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Viaggi e viaggi

Si, ci sono viaggi e viaggi. Alcuni veloci, altri, invece, durano più giorni, qualcuno un mese, altri rarissimi, 0 tutta una vita, … e così diciamo che la vita è tutta un viaggio.

Ci sono persone che decidono di andare soli, altri, invece, scelgono un compagno, altri mettono al primo posto la meta e poi, magari imparano che la cosa più importanti non e l’arrivo ma il cammino appunto.

Per affrontare il cammino, però, sarà necessario attrezzarsi. A volte è necessario un abbigliamento leggero, altre volte uno più pesante o tutti e due. In certe occasioni il sostegno di un amico e/o la disponibilità a saper cogliere il momento giusto oppure la disponibilità e la forza a saper accogliere il mistero della vita che ci porta dove non vorremmo, magari in situazioni che non avevamo ne immaginato, ne mai sognato.  Ma perché scriviamo queste semplici considerazioni? Lo facciamo perché da un po’ abbiamo occasione di riflettere sul mistero di certi eventi che ci si parano davanti, o di certe persone che irrompono nelle nostre esistenze e sembrano turbare sogni e desideri, di altre che all’improvviso scompaiono o che scopri ti remano addirittura contro. Sono soggetti che di fatto intralciano cammini e, magari nascosti, oppongono ostacoli desiderosi solo di turbare la pace e spezzare il filo al quale ci si è legati e cercano di isolarti e lasciarti in balia delle onde in qualche landa deserta.

Peccato per loro, eventi o persone che siano, noi vi confessiamo, peccando, certamente, di poca umiltà di sentire in noi qualcosa di simile a quanto, in un certo momento della vita avverti Etty Hillesum:

«Mio Dio, prendimi per mano, ti seguirò da brava, non farò troppa resistenza. Non mi sottrarrò a nessuna delle cose che mi verranno addosso in questa vita, cercherò di accettare tutto e nel modo migliore. Il calore e la sicurezza mi piacciono, ma non mi ribellerò se mi toccherà stare al freddo purché tu mi tenga per mano andrò dappertutto allora, e cercherò di non avere paura. E dovunque mi troverò, io cercherò di irraggiare un po’ di quell’amore, di quel vero amore per gli uomini che mi porto dentro. […] Una volta che si comincia a camminare con Dio si continua semplicemente a camminare e la vita diventa un’unica, lunga passeggiata».

E allora, adesso, con maggiore forza, riprendiamo davvero a camminare certi che, con Lui, non c’è d’aver paura.

Preghiera, lavoro, Parola, studio e accoglienza saranno, in maniera ancora più forte, i pilastri del nostro andare quotidiano. Non pretendiamo più nulla credendo anche di aver ricevuto moltissimo e, quindi, ci sentiamo anche più liberi e forti per continuare ad andare “controcorrente” consapevoli dei rischi ma anche della necessità di doverlo fare per non tarpare le ali ad una spinta forte che emerge dal nostro cuore.

Buon cammino anche a voi (o buona vita come abbiamo imparato a dire da un po’), e a chi deciderà di intraprendere il proprio viaggio con i nostri stessi ideali diciamo che insieme si va meglio e, forse, più lontano. Non vogliamo sprecare il tempo. Andiamo, non c’è più tempo da perdere. In verità neanche questa piccola sosta è stata una perdita di tempo. Anzi ci è servita a pensare meglio e a raccogliere idee per riprendere il viaggio.

Franca e Vincenzo, osb-cam

Vibrazioni dell’anima

Ancora una volta c’è un uomo che prega e ha fiducia nel Signore. Un uomo che si affida alla misericordia e alla benevolenza del Signore. Un uomo che chiede protezione e poi rafforza la richiesta esprimendo il desiderio che sia Dio lo scudo che salva dai nemici che come sanguinari e ingannatori con menzogne distruggono la sua vita. L’uomo prega il Signore affinché lo guidi sulla giusta strada, affinché lo protegga e lo custodisca. Questo salmo perciò ci ricorda il valore della preghiera come dialogo con Dio. Un dialogo capace di esprimere al nostro Dio ogni nostra situazione di difficoltà e trovare in Lui lo Spirito capace di sentire la sua benedizione. L’uomo di questo salmo è un uomo che fa vibrare la sua anima con un’armonia celeste. 💫🤗

Franca e Vincenzo osb-cam

Salmo 5

Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.

Sii attento alla voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera.

