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Un riparo per passeri infreddoliti

Quando ottobre era ottobre, quando i primi freddi ci obbligavano ad indossare già qualche maglia, nei paesi di montagna poteva capitare anche che cadesse la neve. Così accadde quella volta che dopo alcuni giorni di freddo scese anche la prima neve. Fu cosi che decidemmo di accendere il fuoco nel camino. Poco dopo guardando fuori dalla finestra vedemmo alcuni passeri che stavano in gruppetto l’uno accanto all’altro per proteggersi dal freddo calato così improvvisamente. Fu in quel momento che decidemmo non solo di gettare qualche briciola di pane ma anche di aprire un piccolo ripostiglio con accesso dall’esterno posto accanto al camino dal quale lo separava solo una parete di mattoni al punto che il calore del fuoco offriva un po’ di tepore anche nel piccolo ripostiglio della legna e, quindi, era un riparo naturale per quei cinque passeri. Dopo pochi minuti i passeri erano gia nel ripostiglio dove a terra, tra la legna, c’era anche qualche filo di paglia. Insomma un gran bel posto per ripararsi e attraversare la notte.

In fondo può capitare anche a noi di vivere una situazione analoga quando, improvvisamente, cambiano le cose e possiamo ritrovarci in una situazione di difficoltà. Ebbene è proprio in quei momenti  che c’è bisogno che qualcuno apra una possibilità di riparo e ci offra uno spiraglio per attraversare la notte. Anche noi, però, possiamo fare altrettanto aprendo spiragli di speranza a chi vive un momento di difficoltà.

Franca e Vincenzo osb-cam

 

Dal vangelo di Luca 12, 6-7

“Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

 

Sognatori di speranza

Dall’altra parte del mondo in un paese (Bangladesh) che ha per simbolo la tigre del Bengala vive da alcuni decenni Padre Adolfo Limperio originario della nostra diocesi. Padre Adolfo che ha superato gli 80 anni è andato in missione spinto da un sogno e in tutti questi lunghi anni ha sempre sperato e sognato la vittoria del bene. Ed è così che questa mattina abbiamo pensato di condividere con voi (che siete sempre più numerosi a seguirci) la sua ultima lettera agli amici. A girarcela, come sempre, è Bruno Guizzi nostro carissimo amico. Anche in questa lettera padre Adolfo ci racconta, con tanti flash, scene di vita quotidiana, tanti piccoli segni di gioia e di speranza e alcune tristezze. Tutto ordinario, tutto semplice, tutto piccolo … la vita è davvero un grande mistero piena di sorprese e di sogni di speranza. Vivere è allora sognare speranze credendo che presto saranno realtà e quando questo accadrà, perché non può non accadere, sognare ancora spingendo i nostri passi sempre oltre ogni sogno. Se puoi immaginarlo può accadere. Vai allora, sogna.

Franca e Vincenzo osb-cam

 

Speranza –  12 Ottobre 2017

Miei carissimi amici,

Oggi sono giu’ di corda per diversi motivi,  ma risuona in testa  il detto del vecchio P.Sozzi che mi diceva , circa 47 anni fa’nel dopo guerra in…civile,  quando ero giu’ di corda : “ stupidoil domani e’ meglio di oggi”

Spontanea e’ sorta  alla mente una preghiera in alcuni momenti guardando questa mia  Chiesa di Dinajpur. Non e’ facile pregare, almeno per me, ma a volte la preghiera rispecchia o meglo illumina la realta’ o il momento che viviamo

Ora lascia, mio Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perche’ i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata  da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e Gloria del tuo popolo  Israele.

E’ capitato guardando laici, sacerdoti, suore  con il vescovo Sebastiano riuniti nella annuale assemblea pastorale della diocese di Dinajpur. Lascia, mio Signore……i  miei occhi hanno visto….  Una persona mi fa’ notare che ho una bella pretesa di essere servo del Signore…….. Un altro mi dice che Gesu’ parla ad amici, fratelli, sorelle……

Mi ha dato motivo il pregare nel sentire il relatore:  un sacerdote che ho  conosciuto da ragazzo e poi in seminario parlare con una bella voce chiara, sonora e con competenza  che : siamochiamati ad annunziare il Vangelo alla societa’ di oggi.

