Il lunedì dell’Angelo 2020 è, per davvero, un crocevia del tempo e della storia. Seduti nel piccolo orto giardino leggiamo “il passo del vento” di Mauro Corona e Mauro Righetti, un sillabario alpino. Ci fermiamo un attimo alla voce “crocevia” (forse allargando la foto -che trovate alla fine di questo testo- potete leggere, anche voi,le prime righe).
È una immagine potente, soprattutto oggi, che viviamo il tempo del coronavirus. L’invito che riceviamo in questo pezzo di storia che siamo chiamati a vivere ci chiede di fare delle scelte fondamentali. C’è chi, finora, nella propria vita, non è ancora riuscito a prendere una direzione, altri che lo hanno gia fatto ma, oggi, è arrivato un tempo, ed è questo, nel quale la forza delle circostanze ci sollecita a scegliere o a cambiare le scelte già fatte. Indugiare ancora sarebbe davvero follia. Siamo invitati ad aprirci al mistero, a percorrere strade nuove, inesplorate, dove l’avventura si appropria dei giorni, delle ore, dei minuti e di ogni più piccolo secondo. Che faccio? Che facciamo? Di fronte a noi ci sono anche tanti piccoli segnali che vogliono vincere la nebbia ed evitare di portarci fuori pista. Da giovane, riflette Mauro Corona, puoi tornare indietro, noi alla nostra età non possiamo. Molto, ormai, è stato fatto. La linea è tracciata e il covid19 fa il resto condizionando la strada. Guardiamo il passato e non lo giudichiamo ma siamo contenti di aver dato un senso alla strada percorsa che ci ha portato a riconoscere nell’eremo una possibilità di essere. Abbiamo tentato molto e, se Dio vorrà, proseguiremo a scrivere qualche parola, forse qualche riga ancora. Abbiamo creduto e crediamo nella semplicità, nella essenzialità, nella sobrietà e passo dopo passo l’eremo, piccola Chiesa domestica, ha preso forma accompagnata dai nostri amici camaldolesi che ci hanno accolto, aiutandoci a leggere il nostro vissuto e il nostro presente per poi immaginare anche un possibile futuro. Mai come oggi diciamo grazie a don Innocenzo Gargano e madre Michela Porcellato e a tanti altri che prima di loro ci hanno accompagnato e che portiamo nel cuore. Oggi, con il senno di poi, possiamo dire che al crocevia che ci ha portato fin qui siamo stati aiutati a fare una buona scelta, qualcuno potrebbe dire “profetica” ma stiamo correndo troppo. Il vento dello Spirito ci ha sollevato fino ad immaginare l’eremo, piccola Chiesa domestica, in un tempo (allora) nel quale nessuno avrebbe mai potuto pensare che l’umanità avrebbe dovuto vivere questo tempo attuale. Lo abbiamo immaginato quando il mondo correva in un’altra direzione e c’era chi, e forse c’è ancora, crede che tutto tornerà come prima. Noi siamo convinti che il passato non tornerà più in quel modo. Intanto, ora, siamo “tutti a casa”, tutti protetti nelle nostre domus, con il mondo fermo. Risorgeremo certamente. Ma il futuro, come pian piano in numero sempre più ampio di persone, stiamo comprendendo non sarà più come il passato. Davvero, per certi versi, dobbiamo dire Grazie. Grazie perché saremo costretti ad abbandonare le folla corsa del passato, dovremo abbandonare certe abitudini stressanti, dovremo lasciare perdere il consumismo e tante vecchie abitudini che non potranno più appartenere alla vita quotidiana. Il coronavirus ci ha messo di fronte un nuovo mondo e ci ha fatto scoprire tutta la nostra fragilità. Oggi abbiamo l’opportunità di aprire testa e cuore alla solidarietà, al dialogo, a rapporti più autentici. abbandonando maschere e finzioni. Anche la mappa del cosiddetto “potere” sarà ridisegnato a tutti i livelli e in tutto il pianeta. Beh, ci fermiamo. È tempo di preparare qualcosa da mangiare. Oggi carbonara e carne alla brace. Avremo tutto il tempo, finalmente, per riflettere e per contemplare questo meraviglioso creato.
Buon lunedì dell’Angelo.
Franca e Vincenzo, osb-cam