Al mattino ascolta la mia voce;
al mattino ti espongo la mia richiesta
e resto in attesa.

Tu non sei un Dio che gode del male,
non è tuo ospite il malvagio;

gli stolti non resistono al tuo sguardo.
Tu hai in odio tutti i malfattori,

tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta.

Io, invece, per il tuo grande amore,
entro nella tua casa;
mi prostro verso il tuo tempio santo
nel tuo timore.

Guidami, Signore, nella tua giustizia
a causa dei miei nemici;
spiana davanti a me la tua strada.

Non c’è sincerità sulla loro bocca,
è pieno di perfidia il loro cuore;
la loro gola è un sepolcro aperto,
la loro lingua seduce.

Condannali, o Dio,
soccombano alle loro trame,
per i tanti loro delitti disperdili,
perché a te si sono ribellati.

Gioiscano quanti in te si rifugiano,
esultino senza fine.
Proteggili, perché in te si allietino
quanti amano il tuo nome,

poiché tu benedici il giusto, Signore,
come scudo lo circondi di benevolenza.

 

Accerchiati dal male continuiamo a sperare

Chi percorre le strade della menzogna ha di fatto chiuso il cuore a Dio e continua a colpire l’altro. L’uomo di preghiera comprende l’atteggiamento di chi vive nel male e continua a confidare in Dio. Pur essendo accerchiato dal male ha la forza di guardare negli occhi questi empi invitandoli a cambiare registro. L’uomo saggio, l’uomo di preghiera, perciò, guarda il mondo con speranza e crede nei valori della pace e della gioia continuando a confidare in Dio. 💫🤗

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Salmo 4.

Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia!

Nell’angoscia mi hai dato sollievo;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.

Fino a quando, voi uomini, calpesterete il mio onore,
amerete cose vane e cercherete la menzogna?

Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;
il Signore mi ascolta quando lo invoco.

Tremate e più non peccate,
nel silenzio, sul vostro letto, esaminate il vostro cuore.

Offrite sacrifici legittimi
e confidate nel Signore.

Molti dicono: “Chi ci farà vedere il bene,
se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?>.”

Hai messo più gioia nel mio cuore
di quanta ne diano a loro grano e vino in abbondanza.

In pace mi corico e subito mi addormento,
perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare.

Fede, fiducia e speranza

E cosi si conclude la nostra lectio personale di uno dei libri più avventuroso della Bibbia. L’intreccio tra fede vissuta, fiducia e speranza è palpabile in ogni versetto e ci sembra che questi insegnamenti siano per ciascuno di noi linee guida capaci di ispirare le nostre piccole e grandi scelte quotidiane. … 💫🤗

Franca e Vincenzo osb-cam

Capitolo 14

[2] Tobi morì in pace all’età di centododici anni e fu sepolto con onore a Ninive. Egli aveva sessantadue anni quando divenne cieco; dopo la sua guarigione visse nella felicità, praticò l’elemosina e continuò sempre a benedire Dio e a celebrare la sua grandezza.

[3] Quando stava per morire, fece venire il figlio Tobia e gli diede queste istruzioni:

[4] «Figlio, porta via i tuoi figli e rifugiati in Media, perché io credo alla parola di Dio, che Nahum ha pronunziato su Ninive. Tutto dovrà accadere, tutto si realizzerà sull’Assiria e su Ninive, come hanno predetto i profeti d’Israele, che Dio ha inviati; non una delle loro parole cadrà. Ogni cosa capiterà a suo tempo. Vi sarà maggior sicurezza in Media che in Assiria o in Babilonia. Perché io so e credo che quanto Dio ha detto si compirà e avverrà e non cadrà una sola parola delle profezie. I nostri fratelli che abitano il paese d’Israele saranno tutti dispersi e deportati lontano dal loro bel paese e tutto il paese d’Israele sarà ridotto a un deserto. Anche Samaria e Gerusalemme diventeranno un deserto e il tempio di Dio sarà nell’afflizione e resterà bruciato fino ad un certo tempo.

[5] Poi di nuovo Dio avrà pietà di loro e li ricondurrà nel paese d’Israele. Essi ricostruiranno il tempio, ma non uguale al primo, finché sarà completo il computo dei tempi. Dopo, torneranno tutti dall’esilio e ricostruiranno Gerusalemme nella sua magnificenza e il tempio di Dio sarà ricostruito, come hanno preannunziato i profeti di Israele.