Nel vangelo spesso Gesu’ parla della Chiesa come vigna, che il Signore cura e dove invia o invita a lavorare. (a parte il fatto di pagare tutti con lo stesso danaro…pattuito)   La vigna e’ un terreno particolare dove si coltiva  la vite; pianta  particolare per il suo frutto da cui l’uomo ricava il vino.  Gesu’ lo usa come segno per unire coloro che credono in Lui. La vigna del Signore e’ la proposta di amore all’umanita’, segno di  speranza per tutti,

Poi e’ capitato seguendo un gruppo di laici impegnati in diocesi nel servizio alle “credit union” (cassa di risparmio)  Ed ancora,  leggendo la relazione della “credit union delle donne” della cattedrale di Dinajpur  che domani 13 Ottobre  avranno il loro 23esimo  incontro annuale’. Ringrazio P.Giulio Berutti per il suo lavoro e costante presenza. Posso dire :  i  miei occhi hanno visto… un modo di dare speranzaalle famiglie a fare piccoli passi nell’aiuto reciproco.

Ho pregato cosi’ ascoltando il giovane Limon nel fare il suo resoconto sull’incontro nazionale dei giovani student cattolici ospiti della diocese del Sileth, per celebrare i 25 anni del loro movimento. Presenza di Cristo nel mondo giovanile di cui si e’ seme, luce, sostegno.’ La Chiesa luce alle nazioni.

Silenzio e solitudine non danno ma tolgono la speranza : giorni fa un giovane di 27 anni si e’ impiccato.  Viveva da solo;  la mamma vedova  lavora a Dhaka. Con lei  ha parlato tramite telefonino….per due giorni…….“Non e’ bene che l’uomo siua solo”, dice il Signore.

Due ragazzi sono stati bastonati e fatti morire per aver rubato un telefonino, ma poi erano solo sospettati del furto. Silenzio della societa’ davanti al lavoro dei minorenni che puliscono le strade o lavorano in nero….buio nelle tante officine. Solitudine per mezzo milione di rifugiati che scappano da ritorsioni nel vicino Myanamr  Ma la cronaca nera e’ piena di fatti di non speranza .

A me piace sognare e cercare speranza o dare speranza. Da oggi iniziano gli esami governativi per i nostri ragazzi della decima (secondo ginnasio se non erro). Ebbene sono 70 ragazze e 54 ragazzi della scuola di Dhanjuri, Di essi 36 ragazze e 18  ragazzi del boarding che voi aiutate con il “sostegno allo studio.’. Sembra che le ragazze sono piu’ interessate a studiare. Ragazzi molto spesso lasciano la scuola per lavoro prima del tempo.

Un caloroso augurio di ottimi risultati con tanta speranza.

Il nostro Roni, che continua a dare due giorni alla settimana ai ragazzi del boarding di Dhanjuri si e’ fidanzato con Mucti ed a Dicembre celebreranno le nozze, Tutti invitati.

A fine mese pellegrinaggio diocesano al santuario di Rajarampur dedicato alla Madonna del Rosario . Un’Ave.

In questi giorni abbiamo la visita Bangladesh P.Brambillasca, Superiore Generale del PIME. Benvenuto !!!!.   Poi, come avete saputo dalla stampa, a fine Novembre e primi di Dicambrepapa Francesco sara’ in Bangladesh.

Chiudo qui per chiedere a Maria speranza:

O Maria, la fede e la speranza vegliano dolorose nella tua anima ricevendo Gesu’ deposto dalla croce.

Tante volte nella nostra vita ricevere Gesu’ deposto dalla Croce e’ un segno della fine, della rovina completa senza appello. La croce senza Gesu’ e’ un peso….

O Maria nelle ore incomprensibili  della nostra vita quando tutto sembra finito e Gesu’ sembra morto, donaci la forza della tua speranza perche’ spesso, proprio allora la sorgente della vita e’ molto vicina.  Madre della speranza aiutaci.

La croce con Gesu’ e’ redenzione.

