Domani, 28 aprile 2017, insieme ad altri 7 confratelli, facciamo memoria dei nostri 10 anni di ordinazione diaconale. Ringrazio l’Arcivescovo Luigi Vari che ha voluto programmare una celebrazione eucaristica con tutti i diaconi e con chi altro desidera partecipare presso la Chiesa dei Santi Lorenzo e Giovanni a Formia alle ore 19,00 e, in questa vigilia, condivido con tutti voi questo scritto presente sul sito della diocesi di Ravenna sul diaconato e i diaconi. I diaconi, ricordo a me stesso, sono ministri sacri e membri del clero, ma soprattutto sono “icona del Cristo servo”. Proprio quest’ultima definizione è quella che più di tutte siamo chiamati a meditare e vivere. Se volete pregate per noi.
TRATTO DAL SITO DELLA DIOCESI DI RAVENNA
“…con il sacramento dell’ordine, quegli uomini [i diaconi] fanno parte integrante del clero, anche se sono sposati, hanno famiglia, svolgono un lavoro (non ricevono alcun compenso dalla Chiesa per il loro servizio) e sono impegnati nel mondo, ma, come tutti i cristiani, sono nel mondo, ma non sono del mondo. Il Vescovo Mons. Monari così scrive: “Non c’è dubbio che il diacono è presente e opera nella Chiesa come ‘icona vivente del Cristo servo'” e basterebbe questa affermazione per aprire spazi immensi di riflessione, di meditazione, di servizio, di formazione spirituale. L’appartenenza dei diaconi al sacramento dell’ordine “è una dottrina sicura”. Infatti, il Codice di diritto Canonico al Titolo VI Can.1008 e 1009, modificati…dal Papa Benedetto XVI con Motu Proprio, recita: ‘Con il sacramento dell’ordine per divina istituzione alcuni tra i fedeli, mediante il carattere indelebile con il quale vengono segnati, sono costituiti ministri sacri; coloro cioè che sono consacrati e destinati a servire, ciascuno nel suo grado, con nuovo e peculiare titolo, il popolo di Dio’. Gli ordini sono l’episcopato, il presbiterato e il diaconato. ‘Coloro che sono costituiti nell’ordine dell’episcopato o del presbiterato ricevono la missione e la facoltà di agire nella persona di Cristo Capo, i diaconi invece vengono abilitati a servire il popolo di Dio nella diaconia della liturgia, della parola e della carità’.
…il Concilio Vaticano II…ha restaurato dopo molti anni il diaconato come grado a se stante del sacramento dell’ordine com’era nella Chiesa fin dai suoi primi anni.
Lumen gentium, Cap. III, Costituzione gerarchica della Chiesa n. 29: ‘In un grado inferiore della gerarchia stanno i diaconi, ai quali sono imposte le mani ‘non per il sacerdozio, ma per il servizio’. Infatti, sostenuti dalla grazia sacramentale, nella ‘diaconia’ della liturgia, della predicazione e della carità servono il popolo di Dio, in comunione col vescovo e con il suo presbiterio. È ufficio del diacono, secondo le disposizioni della competente autorità, amministrare solennemente il battesimo, conservare e distribuire l’Eucaristia, assistere e benedire il matrimonio in nome della Chiesa, portare il viatico ai moribondi, leggere la Sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali, presiedere al rito funebre e alla sepoltura. Essendo dedicati agli uffici di carità e di assistenza, i diaconi si ricordino del monito di S. Policarpo: ‘Essere misericordiosi, attivi, camminare secondo la verità del Signore, il quale si è fatto servo di tutti”.
(sul sito dell’ Arcidiocesi di Ravenna – Cervia).
Ringrazio il confratello diacono Mario Elpini che me lo ha inviato.