[6] Tutte le genti che si trovano su tutta la terra si convertiranno e temeranno Dio nella verità. Tutti abbandoneranno i loro idoli, che li hanno fatti errare nella menzogna, e benediranno il Dio dei secoli nella giustizia.

[7] Tutti gli Israeliti che saranno scampati in quei giorni e si ricorderanno di Dio con sincerità, si raduneranno e verranno a Gerusalemme e per sempre abiteranno tranquilli il paese di Abramo, che sarà dato in loro possesso. Coloro che amano Dio nella verità gioiranno; coloro invece che commettono il peccato e l’ingiustizia spariranno da tutta la terra.

[8] Ora, figli, vi comando: servite Dio nella verità e fate ciò che a lui piace. Anche ai vostri figli insegnate l’obbligo di fare la giustizia e l’elemosina, di ricordarsi di Dio, di benedire il suo nome sempre, nella verità e con tutte le forze.

[9] Tu dunque, figlio, parti da Ninive, non restare più qui. Dopo aver sepolto tua madre presso di me, quel giorno stesso non devi più restare entro i confini di Ninive. Vedo infatti trionfare in essa molta ingiustizia e grande perfidia e neppure se ne vergognano.

[10] Vedi, figlio, quanto ha fatto Nadab al padre adottivo Achikar. Non è stato egli costretto a scendere vivente sotto terra? Ma Dio ha rigettato l’infamia in faccia al colpevole: Achikar ritornò alla luce mentre invece Nadab entrò nelle tenebre eterne, perché aveva cercato di far morire Achikar. Per aver praticato l’elemosina, Achikar sfuggì al laccio mortale che gli aveva teso Nadab, Nadab invece cadde in quel laccio, che lo fece perire.

[11] Così, figli miei, vedete dove conduce l’elemosina e dove conduce l’iniquità: essa conduce alla morte. Ma ecco, mi sfugge il respiro!». Essi lo distesero sul letto; morì e fu sepolto con onore.

[12] Quando morì la madre, Tobia la seppellì vicino al padre, poi partì per la Media con la moglie e i figli. Abitò in Ecbàtana, presso Raguele suo suocero.

[13] Curò con onore i suoceri nella loro vecchiaia e li seppellì a Ecbàtana in Media.

[14] Tobia ereditò il patrimonio di Raguele come ereditò quello del padre Tobi. Morì da tutti stimato all’età di centodiciassette anni.

[15] Prima di morire sentì parlare della rovina di Ninive e vide i prigionieri che venivano deportati in Media per opera di Achiacar re della Media. Benedisse allora Dio per quanto aveva fatto nei confronti degli abitanti di Ninive e dell’Assiria. Prima di morire poté dunque gioire della sorte di Ninive e benedisse il Signore Dio nei secoli dei secoli.

Guardare oltre ogni male

E dopo il vecchio Tobi ci viene presentata la giovane Sara. Tra i due la differenza è tanta. Il primo resta un pio fedele incapace di capire il nuovo; la seconda appare una figura tragica che vive il dramma della morte dei sette mariti con nessuno dei quali riesce a vivere una serena sessualità (muoiono tutti prima). Un dramma che sta per condurla al suicidio dal quale, però, desiste a seguito di un controverso rapporto con il padre al quale è fortemente legata. Ma sarà proprio questo legame a condurla a non praticare l’insano gesto del suicidio. La tragedia sta nel fatto che tale amore per il padre unito, come si e detto, a motivazioni di tipo religioso,  contribuisce a creare in Sara una serie di gravi sensi di colpa e la rendono cosi incapace di un vero amore di coppia. Come nel caso di Tobi, è la preghiera che cambia la situazione. Anche per Sara la preghiera è un miscuglio di disperazione e di speranza, e valgono per lei le cose che abbiamo osservato in precedenza riguardo a Tobi. Aggiungiamo tuttavia ancora una nota: la preghiera non è una formula magica, grazie alla quale l’uomo ottiene da Dio tutto ciò che vuole. Il narratore lo sa molto bene: la preghiera è prima di tutto la capacità di affidarci a Dio, di porre la nostra vita nelle sue mani. La preghiera, poi, è capace di modificare il nostro atteggiamento verso la vita e di aprirci strade che non avevamo mai pensato di percorrere. La storia della coppia di cui ci occuperemo, Tobia e Sara, nasce dalla preghiera imperfetta, ma sincera, di uno dei protagonisti, la giovane Sara, che non ha ancora perduto tutta la sua speranza. 💫