Dal vostro sempre piu’ anziano borbottone fr.Adolfo

Caro Angelo, …

Quella appena trascorsa è stata una notte davvero speciale. Una visione di angeli ha attraversato i nostri sogni e i nostri pensieri. Non credi agli angeli? Sbagli amica/o. Gli angeli esistono e in tanti testimoniano di averli visti e incontrati. Ogni angelo ha un compito e tutti ne abbiamo almeno uno che ci accompagna: l’angelo custode.

Ci hanno anche insegnato che gli angeli sono messaggeri del creatore, il cui compito consiste nell’accompagnare e nell’aiutare le persone nel corso della loro vita. Gli angeli custodi sono accanto a una persona dal primo all’ultimo giorno di vita; gli arcangeli sono a disposizione di tutte le persone, indipendentemente dall’esperienza spirituale, religiosa o non religiosa di ciascuno”.

Ebbene noi stamattina gli abbiamo anche scritto una bella lettera. Scrivi anche tu una lettera agli angeli e avrai degli alleati al tuo fianco che in punta di piedi saranno pronti ad aiutarti nel realizzare ciò che desideri.

Lo sappiamo sei scettico. Stai pensando che queste sono fantasie, sogni di due ingenui che credono ancora alle favole. Ma se non ti abbandoni ai sogni e ai desideri, se non lasci viaggiare la fantasia sarai triste e lamentoso. Forse stai pensando a quanti altri hanno gia tentato questa via della felicità ma non sono riusciti a realizzare i “loro” desideri.

Si, questo è gia successo e succederà ancora. In questi casi è certo che quei sogni e quei desideri non erano il loro bene perché il Signore, per la loro vita, aveva ed ha altri progetti. Tu intanto, prenditi un po’ di tempo, prendi anche carta e penna e scrivi  al tuo angelo il tuo desiderio. Chiedi che ti aiuti a realizzarlo e anche a capire se questo rientra davvero nella tua missione. Chiedi di farti intuire cosa sei stato chiamato a fare. Chiedi quale è il compito che Dio ti ha assegnato. Il tuo angelo porterà questa tua richiesta a Dio e ti aiuterà a scoprire la tua via. Lui, il tuo angelo custode, magari, gia da tempo, ti sta suggerendo ciò che Dio vuole da te ma tu non lo ascolti. Allora, da oggi, apri di più il tuo cuore all’ascolto profondo e inizierai a “vedere” lo splendido compito che il Signore ti ha assegnato.

Nel fare la Sua volontà c’è la nostra pace e la vera gioia.

Buona festa degli angeli custodi e dei nonni e auguri a tutti quanti portano il nome di Angela e Angelo.

Franca e Vincenzo osb-cam

Dal libro dell’Esodo
Es 23,20-23a

Così dice il Signore:
«Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato.

Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari.
Il mio angelo camminerà alla tua testa».

Parola di Dio

Sprecare speranza

Stamattina nel campo dell’eremo abbiamo seminato i broccoli. Da sempre i contadini seminano nei loro campi e mentre compiono questo antico gesto sperano in un buon raccolto. Se è così e , siamo certi che è così, il cristiano nel mondo è chiamato a seminare la speranza. Se qualcuno, invece, uccide la speranza, si fa seminatore di morte. Ecco cosa di recente ha detto a questo proposito papa Francesco:

“Seminatori di speranza. Un cristiano può seminare amarezze, può seminare perplessità, e questo non è cristiano, e tu, se fai questo, non sei un buon cristiano. Semina speranza: semina olio di speranza, semina profumo di speranza e non aceto di amarezza e di dis-speranza”.

La voce, lo sguardo, i modi di fare siano gentili e tranquillizzanti, in una parola bisogna essere consolatori e donare conforto ad immagine del Paraclito, come esortava a fare il Beato cardinale Newman. Francesco auspica quindi che lo Spirito Santo non solo faccia abbondare nella speranza, ma, di più – dice – “ci faccia sprecare speranza” con i più bisognosi:

“Sono soprattutto i poveri, gli esclusi, i non amati ad avere bisogno di qualcuno che si faccia per loro ‘paraclito’, cioè consolatore e difensore, come lo Spirito Santo si fa per ognuno di noi, che stiamo qui in Piazza, consolatore e difensore. Noi dobbiamo fare lo stesso per i più bisognosi, per i più scartati, per quelli che hanno più bisogno, quelli che soffrono di più. Difensori e consolatori”.

