Il tuo volto io cerco

Se lo cerchi lo trovi. Se lo trovi sai anche chi è e cosa fa per te ogni giorno. Gesù ci scruta e vuole sapere che tipo di relazione abbiamo con Lui e se siamo disponibili a seguirlo. Nel suo riconoscimento, inoltre,  sta la nostra pace e su questo ci giochiamo il futuro delle nostre esistenze. Vite, le nostre, in cerca di senso, in cerca di relazioni vere, in cerca di autenticità, sincerità e purezza. Gesù lo sa bene e si fa nostro compagno di viaggio perché le nostre esistenze lo servano con gioia. Buon cammino

Franca e Vincenzo osb-cam

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Pecore mute

Umiltà, obbedienza e mitezza questo ha  fatto Gesù quando ha incontrato scribi e farisei e questo siamo chiamati a fare noi oggi se vogliamo essere seguaci di Gesù e suoi veri imitatori. Ma ci ha anche prescritto di non chiamare nessuno Maestro o Padre o  Guida perché siamo tutti “fratelli”. Si, tutti fratelli in Cristo e ognuno di noi è corresponsabile (come dice il Concilio). È certo, però, che nessuno resterà impunito perché sarà giudicato nell’ultimo giorno.

Gesù inoltre ci ha avvertito di non agire come scribi e farisei perché “dicono e non fanno”. Sono davvero terribili queste parole di Gesù ma ci aiutano a camminare lungo i sentieri dell’umilta’ che è, per davvero, l’unica possibilità che abbiamo per fare come fa fatto Lui, l’unico Maestro.

L’invito di Gesù è, quindi, chiaro. Essere come pecore mute condotte al macello e questa, se riusciamo, sarà la migliore vittoria sul male che tenta ogni strada per prendere la nostra anima. La via giusta, perciò, è quella dell’obbedienza alla Parola di Dio e alla coscienza di cristiani adulti.

Franca e Vincenzo osb-cam

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Oltre le nuvole

Oltre le nuvole,
oltre le logiche umane,
oltre ogni convenzione…
qui dove il cielo incontra la terra
e la terra accoglie il vento,
tutto si fa più chiaro.

Non vedi con gli occhi,
non ascolti con gli orecchi,
non tocchi con le mani,
non assapori con il palato e
non odori con le narici …
eppure vedi, ascolti, tocchi, gusti e odori cose che mai potevi immaginare.

Oltre le nuvole,
dove il cielo e la terra si baciano,
un arcobaleno di pace ti accarezza il cuore
ed è dolce sprofondare immaginando
il bello e il buono che è possibile costruire
con le piccole e grandi rinunce di ogni giorno.

Si tutto questo è vero e possiamo viverlo se guardiamo il mondo e la sua infinita piccolezza dal buco di una nuvola sapendo, però, di avere i piedi ben saldi a terra sulla strada.

Ancora in cammino  grazie a Dio seguendo la sua scia.

Franca e Vincenzo osb-cam

Accogliere e’ Amare anche se costa

Saper attendere per accogliere e accogliere con saggezza. Accogliere con arte, con pazienza, con cuore capace di abbracciare l’altro e farne un Re.

Saper essere donne e uomini veri e autentici ci spinge sulla strada della verità che a volte, seppur incompresa, è l’unica possibilità di amare alla quale, però, non possiamo rinunciare anche se ci spinge sulla via della croce.

Allora accogli davvero se sei vero, se rinunci alla falsa carità e all’accoglienza di facciata. Amare è saper rinunciare a se stessi e agire nella verità anche se l’altro non ci comprenderà e, forse, ci odiera’.  Amare davvero è un grande rischio che, però, vale la pena di correre. Questa è saggezza che solo il tempo rivelerà .

Ama e fa ciò che vuoi.

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Infinito silenzio

Infinito silenzio … pagine piene di memoria … volti scavati dal tempo … parole nel vento … ora comprendi … fidati solo del Dio misterioso … il resto è chiasso infinito e vuoto … bello il tempo che rivela persone e scopre le maschere…

Infinito silenzio,
pagine piene di memoria,
volti scavati dal tempo,
parole nel vento,
ora comprendi,
fidati solo del Dio misterioso,
il resto è chiasso infinito e vuoto.

Bello il tempo che rivela persone e
scopre le maschere.