Franca e Vincenzo osb-cam

Libro di Tobi, 2

7]Nello stesso giorno capitò a Sara figlia di Raguele, abitante di Ecbàtana, nella Media, di sentire insulti da parte di una serva di suo padre. [8]Bisogna sapere che essa era stata data in moglie a sette uomini e che Asmodeo, il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. A lei appunto disse la serva: «Sei proprio tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei già stata data a sette mariti e neppure di uno hai potuto godere. [9]Perché vuoi battere noi, se i tuoi mariti sono morti? Vattene con loro e che da te non abbiamo mai a vedere né figlio né figlia». [10]In quel giorno dunque essa soffrì molto, pianse e salì nella stanza del padre con l’intenzione di impiccarsi. Ma tornando a riflettere pensava: «Che non abbiano ad insultare mio padre e non gli dicano: La sola figlia che avevi, a te assai cara, si è impiccata per le sue sventure. Così farei precipitare la vecchiaia di mio padre con angoscia negli inferi. Farò meglio a non impiccarmi e a supplicare il Signore che mi sia concesso di morire, in modo da non sentire più insulti nella mia vita». [11]In quel momento stese le mani verso la finestra e pregò: «Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto è il tuo nome nei secoli. Ti benedicano tutte le tue opere per sempre. [12]Ora a te alzo la faccia e gli occhi.[13]Dì che io sia tolta dalla terra, perché non abbia a sentire più insulti. [14]Tu sai, Signore, che sono pura da ogni disonestà con uomo [15]e che non ho disonorato il mio nome, né quello di mio padre nella terra dell’esilio. Io sono l’unica figlia di mio padre. Egli non ha altri figli che possano ereditare, né un fratello vicino, né un parente, per il quale io possa serbarmi come sposa. Già sette mariti ho perduto: perché dovrei vivere ancora? Se tu non vuoi che io muoia, guardami con benevolenza: che io non senta più insulti».

La preghiera tra fede e disperazione

*Tobi prega* . Lo fa in un momento di grande difficoltà e prega con due obiettivi … lodare Dio e chiedere perdono … lo fa anche per chiedere di morire …   questa preghiera di Tobi è fatta della disperazione in cui è caduto un uomo pio e obbediente e che nonostante ciò vive il tempo della disgrazia che non riesce a capire. Le sue certezze sembrano crollare e non gli resta che pensare alla morte. Tobi vive così il tempo della disgrazia e cerca di rispondere alle incalzanti domande della moglie. La preghiera di Tobi viaggia tra fede e disperazione che lo porta a chiedere la morte propria a quel Dio che ha appena benedetto e di fronte al quale si è riconosciuto peccatore. Tobi siamo noi con i nostri dolori, i nostri pianti, le nostre preoccupazioni, le nostre sconfitte. Tobi è  quel credente che di fronte alle difficoltà, non sapendo più che fare si attacca a forme di religiosità tradizionali. Quella di Tobi è, quindi, una preghiera giusta e sbagliata allo stesso tempo, come spesso facciamo anche noi. Una preghiera che cerca di interpretare la disperazione e la speranza che il Signore apprezzerà per la sua schietta sincerità. … e come ci comportiamo noi di fronte alle difficoltà? Quale è la nostra risposta nei momenti bui della vita, nei tempi nei quali sentiamo Dio lontano, nei momenti nei quali ci sentiamo emarginati, abbandonati, messi da parte ? … buona meditazione e buona giornata 🦉🦉

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Tobia – Capitolo 3

[1]Con l’animo affranto dal dolore, sospirai e piansi. Poi presi a dire questa preghiera di lamento: [2]«Tu sei giusto, Signore, e giuste sono tutte le tue opere. Ogni tua via è misericordia e verità. Tu sei il giudice del mondo. [3]Ora, Signore, ricordati di me e guardami. Non punirmi per i miei peccati e per gli errori miei e dei miei padri. [4]Violando i tuoi comandi, abbiamo peccato davanti a te. Tu hai lasciato che ci spogliassero dei beni; ci hai abbandonati alla prigionia, alla morte e ad essere la favola, lo scherno, il disprezzo di tutte le genti, tra le quali ci hai dispersi. [5]Ora, nel trattarmi secondo le colpe mie e dei miei padri, veri sono tutti i tuoi giudizi, perché non abbiamo osservato i tuoi decreti, camminando davanti a te nella verità. [6]Agisci pure ora come meglio ti piace; dà ordine che venga presa la mia vita, in modo che io sia tolto dalla terra e divenga terra, poiché per me è preferibile la morte alla vita. I rimproveri che mi tocca sentire destano in me grande dolore. Signore, comanda che sia tolto da questa prova; fa che io parta verso l’eterno soggiorno; Signore, non distogliere da me il volto. Per me infatti è meglio morire che vedermi davanti questa grande angoscia e così non sentirmi più insultare!».