Franca e Vincenzo osb-cam

Marta, Matteo e la speranza

Feeling, questione di feeling. Si solo questione di feeling … Anche ieri sera all’eremo si è ripetuta la “magia’ dell’incontro tra cuori che si impegnano per vedere e costruire insieme qualcosa di bello dando senso alla vita. Una coppia di sposi Marta e Matteo (nomi di fantasia) provati dalla sofferenza ma con una grande voglia di vivere sono venuti per trascorrere una serata con noi. Con Marta e Matteo abbiamo pregato i vespri della festa di San Matteo e subito ci siamo accorti del feeling che si era creato. Gli sguardi e le parole hanno avvolto i pensieri e a più riprese le emozioni hanno attraversato i nostri cuori. Certi racconti, è inutile negarlo, scaldano il cuore e offrono opportunità a chi sa accogliere i disegni del Padre.

Ascoltare certe storie di dolore, malattia e sofferenza fa venire i brividi ma dona anche coraggio, forza e speranza. Si, speranza, tanta speranza. E Dio solo sa di quanta speranza le donna e gli uomini di questo tempo hanno bisogno.

A volte, infatti, la malattia è crudele. Ti avvolge nel suo vortice e ti trascina negli abbissi più profondi fino a quando non sei stremato nel corpo e nell’animo. È questa la terribile esperienza del tempo che viviamo e che i nostri amici stanno provando sulla loro pelle da quattro anni. Raccontano tutto con il sorriso sulle labbra e cercano di godere della vita. Ripetono a più riprese che a guidare ogni loro passo c’è una presenza buona, che indica la via e suggerisce le scelte quotidiane. Parlano di visioni notturne e diurne di una suora anziana che appare nelle notti più buie e tempestose mentre le medicine scuotono il corpo di Marta e le offrono consolazione e sopratutto speranza, tanta speranza.

Ad ascoltare il racconto, a volte durissimo, della loro vita, insieme a noi,  ci sono anche due giovani coppie di fidanzati che si affacciano sulla ribalta della vita e che non perdono nemmeno una parola della storia che evoca la morte, evento che a Marta e Matteo non fa più paura. Nelle parole di Marta e Matteo c’è davvero la vita, la gioia e ogni recrudescenza della malattia di Marta è solo una parentesi da superare. La speranza, insomma, è legge. Legge per una vita senza se e senza ma.

Franca e Vincenzo osb-cam

 

Alberto, controvento !!!

Tra monti e valli, città e piccoli paesi, sotto la pioggia o con il sole forte che picchia senza pietà i passi si spingono l’uno dopo l’altro disegnando percorsi. A volte con il vento contro, altre con un leggero soffio dietro le spalle. Mai soli, anche se, spesso, non ci si fa caso. Distratti dal mondo, attratti da piaceri futili e passeggeri si attraversa il tempo.

Ogni storia, come quella di Alberto, è piena di ricordi. Tratti di memoria occupano i pensieri che il viaggiatore vorrebbe a volte cancellare e altre volte rivivere ma, inesorabilmente, il tempo lo porta oltre. Oltre il presente che è già un imprevedibile futuro.

Parole, pensieri, gesti, impressioni, emozioni che si rincorrono disegnando versi mai uditi e scrivendo pagine mai lette davvero fino in fondo. La vita va. Tutto passa e tutto, allo stesso tempo resta come impronta nella memoria.

Alberto è il nostro eroe. Non si è mai arreso anche quando sembrava sconfitto. Ha sempre raccolto i cocci, li ha ricomposti alla meglio ed è ripartito. Ripartito sempre pieno di speranza verso altre mete. Spesso ha incontrato maschere, illusioni ma spesso ha anche toccato il cielo con un dito. Alberto, il nostro eroe, continua a camminare. Non si ferma, non può farlo, sente di dover andare avanti e lo farà.

