Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,7-13

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».

Parola del Signore.

Commentiamo questi versetti del Vangelo di Matteo con un pensiero spirituale di San Basilio Magno: “All’affamato appartiene il pane che metti in serbo; all’uomo nudo il mantello che conservi nei tuoi bauli; agli indigenti il denaro che tieni nascosto. Commetti tante ingiustizie quante sono le persone a cui potresti dare tutto ciò”.

Buona giornata

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Voi siete la luce del mondo

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,13-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Parola del Signore.

Da sempre Gesù cerca “testimoni” credibili; cerca donne e uomini disposti a seguirlo (in qualsiasi situazione di vita); cerca donne e uomini appassionati. Non è importante l’abito, lo status o quello che gli altri pensano credendo di sapere o, peggio, giudicando. Ciò che è davvero importante ê il “cuore” e cosa abita il nostro cuore. Occorre proprio partire dal proprio cuore e accogliere la Luce, l’unica che illumina (nel senso che fa vedere dove c’è il buio, che indica strade e pensieri, che offre serenità e pace alla vita. Sarà proprio questa unica e potente Luce che illumina il cuore e indica la via a permettere alle donne e agli uomini di essere un riflesso della Luce di Cristo.

Liberiamo le nostre vite dal giudizio degli altri chiunque altro perché l’unico giudice è il Padre che ci ha donato il Figlio e ci ha dato un esempio e allo stesso tempo il suo Spirito che si svela nella Parola.

Liberi dall’orpello di “giudici” improvvisati cerchiamo con le nostre mille imperfezioni di essere uno spiraglio di Luce riflessa. Questa è, per davvero, la sola e unica cosa che conta davvero per la nostra Pace e per quella del mondo dove tanti “diversi” sono chiamati a convivere pacificamente. Questo è il sogno e la meta.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Donna, ecco tuo figlio!

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19,25-34

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

Parola del Signore.

Dalla croce Gesù affida la madre anziana a Giovanni. Ci lancia così un messaggio fortissimo. Egli si preoccupa della madre che sta per restare sola. Non vuole che la mamma, come sempre più spesso accade nel nostro tempo, sia lasciata sola. Affida la madre al discepolo che amava. Oggi, invece, molti anziani sono, purtroppo, lasciati soli e per avere un minimo di assistenza sono costretti a trovare un sostegno in strutture chiamate Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA). Terminano così in luoghi “impersonali”, lontani dalla casa dove hanno vissuto e cresciuto i loro figli, lontani dall’ambiente e dal contesto sociale che hanno frequentato. Essere anziani anziché essere un valore è diventato un peso. Gesù, invece, oggi ci aiuta a riflettere su questa realtà che obiettivamente appare tragica e, a nostro modesto parere, una violenza che gli anziani non meritano. Dopo aver cresciuto i figli e magari accompagnati i nipoti nei loro primi anni di vita quando hanno bisogno di compagnia sono lasciati soli diventando un peso. Oggi, Gesù, ci lancia un messaggio fortissimo, un messaggio potente, un messaggio che è una indicazione di vita concreta. Sappiamo che Maria fino alla fine dei suoi giorni è stata insieme a Giovanni e che la sua testimonianza è stata fondamentale per la vita della prima comunità cristiana. Come Maria gli anziani con la loro esperienza e la loro saggezza possono certamente offrire molto … Forse è il caso di ridare valore a questo patrimonio che, spesso, per egoismo finisce accantonato e messo da parte. Riflettiamoci!!!

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Accogliere lo Spirito Santo per Amare

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,15-16.23b-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Parola del Signore.

Il Mistero della discesa dello Spirito Santo nei nostri cuori è davvero grande. Anche se in questo tempo si sono smarriti il senso e il valore del Mistero e quello dello Spirito Santo entrambi restano integralmente presenti. Soprattutto lo Spirito del Padre continua a bussare alle porte del nostro cuore, continua a domandare accoglienza, continua ad essere presente per svelarci il volere di un Padre che ci Ama. Questo del Padre é un Amore vero che non chiede di essere corrisposto. É un Amore che Ama e basta. Un Amore che dona e basta. Un Amore che perdona sempre e comunque. Tutto questo è un Mistero presente nel cuore dell’Amore di un Padre che non finisce mai di esprimersi. Lo Spirito Santo, solo Lui, può insegnarci tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Accogliamolo in umiltà e la nostra vita sarà pacificata.

Franca e Vincenzo Testa, Eremo di famiglia

Tu seguimi

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 21,20-25

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

Parola del Signore.

