone a reclamare, dicendo: «Perché tratti così noi tuoi servi? 16Non viene data paglia ai tuoi servi, ma ci viene detto: «Fate i mattoni!». E ora i tuoi servi sono bastonati e la colpa è del tuo popolo!». 17Rispose: «Fannulloni siete, fannulloni! Per questo dite: «Vogliamo partire, dobbiamo sacrificare al Signore». 18Ora andate, lavorate! Non vi sarà data paglia, ma dovrete consegnare lo stesso numero di mattoni».
19Gli scribi degli Israeliti si videro in difficoltà, sentendosi dire: «Non diminuirete affatto il numero giornaliero dei mattoni». 20Usciti dalla presenza del faraone, quando incontrarono Mosè e Aronne che stavano ad aspettarli, 21dissero loro: «Il Signore guardi a voi e giudichi, perché ci avete resi odiosi agli occhi del faraone e agli occhi dei suoi ministri, mettendo loro in mano la spada per ucciderci!».
22Allora Mosè si rivolse al Signore e disse: «Signore, perché hai maltrattato questo popolo? Perché dunque mi hai inviato? 23Da quando sono venuto dal faraone per parlargli in tuo nome, egli ha fatto del male a questo popolo, e tu non hai affatto liberato il tuo popolo!»._

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1 Il Signore disse a Mosè: «Ora vedrai quello che sto per fare al faraone: con mano potente li lascerà andare, anzi con mano potente li scaccerà dalla sua terra!».

Mose’ accetta la sfida della missione

Nel racconto della missione Dio si rivela come il potente che ha la forza di realizzare quello che ha deciso.

È il Dio che interviene “con mano forte” … Ma il Dio dei segni non è creduto. A questo punto Dio affianca Aronne a Mosè e sceglie Israele come figlio primogenito.

La storia prosegue tra prove richieste a Mosè e ad una sorta di lotta tra Dio e l’uomo (Mosè) e la manifestazione di Dio al popolo schiavo in Egitto.

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

 

Esodo 3,16 – 4,31

3,16Va’! Riunisci gli anziani d’Israele e di’ loro: «Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mi è apparso per dirmi: Sono venuto a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto. 17E ho detto: Vi farò salire dalla umiliazione dell’Egitto verso la terra del Cananeo, dell’Ittita, dell’Amorreo, del Perizzita, dell’Eveo e del Gebuseo, verso una terra dove scorrono latte e miele». 18Essi ascolteranno la tua voce, e tu e gli anziani d’Israele andrete dal re d’Egitto e gli direte: «Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto, a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio».
19Io so che il re d’Egitto non vi permetterà di partire, se non con l’intervento di una mano forte. 20Stenderò dunque la mano e colpirò l’Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo di che egli vi lascerà andare. 21Farò sì che questo popolo trovi grazia agli occhi degli Egiziani: quando partirete, non ve ne andrete a mani vuote.22Ogni donna domanderà alla sua vicina e all’inquilina della sua casa oggetti d’argento e oggetti d’oro e vesti; li farete portare ai vostri figli e alle vostre figlie e spoglierete l’Egitto». (Testo CEI2008)