Sempre oltre, controvento.

Franca e Vincenzo osb-cam

 

 

In viaggio da naviganti e sognatori

Abbiamo attraversato il “nostro” oceano e continuiamo a farlo solcando altri mari dai nomi sconosciuti. Spesso incontriamo isole dove approdiamo per esplorare e incontrare volti e ascoltare voci.
Oggi ci troviamo in questa “nuova” terra in compagnia di spicchi di memoria e di volti certe volte sbiaditi. Qua e la vediamo mostri in gabbia e ci allontaniamo; vediamo uomini sconosciuti che si affannano a costruire case di cartapesta; donne spesso prive di grazia e di gentilezza; bambini curvi senza sogni e fantasia; anziani privi di forza soli e seduti su panchine rivolte verso il mare con gli sguardi perduti tra i flutti che si spengono su spiagge deserte.
Ci fermiamo, riflettiamo, riguardiamo il paesaggio spento e diciamo in coro: “No. Questo non è il nostro mondo”.
Abbiamo deciso di andare avanti, proseguiamo il viaggio. Non possiamo fermare il nostro pellegrinaggio qui. Non è questa la nostra  “Terra”. Mentre ci giriamo e rigiriamo intorno e continuiamo ad osservare vediamo anche una vecchia casa tra le altre. È mezza diroccata. Il tetto non è ancora crollato ma si vede che nessuno la cura come un tempo. Davanti al portone eroso dall’incuria e dell’umidità un uomo vestito di nero tenta di attrarre i pochi passanti ma senza risultati. Solo tre vecchiette, una delle quali mai stata mamma, gli sono accanto. I quattro celebrano i fasti di un potere perduto a causa proprio della miope gestione precedente quando  l’uomo, il capo, avrebbe potuto (e non ha voluto) cambiare. Non ha voluto  condividere con gli altri idee e progetti fidandosi solo di se stesso. Infatti ha continuato a vivere pensando che avrebbe potuto fare tutto da solo come un tempo non riuscendo a vedere e a comprendere che attorno tutto stava cambiando e che quello era il tempo di mettersi a servizio davvero condividendo strade e pensieri. Il mondo stava vivendo un epoca di cambiamento e lui ha proseguito sulla vecchia strada come se nulla di nuovo stesse accadendo. In qualche occasione sembrava pure che le cose stessero andando bene ma era pura illusione, dentro c’era il vuoto. Lui un po’ se n’era anche accorto ma ha continuato a confidare nel “potere della suggestione”. La sua, purtroppo, è stata solo una vuota illusione non più compresa dagli abitanti del mondo attratti, ormai, dalla “magia” della scienza e dal delirio dell’onnipotenza del far da se. Questa terra, abbiamo detto, non è la nostra Terra.
La decisione è presa. Restiamo solo qualche attimo ancora e poi andiamo, ripartiamo con la nostra barca sempre in ricerca. Non vale la pena rattristarci. Troppe volte ci siamo attardati a perdere tempo in tentativi poi rilevatisi inutili. Ora è davvero tempo di riprendere il viaggio. Lasciamo dietro di noi macerie senz’anima, esseri viventi privi di fantasia, capitani senza coraggio e a volta impauriti al punto di doversi  nascondere dietro l’Autoritarismo. Noi abbiamo ancora tanta voglia di viaggiare e cercare la nostra “perla preziosa”. Sappiamo che esiste. Spesso l’abbiamo intravista e qualche volta toccata. Spesso abbiamo trovato traccia della sua presenza in donne e uomini che ne conservano, senza alcuna gelosia, pezzetti e che sanno anche donarli e condividere. Questi sono segni di futuro. Non siamo soli in questo viaggio. Ci sono altri cercatori di futuro, pellegrini di speranza … Uomini e donne di frontiera che senza farsi notare hanno il coraggio di tentare, di tentare ancora un nuovo esaltante viaggio. A voi che restate diciamo “state bene” e se potete sognate un po’. Sognare fa bene. Lasciate orgoglio, vendetta, potere … La vita è piena di sogni e non può essere sprecata.