Franca e Vincenzo osb-cam

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Bartolomeo: la santità che non ti aspetti

Ci è davvero simpatico Natanaele, poi chiamato Bartolomeo. Stava spesso  sotto un fico che per la Torah è l’albero della meditazione, e aveva amicizie tra i pagani come Filippo. Egli è uno che non è per niente dolce nel parlare. Diciamo che è uno che non media e spesso sputa sentenze. Eppure Gesù lo prende con se, lo valorizza, sa come prendere il meglio da questo uomo poco incline al compromesso ma capace di esprimersi attraverso un cuore grande che copre il suo pessimo carattere. Natanaele, conosce la Scrittura e sa che il messia non può venire da Nazareth eppure, nonostante questo, prevale il suo essere un cercatore di Dio e, soprattutto, emerge sempre il suo cuore puro incapace di ingannare.  Natanaele/Bartolomeo, insomma, è spigoloso e nulla lascia immaginare che Gesù lo scelga come apostolo. Ebbene nonostante il suo stile di parlare a volte a sproposito diventerà santo. Spesso è raffigurato con il Libro della Scrittura e un “coltello”, simbolo di durezza nel parlare, per scuotere l’attenzione. Un’immagine di santità che ci fa sperare tutti!!!

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L’invidia genera odio e rancore

L’umiltà non è gelosa, non invidia, non si gonfia, non si atteggia, non giudica e non vuole imporsi. L’umile vive la sua vita con sobrietà, senso del limite e non giudica l’altro. L’umile non pretende ma vive l’esistenza apprezzando ogni cosa che ha e che considera un dono. Tutto ciò che abbiamo, infatti, è dono di Dio la cui logica distributuva è diversa da quella di questo mondo dove, invece, si pensa e si ragiona secondo criteri diversi. Criteri che distruggono le nostre esistenze e che invece di farci apprezzare ciò che abbiamo ci spingono a vivere per ottenere sempre di più a discapito della felicità.

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Educati all’accoglienza e al servizio dei malati

“Diaconi educati all’accoglienza e al servizio dei malati”, su questo tema, dal 2 al 5 agosto scorso, si è svolto, a Cefalù, presso l’Hotel “Torre Normanna” di Altavilla Milicia, il XXVI  Convegno Nazionale dei Diaconi, organizzato dalla Comunità del Diaconato in Italia, in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della salute e la diocesi di Cefalù.

La Comunità del diaconato in Italia, presieduta dal diacono Enzo Petrolino, che organizza il Convegno Nazionale ogni due anni, questa volta, per l’approfondimento e la riflessione, ha scelto una tematica in riferimento al servizio e all’accoglienza che i diaconi devono svolgere nel loro impegno ministeriale, perché l’accoglienza e il servizio ai malati rappresentano “due nuove sfide su cui i diaconi devono impegnarsi concretamente e fattivamente” ha dichiarato Petrolino, “per essere – come il Papa ha recentemente detto durante la sua visita a Milano – custodi nella Chiesa del servizio”.

Il Convegno aperto, oltre che ai diaconi e alle loro famiglie e ai delegati vescovili, anche agli aspiranti e ai candidati al diaconato e ai laici, ha avuto inizio il pomeriggio di giorno 2 agosto, con la celebrazione d’apertura presieduta da S.E. Mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano e Delegato per il Diaconato Commissione Episcopale Clero e Vita Consacrata e con il saluto del Vescovo di Cefalù, Mons. Vincenzo Manzella, il quale ha ricordato quanto la Sicilia oggi,  sia impegnata nell’accoglienza di “coloro che bussano alle porte delle nostre coste e nell’affrontare nuove forme di povertà”. “Voi qui siete segno di speranza”, ha aggiunto il Vescovo rivolgendosi ai diaconi giunti da tutta Italia, “voi che tendete la mano allo sfiduciato e rialzate chi non può più risollevarsi da terra”.

Di seguito i saluti ai convegnisti di don Calogero Cerami, Direttore del Centro “Madre del Buon Pastore” della Conferenza Episcopale Siciliana (CESI), componente del Consiglio Nazionale del Diaconato, di don Carmine Arice, Direttore Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI e di Enzo Petrolino, Presidente Comunità del diaconato in Italia e di Don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa, l’isola che da diversi anni è il crocevia di migrazioni di popoli e, specie negli ultimi anni, l’approdo di molti fratelli fuggiti da guerre, persecuzioni e fame.

Don Carmelo ha ricordato, inoltre, che tra i migranti, molti di loro sono cristiani che, prima dei beni di prima necessità, quasi sempre, chiedono una Bibbia». Richiesta che i Convegnisti hanno accolto, tra i due impegni del Convegno, con la raccolta fondi per comprare Bibbie in varie lingue da mettere a disposizione dei rifugiati che sbarcano in Italia e di fare del prossimo 19 novembre – giornata che il Papa ha dedicato ai poveri – “un momento in cui i diaconi si impegnino a lasciare che gli ultimi siano i protagonisti in ogni liturgia eucaristica”.