Seguire è la veste interiore, il segno distintivo, la carta d’identità del discepolo. Essere discepoli, infatti, – e lo sappiamo bene – non significa soltanto ascoltare e accogliere una dottrina ma comporta l’impegno a seguire fedelmente le orme del Maestro.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Pasci le mie pecore

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 21,15-19

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Parola del Signore.

Gesù chiede a Pietro ( ma anche a ciascuno di noi) se lo ama ma Pietro per ben tre volte non riesce nemmeno a dirlo fermandosi a “Ti voglio bene”. Gesù accetta questo amore imperfetto e gli affida il grande compito di guidare la Chiesa. Gesù non cerca persone perfette ma cerca, invece, persone che cercano di Ascoltare la sua Parola cercando, poi, di seguirla testimoniando l’Amore. Non cerca persone che, per esempio, si attaccano al potere e non sanno distaccarsene pensando e credendo di essere indispensabili. Portare il peso del Pastone non è un potere ma un Servizio che mette al centro l’Amore.

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi ❤️

Perfetti nell’unitá

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 17,20-26

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

Parola del Signore.

Il Vangelo di oggi ci ha, immediatamente, fatti venire in mente una delle primissime parole che ci ha donato Papa Leone XVII che vi proponiamo come meditazione per oggi:

“L’unità della Chiesa – chiede Papa Leone a fratelli e sorelle «vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio». Una «Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato».
Il tempo presente – riconosce Papa Prevost – è lacerato da «troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri». E in «questa pasta» i cristiani sono chiamati a essere «un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità». Sono chiamati «a dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo siamo uno», esorta il Pontefice, ripetendo la frase di Sant’Agostino da lui scelta come motto episcopale.

«In Illo uno unum» («In Lui siamo una cosa sola»)

Così indica quale è«la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace».

Buon cammino nell’Unità

Franca e Vincenzo, oblati camaldolesi❤️

Siano una cosa sola, come noi

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 17,11b-19

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

Parola del Signore

Custodire è parola che rassicura e tranquillizza. La richiesta di Gesù al Padre perchè ci custodisca dal maligno è, perciò, molto interessante e ci offre la certezza di un Amicizia che si preoccupa del nostro presente e del nostro futuro. Ma la custodia non basta. Gesù infatti la chiede perchè ogni uomo possa ricevere la “pienezza” della sua gioia. Ma che bello! Avere dentro di noi la “gioia” del Signore. Perchè “gioia” e “custodia” possano poi concretamente svilupparsi Gesù ci lascia la sua Parola di verità. Ed è la certezza di essere custoditi e rafforzati dalla Parola della verità a darci la gioia che ci sollecita e ci spinge ad andare per le strade del mondo come testimoni capaci di essere a Servizio.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Padre, é venuta l’ora

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 17,1-11a

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

Parola del Signore.

In un tempo e in un mondo come quello che viviamo tutto proiettato verso i “miti” del piacere, del successo e del denaro parlare di vita eterna, di glorificazione come innalzamento sulla croce non é facile ed é anche facile immaginare il comune rifiuto. Ma Gesù non ha paur dei nostri “no”, non di scoraggia di fronte alle scelte diverse delle donne e degli uomini, Gesù se ne fa carico e prega il Padre. Ricorda di averci donato le Parole del Padre che sono guida e sostegno, che danno forza e coraggio a chi decide di Ascoltarle e Viverle.

Buon cammino

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Abbiate coraggio

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,29-33

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».

Parola del Signore.

Le strade, le piazze, i luoghi di lavoro, le case e le chiese sono spesso piene di volti tristi e di donne e uomini smartiti, a volte stanchi o delusi dalla vita. Manca qualcosa, … Manca qualcuno. Abbiamo perso lil sentiero che dona il coraggio e la forza per affrontare la vita. Ci mancano i punti fermi che abbiamo cercato di sistituire con le cose, con i desideri superiori alle possibilità e viviamo sempre ansiosi, impauriti e non vediamo vie di sbocco. Spesso ci isoliamo ancora di più e la situazione si fa ancora più difficile.

E allora? Allora l’unica vera, autentica e duratura soluzione é cercare di recuperare una relazione profonda con colui che al prezzo della vita ha vinto il male con il bene. Nessun male può vincere contro il bene offerto totalmente in dono. Compiere questo passaggio dalla “morte” alla “vita” allora é un compito e una responsabilità che siamo chiamati a fare. Ed é qualcosa che possiamo fare solo e solo se lo decidiamo restando in Dio che é Padre.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Per accedere alle ricchezze della sapienza divina la porta è la croce. Si tratta di una porta stretta nella quale pochi desiderano entrare, mentre sono molti quelli che amano i diletti a cui si giunge per suo mezzo.

San Giovanni della Croce

Aquila e Priscilla