1 Mosè replicò dicendo: «Ecco, non mi crederanno, non daranno ascolto alla mia voce, ma diranno: «Non ti è apparso il Signore!»». 2Il Signore gli disse: «Che cosa hai in mano?». Rispose: «Un bastone».3Riprese: «Gettalo a terra!». Lo gettò a terra e il bastone diventò un serpente, davanti al quale Mosè si mise a fuggire. 4Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano e prendilo per la coda!». Stese la mano, lo prese e diventò di nuovo un bastone nella sua mano.5«Questo perché credano che ti è apparso il Signore, Dio dei loro padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe». 6Il Signore gli disse ancora: «Introduci la mano nel seno!». Egli si mise in seno la mano e poi la ritirò: ecco, la sua mano era diventata lebbrosa, bianca come la neve. 7Egli disse: «Rimetti la mano nel seno!». Rimise in seno la mano e la tirò fuori: ecco, era tornata come il resto della sua carne. 8«Dunque se non ti credono e non danno retta alla voce del primo segno, crederanno alla voce del secondo! 9Se non crederanno neppure a questi due segni e non daranno ascolto alla tua voce, prenderai acqua del Nilo e la verserai sulla terra asciutta: l’acqua che avrai preso dal Nilo diventerà sangue sulla terra asciutta».
10Mosè disse al Signore: «Perdona, Signore, io non sono un buon parlatore; non lo sono stato né ieri né ieri l’altro e neppure da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di lingua». 11Il Signore replicò: «Chi ha dato una bocca all’uomo o chi lo rende muto o sordo, veggente o cieco? Non sono forse io, il Signore? 12Ora va’! Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire». 13Mosè disse: «Perdona, Signore, manda chi vuoi mandare!». 14Allora la collera del Signore si accese contro Mosè e gli disse: «Non vi è forse tuo fratello Aronne, il levita? Io so che lui sa parlare bene. Anzi, sta venendoti incontro. Ti vedrà e gioirà in cuor suo. 15Tu gli parlerai e porrai le parole sulla sua bocca e io sarò con la tua e la sua bocca e vi insegnerò quello che dovrete fare. 16Parlerà lui al popolo per te: egli sarà la tua bocca e tu farai per lui le veci di Dio. 17Terrai in mano questo bastone: con esso tu compirai i segni».
18Mosè partì, tornò da Ietro suo suocero e gli disse: «Lasciami andare, ti prego: voglio tornare dai miei fratelli che sono in Egitto, per vedere se sono ancora vivi!». Ietro rispose a Mosè: «Va’ in pace!». 19Il Signore disse a Mosè in Madian: «Va’, torna in Egitto, perché sono morti quanti insidiavano la tua vita!». 20Mosè prese la moglie e i figli, li fece salire sull’asino e tornò nella terra d’Egitto. E Mosè prese in mano il bastone di Dio.
21Il Signore disse a Mosè: «Mentre parti per tornare in Egitto, bada a tutti i prodigi che ti ho messi in mano: tu li compirai davanti al faraone, ma io indurirò il suo cuore ed egli non lascerà partire il popolo. 22Allora tu dirai al faraone: «Così dice il Signore: Israele è il mio figlio primogenito. 23Io ti avevo detto: lascia partire il mio figlio perché mi serva! Ma tu hai rifiutato di lasciarlo partire: ecco, io farò morire il tuo figlio primogenito!»».
24Mentre era in viaggio, nel luogo dove pernottava, il Signore lo affrontò e cercò di farlo morire. 25Allora Sipporà prese una selce tagliente, recise il prepuzio al figlio e con quello gli toccò i piedi e disse: «Tu sei per me uno sposo di sangue». 26Allora il Signore si ritirò da lui. Ella aveva detto «sposo di sangue» a motivo della circoncisione.
27Il Signore disse ad Aronne: «Va’ incontro a Mosè nel deserto!». Egli andò e lo incontrò al monte di Dio e lo baciò. 28Mosè riferì ad Aronne tutte le parole con le quali il Signore lo aveva inviato e tutti i segni con i quali l’aveva accreditato.
29Mosè e Aronne andarono e radunarono tutti gli anziani degli Israeliti. 30Aronne parlò al popolo, riferendo tutte le parole che il Signore aveva detto a Mosè, e compì i segni davanti agli occhi del popolo. 31Allora il popolo credette. Quando udirono che il Signore aveva visitato gli Israeliti e che aveva visto la loro afflizione, essi si inginocchiarono e si prostrarono.

IHWH, il Dio che libera

Mosè chiede il nome a Dio ma il nome di Dio è solo un segno che non rivela il suo mistero. Non possiamo conoscere pienamente Dio. Ma Dio, invece, conosce noi e attraverso di noi agisce. Il nome di Dio resta impronunciabile a differenza di quello di Gesù, il Figlio che svela il Padre e nel cui nome si nasconde IHWH (Iehoshua, infatti, è una forma abbreviata di IHWH e del verbo yasha “salvare”). Gesù significa perciò IHWH salva , il Salvatore … Resta inteso che IHWH è, per sempre, il Dio che libera e il suo nome ricorda l’evento della liberazione e pronunciandolo lo si annuncia e confessa ma soprattutto se ne fa memoria rendendolo nuovamente attuale e vero per noi. 🌈💫

Franca e Vincenzo, oblati osb-cam

Esodo, 3, 13-15

3Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: «Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi». Mi diranno: «Qual è il suo nome?». E io che cosa risponderò loro?».14Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: «Io-Sono mi ha mandato a voi»». 15Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: «Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi». Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione._

Dalla schiavitu’ alla liberazione

Per la prima volta si parla della terra promessa. Dio per liberare il suo popolo che soffre si serve di Mosè, si serve degli uomini e la salvezza passa attraverso l’obbedienza di chi Dio ha scelto come suo strumento.

Mosè si preoccupa per questa chiamata, vorrebbe forse sfuggire ma Dio gli assicura che sarà con lui. Mosè è incastrato, noi siamo incastrati …

Mosè riceve il compito di far uscire il popolo di Dio dalla situazione di schiavitù per essere condotto nella terra promessa e servire il Signore.