Un fiore nel deserto

Una voce, un invito …
mi nascondo.
Sono in una grotta,
chiuso dentro di me.

La voce di Giovanni
continua ad alzarsi,
tocca i deserti dell’anima
solleva antiche barriere,
apre al Mistero atteso
e i nervi scoperti scuotono,
scuotono una vita disperata.

Uno sguardo curioso scruta l’oltre,
accenno un piccolo passo,
provo ad avvicinarmi,
la strada è piena di ostacoli,
pericoli, inganni e paure.

Devo, devo andare,
non posso più stare nascosto.

Spero nella Luce
e apro il cuore
in attesa dell’insperato
ed ecco
tra le pietre
spunta un fiore
e un raggio di sole
lo fa brillare.

Il cuore si desta
e anche il deserto
sembra un giardino.

Raccolgo l’invito e volo, Volo alto.

Coraggio, si può fare !!!

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

Mc 1,1-8
Raddrizzate le vie del Signore.

Dal Vangelo secondo Marco

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Parola del Signore

Purezza e bellezza

Pura e bella,
ascolta e accoglie,
permette l’avverarsi
e apre il mondo
al dono della salvezza.

Immacolata,
dolce, tenera e attenta,
nel silenzio guarda e “vede”.

Lo Spirito agisce e Maria
si apre al Mistero
il Signore entra nel mondo
e la speranza della salvezza si fa storia.

Franca e Vincenzo oblati osb-cam


Ecco, concepirai un figlio e lo darai alla luce.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.Parola del Signore

Zaccheo il peccatore accoglie Gesu’

 Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Lc 19, 5-7

Zaccheo scendi !
Scendi dal tuo piedistallo.
Gesù viene da te.
Viene da un peccatore.

La gente mormora.
Come può Gesù andare da un peccatore?

I soliti benpensanti non ci credono.
Non possono credere che il Figlio di Dio possa andare a casa di un peccatore.
Come può essere?

Zaccheo è pieno di gioia.
Gesù vuole incontrarlo nella sua casa.

Zaccheo accoglie Gesù.
Gesù non ha paura del peccatore.
Gesù non ha paura delle mormorazioni.
Entra da Zaccheo e cena con Lui.

La salvezza è entrata nella casa di Zaccheo.

Franca e Vincenzo oblati osb-cam

 

 

Vietato lamentarsi

Pablo Picasso ebbe a scrivere che alcuni uomini trasformano un punto giallo in un sole, altri il sole in un puntino giallo”. Da che parte stiamo?

Papa Francesco sulla porta d’ingresso del suo appartamento ha fatto affiggere un cartello che dice “Vietato lamentarsi”. Si, è proprio così. I cristiani poi, più di tutti, devono essere bravi a sorridere anche nelle difficoltà. Baden Powell, fondatore del movimento scout ( e noi siamo scout)  ha spiegato che “un sorriso fa fare il doppio di strada di un brontolio”.

Ma come si fa ad essere ottimisti?  Sarà la fede a salvarci. La fede in un Dio buono e misericordioso, infatti, alimenterà la speranza che supera ogni difficoltà. Crediamo che ogni avvenimento della vita anche se ci sembra cattivo è per il meglio. Non può essere diversamente. Anzi, sicuramente è così. Si tratta di una speranza che non ha come orizzonte i nostri desideri ma il bene che Dio ha pensato per noi. In questo cammino di fiducia e di speranza restiamo semplici e sereni. Il Signore sa di cosa abbiamo bisogno.

Concludiamo con l’invito a recitare una piccola preghiera di Tommaso Moro: “Signore, donami una buona digestione e anche qualcosa da digerire. Donami la salute del corpo e il buon umore necessario per mantenerla. Donami, Signore, un’anima semplice che sappia far tesoro di tutto ciò che è buono e non si spaventi alla vista del male, ma piuttosto trovi sempre il modo di rimettere le cose a posto. Dammi un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti e non permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama «io». Dammi, Signore, il senso del buon umore. Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo per scoprire nella vita un po’ di gioia e farne parte anche agli altri. Amen”.

Franca e Vincenzo osb-cam