Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!
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Il segno dello stupore
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono.
Guariti nel corpo e nel cuore
«Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Parola e gioia
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Il viaggio piu’ bello
“Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato”.
Vedere Gesu’
Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
Pieno di se stesso, Erode manifesta i dubbi che lo abitano quando, preoccupato di quello che sente dire di Gesù cerca di vederlo. Erode vuole capire, vuole vederci meglio
Riflessioni sui Vangeli festivi dell’anno A
Cari amici, eccoci a voi per presentare le nostre “Riflessioni sui Vangeli festivi dell’anno A. Il libro è un viaggio frutto delle meditazioni di coppia sui Vangeli contemplati all’eremo di famiglia nel quale viviamo. Sarà disponibile ad ottobre ma stiamo raccogliendo le prenotazioni. Il testo è, quindi, il frutto delle nostre semplici riflessioni con gli occhi aperti sul quotidiano e ci aiuterà a vivere l’ordinario della vita. Se vuoi prenotalo e appena pronto avremo cura di fartelo avere. Sarà una gioia stare insieme uniti da Gesù fedele compagno di viaggio. Franca e Vincenzo
Ascoltare e fare
«Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Dall’ascolto vero prendiamo la forza e il coraggio per far vivere Gesù in noi e per raccontare con la vita che siamo familiari di Dio, figli di Maria e fratelli di Gesù.
“Intanto incominciamo fratelli”
“Fratelli” ci ha chiamati “fratelli” il nostro nuovo arcivescovo … Sono state queste alcune delle prime parole che ha pronunciato ieri pomeriggio a Gaeta nella Cattedrale appena dopo la presa di possesso …
La faccia buona di chi ti accoglie con un sorriso che ti tocca il cuore, i gesti semplici di un Padre che ti vuole bene, le parole che sorgono dalla Parola e indicano la via da seguire, lo sguardo che esprime fin da subito una chiamata a seguire Gesù, … queste le nostre primissime sensazioni di fronte al nostro nuovo arcivescovo, un uomo di Dio donato alla nostra diocesi. Pregare con la Parola per vivere nell’oggi la gioia e la speranza e poi, quel suggerimento che il vangelo di oggi ci propone con delicatezza e forza: chinarsi sulle ferite dell’uomo, fasciare le ferite con l’olio della compassione e il vino della gioia, prendersene cura caricandoselo sulle spalle, portarlo in salvo e trascorre con lui la notte fino alla nuova alba; pagare le spese con il proprio e promettere di farlo ancora se servirà.
È cosi che stiamo leggendo il programma che mons. Vari sembra aver proposto o delineato per la diocesi. Prossimità, dono, gratuità, vita semplice, relazioni umane profonde, …
Stiamo vivendo un tempo davvero nuovo … Gioia e speranza …
L’Eremo a servizio della Parola.
La preghiera del cuore genera spazi di condivisione; gli sguardi che si incrociano come quelli degli innamorati; le mani che si stringono e i silenzi che raccontano una comunione ideale profonda. Questo e l’esperienza del nostro piccolo eremo, un porto sulle colline di San Martino (a Castelforte), un luogo di accoglienza dello Spirito, un piccolo segno dell’amore di Dio che è stato capace di suggerire sogni e desideri nei nostri cuori.