Racconteremo ancora di questo e di altro. Condivideremo qualche avventura e qualche incontro, ma adesso sentiamo una voce. Eccola è Lei, sempre Lei. La riconosciamo è la misteriosa Signora chiamata Speranza che non finisce mai di attrarre la nostra attenzione.
Buon viaggio ai naviganti e ai sognatori.

Franca e Vincenzo osb-cam

Sulla tua Parola

Stanco, a volte sfiduciato,
spesso impaurito,
l’uomo cerca parole buone,
cerca segni di speranza.

Sulla tua Parola, però,
continuerà a spingere i suoi passi oltre.
Esplorerà strade nuove,
lo farà con coraggio,
con fiducia, con gioia.

Con te, Signore,
l’uomo non ha più paura,
tu sei guida, l’unico Maestro,
l’unico punto di riferimento.

Stella che indica la via.

Franca e Vincenzo osb-cam

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5,1-11

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Parola del Signore

Qui dove i sogni hanno corpo e anima

“Qui dove il mare luccica e tira forte il vento su una vecchia terrazza” …
Qui dove le luci sembrano lucciole e la luna piena ricostruisce i contorni di alberi e case;
Qui dove memoria e sogni si fondono e confondono ed è dolce viaggiare.
Qui dove idee e progetti, ancora oggi, tracciano strade per il domani .
Qui, dove l’unico Re è il Dio dell’infinito e un cielo pieno di stelle ne svela il sorriso.
Qui e non altrove ci sei tu dolce, piccolo, grande, immenso, senza tempo e oltre ogni spazio misurabile  … un pensiero affiora e il tempo andato svanisce e il vagito di qualcosa di nuovo segna la Tua presenza creatrice.
Qui, ci sei tu e con te ricominciamo a navigare sognando di consegnare speranze, sorrisi e vita a cuori spezzati, mani incallite da esistenze sofferte, braccia stanche da fatiche quotidiane, menti disperse tra pensieri e parole .

Qui dove la semplicità è ordinaria, dove tentiamo di pronunciare parole vere, dove vediamo il mondo come una scatola spesso vuota, dove il tempo è senza tempo.
Qui all’eremo (di famiglia camaldolese Aquila e Priscilla) il tempo non ha età e con la compagnia dei frutti della terra si può tentare di risalire la montagna, di sperare di andare oltre curando l’essenziale nonostante sappiamo che ci sarà sempre qualcuno pronto a chiudere strade, ad abbattere sogni, a spegnere idee e progetti fingendo di sapere o  credendo di essere migliore.
Se lo incontri,  digli di smettere, la vita è breve per tutti, anche per lui che crede di possedere il mondo, … l’eremo è un sogno, un posto di quiete agitata  dove tu con Lui, il Dio dell’infinito, puoi costruire un domani e offrire spazi di libertà vera e autentica a chi incontri nel tuo quotidiano … ogni casa è un eremo e nessuno potrà mai spegnere il mio, il nostro sogno, … vado, andiamo avanti, dove Lui vuole … un angelo ce lo ha detto nel cuore della notte e noi ci crediamo … un calice, due colombe e una stella ci guidano, ci incoraggiano e spingono i nostri passi su sentieri ancora non battuti, … oggi, come ieri  e anche domani … ai potenti curvi sui loro progetti disegnati a matita lasciamo il loro vuoto potere, ai piccoli i sogni nei quali la vita è già domani.
Buon viaggio a tutti i naviganti e buoni sogni in compagnia degli angeli!!!

Franca e Vincenzo osb-cam

Tenetevi pronti

Un grande mistero,
un arcano che si svela improvviso.
Pronti, sempre pronti,
pronti ad accogliere il Dio che viene,
pronti ad accogliere la vita,
pronti a cambiare vita e
morire al peccato.
Lasciare abitudini comode,
relazioni sbagliate,
vite anonime.
Pronti a fare della vita un capolavoro,
mai persi e mai tristi.
Il male subito da uomini finti è davvero forza,
opportunità di riscatto,
occasione per capire uomini perduti
pregando per la loro conversione e la nostra salvezza.

Franca e Vincenzo osb-cam

 

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