Siamo chiamati ad uscire dalle nostre schiavitù e prendere la via del servizio …

Abbiamo la forza e il coraggio di farci servi?

E cosa significa essere servi?

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 3, 7-12

7Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. 8Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Ittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. 9Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. 10Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». 11Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall’Egitto?». 12Rispose: «Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte».

Il fuoco che divora e’ dentro il cuore

Mosè è il pastore che guida il gregge, un popolo che non gli appartiene, perché è Dio il vero pastore. Un Pastore che è un fuoco che divora. Mosè vede questo Fuoco ardere in mezzo ad un roveto. È un Fuoco divorante quello che avvolge il roveto offrendo un segno all’irruzione di Dio nella vita di Mosè  e anche nelle nostre vite.

È un roveto di spine, però, che è  il più umile degli alberi e come Israele è il più umile dei popoli. Quel roveto è Dio che soffre per il suo popolo, ed è, ugualmente, Gesù che arde d’amore per il suo popolo.

È un fuoco che divora dentro il cuore di Mosè; un fuoco che brucia e non si può contenere come quello che arde nel cuore di tante donne e di tanti uomini di fede.

E noi, nei nostri cuori, sentiamo ardere lo stesso  fuoco inestinguibile ed inebriante dell’amore?

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 3, 1-5

1 Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. 2L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». 4Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». 5Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». 6E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.

Lascia il potere e abbraccia i poveri

Mosè lascia i potenti e difende gli oppressi. Ha passione per i poveri e sfida il potere dei tiranni. Nonostante ciò non è riconosciuto e perfino rifiutato. Anche Lui è uno scartato.

Scartato dal suo popolo fa l’esperienza del rifugiato. Soffre per il suo popolo e nel deserto scopre la libertà.

È accolto da straniero e tale resta anche se sposa la figlia del sacerdote madianita. Al figlio darà il nome di Gherson (io sono straniero).

Gli israeliti, intanto, gridano la sofferenza per l’oppressione come accade anche oggi ai poveri, agli scartati e ai rifiutati

Dio vede ciò che accade e sceglie i poveri e gli oppressi, gli esclusi e quanti sono messi ai margini. Lui è un Dio fedele e non tarderà a farsi presente.

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 2, 11-25

11Un giorno Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e notò i loro lavori forzati. Vide un Egiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli. 12Voltatosi attorno e visto che non c’era nessuno, colpì a morte l’Egiziano e lo sotterrò nella sabbia. 13Il giorno dopo uscì di nuovo e vide due Ebrei che litigavano; disse a quello che aveva torto: «Perché percuoti il tuo fratello?».14Quegli rispose: «Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi? Pensi forse di potermi uccidere, come hai ucciso l’Egiziano?». Allora Mosè ebbe paura e pensò: «Certamente la cosa si è risaputa». 15Il faraone sentì parlare di questo fatto e fece cercare Mosè per metterlo a morte. Allora Mosè fuggì lontano dal faraone e si fermò nel territorio di Madian e sedette presso un pozzo.
16Il sacerdote di Madian aveva sette figlie. Esse vennero ad attingere acqua e riempirono gli abbeveratoi per far bere il gregge del padre. 17Ma arrivarono alcuni pastori e le scacciarono. Allora Mosè si levò a difendere le ragazze e fece bere il loro bestiame. 18Tornarono dal loro padre Reuèl e questi disse loro: «Come mai oggi avete fatto ritorno così in fretta?». 19Risposero: «Un uomo, un Egiziano, ci ha liberato dalle mani dei pastori; lui stesso ha attinto per noi e ha fatto bere il gregge». 20Quegli disse alle figlie: «Dov’è? Perché avete lasciato là quell’uomo? Chiamatelo a mangiare il nostro cibo!». 21Così Mosè accettò di abitare con quell’uomo, che gli diede in moglie la propria figlia Sipporà. 22Ella gli partorì un figlio ed egli lo chiamò Ghersom, perché diceva: «Vivo come forestiero in terra straniera!».
23Dopo molto tempo il re d’Egitto morì. Gli Israeliti gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio. 24Dio ascoltò il loro lamento, Dio si ricordò della sua alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe. 25Dio guardò la condizione degli Israeliti, Dio se ne diede pensiero.

Un liberatore e’ nato per noi

Nasce un bambino destinato a liberare tutto il popolo oppresso.

Mose salvato dalle acque è chiamato a far uscire il suo popolo dalla terra straniera. A lui il Signore affida il compito di ridare dignità al popolo fatto schiavo dal potere egiziano.

Solo Dio poteva darci un liberatore così forte e premuroso.

Quale è la nostra terra straniera? Chi è il nostro liberatore e da cosa ci deve liberare?