E’ seguita poi, come da programma, la relazione introduttiva dal titolo: “Il servo del Signore. Il mistero della sofferenza nella storia della salvezza e l’atteggiamento di Gesù verso i malati” curata dal Prof. Padre Giulio Michelini ofm, Docente di teologia biblica, Responsabile nella diocesi di Perugia della formazione dei candidati al diaconato, il quale si è soffermato, tra l’altro, sull’importanza di “compiere alcuni gesti che Gesù ha compiuto: avvicinarsi ai malati, chinarsi su di loro, rivolgere loro parole di consolazione, farsi carico di alcune situazioni particolari, per le quali sarà possibile fare “di più”, “prendersi cura,  avvicinare, reinserire i poveri e gli ammalati, nel contesto sociale”.

Subito dopo la cena, alle ore 21,30, la proiezione del video “Dentro la diaconia: un viaggio tra le realtà diaconali del mondo”, ci ha fatto conoscere alcune iniziative e progetti del diaconato nel mondo.

Giorno 3 agosto, dopo la celebrazione delle lodi mattutine con la lectio del bravissimo biblista don Luca Bassetti, è stata la volta di Enzo Petrolino con la relazione: “Il servizio dei ha parlato della sua vita di moglie di diaconi ai malati e ai sofferenti nella tradizione della Chiesa”. Una relazione che ad iniziare dai primi secoli, ha ricordato l’impegno dei diaconi a favore dei malati. E’ stata poi, la volta, di Marie Françoise Maincent Hanquez, componente del Comitato Nazionale del diaconato francese, come rappresentante delle mogli dei diaconi ed autrice del volume “Les femmes dans le ministère de Jésus de l’ombre à la lumière?”, la quale, con molta chiarezza e concretezza, ha raccontato la sua esperienza di moglie di un diacono, delle difficoltà, ma anche e soprattutto dell’importanza dell’aiuto e della collaborazione che la sposa del diacono può dare.

Di seguito Giuseppe Colona, Ornella Di Simone e don Luca Garbinetto hanno introdotto i gruppi di lavoro, l’incontro con le spose e l’incontro con i delegati. Nel pomeriggio dopo gli adempimenti assembleari con la programmazione dell’attività associativa, la relazione di S.E. Mons. Gianluigi Ruzza, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma, Delegato per il diaconato, sul tema “Diaconi coraggiosi testimoni della buona notizia ai più deboli e ai poveri”, il quale si è soffermato sui diaconi “protagonisti del sogno di Papa Francesco”, che stanno “nella frontiera della società” per “portare misericordia”. Dopo la relazione, come da programma, tutti i partecipanti al Convegno si sono trasferiti a Monreale dove l’Arcivescovo S.E. Mons. Michele Pennisi, responsabile della pastorale della salute della CESI, ha presieduto una solenne concelebrazione Eucaristica e di seguito la visita guidata alla splendida Cattedrale di Monreale.

Il giorno dopo, venerdì 4 agosto, la giornata è iniziata con le Lodi mattutine e la lectio di Don Luca Bassetti. Di seguito la relazione di don Carmine Arice, dal titolo “Ero malato e mi avete visitato. I diaconi a servizio della cura dei malati in un contesto multietnico e multireligioso”.  Don Arice ha evidenziato come i diaconi “aiutano la comunità a rendere concreto il servizio della Parola, dell’evangelizzazione e della carità, specialmente con i poveri e gli ultimi”. Di seguito la continuazione dei lavori di gruppo, la relazione della Prof.ssa Cettina Militello, Direttrice della Cattedra “Donna e Cristianesimo”, della Pontificia Facoltà Marianum, sul tema “Donne a servizio dei malati e dei sofferenti.

Il pomeriggio altra trasferta nella Cattedrale di Cefalù dove si è svolta una “tavola rotonda”, introdotta e moderata dal diacono Tonino Cantelmi, Vice Presidente nazionale della Comunità del Diaconato sul tema “Diaconi educati all’accoglienza e al servizio dei malati”, con le testimonianze di don Massimo Angelelli, don Mario Torracca, del diac. Nazareno Iacopini, del diac. Guido Miccinesi, del diac. Michele Sardella e della Dott.ssa Rita Zafonte. Sempre nella Cattedrale è seguito un percorso iconografico tra storia e presente guidato da Mons. Crispino Valenziano, uno dei massimi esperti a livello mondiale in arte sacra, Presidente dell’Accademia Teologica “Via Pulchritudinis”, e sapiente guida nel comprendere e gustare la splendida arte della Cattedrale di Cefalù. Al termine la solenne celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Vincenzo Manzella, Vescovo di Cefalù, il quale, dopo aver invitato, ancora una volta, i diaconi a “prendersi cura” dei malati, li ha invitati ad essere speranza per chi attende conforto e consolazione.  

L’ultima giornata, sabato 5 agosto, è iniziata sempre con la celebrazione delle lodi mattutine e della lectio. Di seguito l’intervento di Sua Eminenza il cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, Presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute e Presidente di Caritas Italiana, che, inoltre, ha concluso il Convegno, presiedendo la concelebrazione Eucaristica. Nel suo intervento sul tema “Per una diaconia dell’accoglienza”, il Cardinale Montenegro, con la semplicità, l’umiltà e la concretezza che lo contraddistingue, ha ricordato ai diaconi che “la strada da percorrere non porta all’altare soltanto, ma porta, soprattutto, nel mondo e, in particolare, nel mondo della sofferenza, delle periferie, dei poveri”. Ha ricordato come il “diacono è infatti, l’uomo che sta sull’uscio che guarda dentro e fuori e il suo compito è di aiutare la comunità a vivere la preghiera per farla diventare azione e portare Dio nel mondo con i gesti di carità”. “Il diaconato – ha aggiunto il Cardinale – acquisterà senso nella misura in cui i diaconi saranno uomini di strada e sapranno stare accanto al povero nella realizzazione del regno”.

La sintesi dei lavori di gruppo, delle spose e dei delegati e gli interventi conclusivi di Don Carmine Arice e di Enzo Petrolino, hanno chiuso i lavori del convegno. Don Carmine Arice, in particolare, si è rivolto alle mogli dei diaconi “Voi mogli siete state scelte ed elette per questo ruolo perché la chiamata è per entrambi. Siate sfondo di un amore che permette al diacono di coniugare i due sacramenti del matrimonio e del diaconato”. Quindi ha messo in guardia i diaconi. “Attenzione a non diventare faccendieri nella chiesa di Dio, piuttosto fatevi fecondare dalla parola perché il diacono deve essere un uomo di Dio che ha un rapporto con Cristo servo”. Di seguito Enzo Petrolino, nel suo intervento conclusivo, ha invitato i confratelli ad essere ministri di speranza. “La diaconia della speranza non può essere disgiunta dal diaconato che deve cambiare il volto della comunità e rinnovare la chiesa. Su questo ci giochiamo il nostro futuro e ciò dipende dagli stessi diaconi nella misura in cui sapremo fare vivere la diaconia dandole concretezza e visibilità nelle comunità”. Infine, dopo aver accolto le proposte che un membro dei diaconi entri a fare parte della Consulta nazionale per la pastorale della salute, che venga costituto un gruppo di lavoro sul tema diaconato e pastorale della salute che annualmente proponga una giornata di studio e siano promosse una serie di pubblicazioni su diaconi e la pastorale della salute, Enzo Petrolino, ha annunciato che il prossimo Convegno nazionale del Diaconato del 2019 sarà celebrato a Vicenza, su invito del Vescovo Mons. Beniamino Pizziol, in occasione del 50° anniversario dell’ordinazione dei primi diaconi religiosi della “Pia società San Gaetano”.

Non possiamo chiudere, infine, senza evidenziare l’importante presenza al Convegno Nazionale, della Famiglia diaconale della nostra Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi che, oltre ad esprimere il Segretario Nazionale del Diaconato, costituiva anche il gruppo più numeroso, tra le Diocesi presenti, con 31 partecipanti. Il nostro particolare grazie al nostro Vescovo per la sua attenzione al Diaconato permanente nella nostra Diocesi e per l’aiuto concreto nell’occasione, e al nostro Delegato Vescovile, don Giovanni Battista Tillieci, sempre presente, attento e premuroso con i partecipanti e disponibile a dare il suo contributo al convegno con interventi interessanti e concreti.

Bella la comunione tra i Diaconi della nostra Diocesi partecipanti e le famiglie, specialmente, le spose e i figli. Possiamo dire che è stata una esperienza importante per la crescita spirituale e pastorale di ognuno, che speriamo possa far crescere anche quella diocesana.

 Cecè Alampi

 

Aquila e Priscilla