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 2, 1-10

1Un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una discendente di Levi.2La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi. 3Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese per lui un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi adagiò il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo. 4La sorella del bambino si pose a osservare da lontano che cosa gli sarebbe accaduto.
5Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Ella vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo. 6L’aprì e vide il bambino: ecco, il piccolo piangeva. Ne ebbe compassione e disse: «È un bambino degli Ebrei». 7La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone: «Devo andare a chiamarti una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il bambino?». 8«Va’», rispose la figlia del faraone. La fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. 9La figlia del faraone le disse: «Porta con te questo bambino e allattalo per me; io ti darò un salario». La donna prese il bambino e lo allattò. 10Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del faraone. Egli fu per lei come un figlio e lo chiamò Mosè, dicendo: «Io l’ho tratto dalle acque!».

Il potere opprime ma Dio “salva”

Il potere cieco, impaurito e arrogante ordina una reazione dura contro i poveri che vivono secondo il piano di Dio.

Non tutti, però, sono asserviti a questo potere violento e omicida e Dio premia chi non china il capo di fronte al potere.

Dio benedice il suo popolo che cresce e diventa forte e sempre più capace di resistere ai potenti di turno. Il disegno di Dio prosegue il suo cammino.

Franca e Vincenzo osb-cam

 

15Il re d’Egitto disse alle levatrici degli Ebrei, delle quali una si chiamava Sifra e l’altra Pua: 16«Quando assistete le donne ebree durante il parto, osservate bene tra le due pietre: se è un maschio, fatelo morire; se è una femmina, potrà vivere». 17Ma le levatrici temettero Dio: non fecero come aveva loro ordinato il re d’Egitto e lasciarono vivere i bambini. 18Il re d’Egitto chiamò le levatrici e disse loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i bambini?». 19Le levatrici risposero al faraone: «Le donne ebree non sono come le egiziane: sono piene di vitalità. Prima che giunga da loro la levatrice, hanno già partorito!». 20Dio beneficò le levatrici. Il popolo aumentò e divenne molto forte. 21E poiché le levatrici avevano temuto Dio, egli diede loro una discendenza.
22Allora il faraone diede quest’ordine a tutto il suo popolo: «Gettate nel Nilo ogni figlio maschio che nascerà, ma lasciate vivere ogni femmina».

Liberazione per poveri e oppressi

Il potere schiaccia i poveri ma i poveri resistono e, con sacrificio, diventano forti e numerosi.

Il faraone, uomo-potere, uomo senza nome e senza volto, fa timore e, anche oggi, opprime e offre amarezze.

Gli umili cercano giustizia e confidano in Dio che libera.

Da cosa ho bisogno di essere liberato ?

Franca e Vincenzo, oblati osb-cam

Esodo 1, 8-14

Allora sorse sull’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. 9Egli disse al suo popolo: «Ecco che il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più forte di noi.10Cerchiamo di essere avveduti nei suoi riguardi per impedire che cresca, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese». 11Perciò vennero imposti loro dei sovrintendenti ai lavori forzati, per opprimerli con le loro angherie, e così costruirono per il faraone le città-deposito, cioè Pitom e Ramses. 12Ma quanto più opprimevano il popolo, tanto più si moltiplicava e cresceva, ed essi furono presi da spavento di fronte agli Israeliti. 13Per questo gli Egiziani fecero lavorare i figli d’Israele trattandoli con durezza. 14Resero loro amara la vita mediante una dura schiavitù, costringendoli a preparare l’argilla e a fabbricare mattoni, e ad ogni sorta di lavoro nei campi; a tutti questi lavori li obbligarono con durezza.

Che cosa sogniamo?

Siamo in terra straniera e la memoria delinea segni del passato, eppure qualcosa di nuovo avanza e questo accade anche nel nostro oggi.

C’è una generazione nuova e un nuovo sovrano.

I figli si sono moltiplicati, sono diventati più forti e s’intravede un sogno.

E tu, che sogno hai?

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Esodo 1, 1-7

1Questi sono i nomi dei figli d’Israele entrati in Egitto; essi vi giunsero insieme a Giacobbe, ognuno con la sua famiglia:2Ruben, Simeone, Levi e Giuda, 3Ìssacar, Zàbulon e Beniamino, 4Dan e Nèftali, Gad e Aser. 5Tutte le persone discendenti da Giacobbe erano settanta. Giuseppe si trovava già in Egitto. 6Giuseppe poi morì e così tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione. 7I figli d’Israele prolificarono e crebbero, divennero numerosi e molto forti, e il paese ne fu pieno.

Aquila e Priscilla